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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 6.1878

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Bruzza, Luigi Maria: Fistola plumbea acquaria di Porto
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https://doi.org/10.11588/diglit.13206#0143

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ARCHEOLOGICA COMUNALE

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allungate , e conformi alla paleografìa ch'era in uso nel secolo
quinto. Qual fosse la capacità della fistola e il nome con cui
dagli acquari era designata, possiamo conoscerlo, confrontandone
le misure con quelle che ne ha dato Frontino.

Imperocché essendo il suo perimetro esterno di 0,335 , ed
avendo la lastra la grossezza di millimetri 5, se ne rileva il suo
diametro interno di 0,096. Ora ragguagliando il digito (sedice-
sima parte del piede pari a 0,29(314) a 0,01851, il suo peri-
metro riesce eguale a sedici digiti e cinque onde incirca di
digito, e il diametro a cinque digiti, due onde e due terzi di
oncia, e queste misure convengono con quelle che Frontino 1
assegna alla fistola vicenaria. « Fistula vicenaria: diametri digi-
tos quinque 4^3 ( semunciam . scripulum ) , perimetri digitos
XVS::9V1 (quindecim, dextantem, scripulos sex), capit qui-
narias sexdecim =: — £(quadrantem, semunciam) ». Calcolando
nell'istesso modo queste misure e paragonandole con quelle che
propriamente ha la fistola, questa non differisce dalle misure
assegnatele da Frontino che di tre millimetri e mezzo nel dia-
metro, e di dieci e mezzo nella circonferenza, ed è chiaro che.
convenendo questa differenza sì al ristringimento interno, come
alla dilatazione esterna del metallo avvenuta quando la lamina
fu a forza curvata, la fistola portuense è propriamente la vicenaria
che ha descritto Frontino.

Stabilito pertanto quale sia la capacità e il vero nome della
fistola, l'epigrafe ce la fa conoscere per monumento assai raro,
e di non lieve pregio per avere appartenuto a una illustre fami-
glia cristiana. Imperocché rari sono i tubi plumbei che insigniti
del monogramma o della croce, si possono assegnare con cer-
tezza ai cristiani, ed io giovandomi anche della collezione che di
tutti i tubi plumbei inscritti fece il eh. commendatore Carlo
Descemet, e che generosamente mi permise di consultare, non

1 De aquis vrb. Romae, ed. Buecbeler, Lipsiae, 185S p. 19.
 
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