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BILINGUE ISCRIZIONE DI HA.BIBI
(Tav. XIj
La iscrizione mortuaria di Habibi, che presentiamo al publico
erudito raffigurata nella tav. XI non è frutto degli scavi recenti
avvenuti nella nostra città. Essa apparteneva già da qualche tempo
alla raccolta Capitolina, ma sebbene non sia facile affermarne con
sicurezza la provenienza, possiamo crederla trovata o nella stessa
nostra città, o ne' suoi dintorni. Fu già posseduta dal profess.
Emiliano Sarti, e dopo la sua morte passò nel Museo Capitolino.
Nelle schede del sullodato Professore esistenti in Bologna presso
il chiarissimo prof. Pellicioni se ne trova copia, come riseppi
dalla gentilezza dell'egregio Segretario dell' Istituto archeologico
germanico sig. dott. Henzen, il quale aveane tratto una notizia
per publicarla nel voi. VI del C. f. L.
Dacché sebbene essa fosse da non breve spazio di tempo
esposta in queste sale del Museo Capitolino, era rimasta inedita
sfuggendo agli occhi di tutti gli eruditi orientalisti, che ripetu-
tamente le percorsero, ed ancora ai nostri in questo stesso tempo
in cui si faceano ricerche delle iscrizioni da inserire nel Corpus
delle iscrizioni semitiche. Per mero caso trattenendomi in quelle
sale a cagione di altri studi mi vennero in un intervallo di riposo
gittati gli occhi su questa iscrizione, e la novità dei nomi propri,
che vi si leggeano, e molto più l'aspetto alquanto singolare
dell'alfabeto, con cui è vergata, fecero nascermi sospetto della
novità di questa scritta. Posti a cercarne traccia, nè il mio
carissimo amico prof. Ignazio Guidi, nè io ne rinvenimmo alcuna
ue'libri di orientalisti epigrafici, che ci fu dato consultare; inoltre
BILINGUE ISCRIZIONE DI HA.BIBI
(Tav. XIj
La iscrizione mortuaria di Habibi, che presentiamo al publico
erudito raffigurata nella tav. XI non è frutto degli scavi recenti
avvenuti nella nostra città. Essa apparteneva già da qualche tempo
alla raccolta Capitolina, ma sebbene non sia facile affermarne con
sicurezza la provenienza, possiamo crederla trovata o nella stessa
nostra città, o ne' suoi dintorni. Fu già posseduta dal profess.
Emiliano Sarti, e dopo la sua morte passò nel Museo Capitolino.
Nelle schede del sullodato Professore esistenti in Bologna presso
il chiarissimo prof. Pellicioni se ne trova copia, come riseppi
dalla gentilezza dell'egregio Segretario dell' Istituto archeologico
germanico sig. dott. Henzen, il quale aveane tratto una notizia
per publicarla nel voi. VI del C. f. L.
Dacché sebbene essa fosse da non breve spazio di tempo
esposta in queste sale del Museo Capitolino, era rimasta inedita
sfuggendo agli occhi di tutti gli eruditi orientalisti, che ripetu-
tamente le percorsero, ed ancora ai nostri in questo stesso tempo
in cui si faceano ricerche delle iscrizioni da inserire nel Corpus
delle iscrizioni semitiche. Per mero caso trattenendomi in quelle
sale a cagione di altri studi mi vennero in un intervallo di riposo
gittati gli occhi su questa iscrizione, e la novità dei nomi propri,
che vi si leggeano, e molto più l'aspetto alquanto singolare
dell'alfabeto, con cui è vergata, fecero nascermi sospetto della
novità di questa scritta. Posti a cercarne traccia, nè il mio
carissimo amico prof. Ignazio Guidi, nè io ne rinvenimmo alcuna
ue'libri di orientalisti epigrafici, che ci fu dato consultare; inoltre