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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 7.1879

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Lenormant, François: Tre monumenti caldei ed assiri di collezioni romane
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https://doi.org/10.11588/diglit.13207#0033
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ARCHEOLOGICA COMUNALE

31

Le ragioni del metro sarebbon pienamente salve ove si sup-
plisse

"Evxi nòXig) K.oc[j.apivz) x#rà yj)ovòg Ovp Xtxkàaicùv

ma è in accadico parola, che significa paese, in assiro inatti 1
in arameo atìD- Diviene essa un suffisso di derivazione quando
si colloca dopo il nome di una città per rappresentare il distretto
che dipende dalla città \ huri.^tij(mÌ)SS.% è perciò il distretto
di Ur, il paese di TJr, è il perfetto parallelo della espressione
biblica a^TDD tik 3-

mulu. Questa parola della quale la lettura è provata senza
ombra eli dubbio per lo scambio frequente della ortografia fo-
netica JIelIJ mu-i.u coll'ideogramma ►E^^»^ che si vede
nel nostro documento: questa parola è in origine un sostantivo,
che significa uomo. Si usò quindi come pronome relativo di
persona ' rispondente all'assiro semitico sa «chi», al pari
di gar cosa, che fu usato come pronome relativo delle cose
inanimate.

E. la lettura di questa parola, che significa casa, e parlando
degli dèi tempio, è data dal sillabario A n. 232. E=i»itn (rP2)
Forma il suo stato di prolungazione in EA.

utiRU-Ki —T jr~£^Vr a; 4 JE—T , che devesi leggere

huru-kì giacché il segno J vi compie l'officio di determi-
nativo afono dell'idea « Dio », è una delle denominazioni notis-
sime del dio Limo, chiamato sin in assiro semitico. Nella
versione assira del grand' inno a questo dio, di cui è giunta
sino a noi una copia \ nnu'Ki è sempre tradotto colla voce

1 W. A. I. II 39, 1. 11 c, d.

2 L. P. C p. 129.
« Genes. XI, 23.

» E. A. I, 3 p. 103 L. P. C p. 177.

3 W. A. I. IV, 9.
 
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