BUIjLETTINO DELLA COMMISSIONE
Neil'.estrarre le anfore intere si vide che parecchie aveano
dei segni dipinti in nero o in rosso; dopo di che la sorveglianza
municipale non tardò di far esaminare anche i rottami, special-
mente i colli, sui quali più che in altre parti delle anfore
apparivano le iscrizioni. In questa guisa si riuscì a mettere
insieme, oltre ad un numero assai considerevole di anfore intere
di svariatissime forme, anche una importantissima serie di
ben 160 iscrizioni anforarie intere o frammentate, la più nume-
rosa che si abbia dopo quella delle anfore pompeiane edita dallo
Schoene nel quarto volume del Corpus e poscia dal Brizio accre-
sciuta néìY Ephemerìs epigraphica voi. I pag. 160 segg.
La scoperta di una così straordinaria quantità di anfore,
molte delle quali scritte, assume un'importanza maggiore inquan-
tochè essa avvenne in un' epoca ben diversa da quei tempi, in
cui a siffatti ritrovamenti non si annetteva gran pregio. Così,
per tacere di altre simili scoperte, andarono perduti alla scienza
i frutti che poteano rendere le molte centinaia di anfore, quasi
tutte scritte, tornate alla luce nell'anno 1732 fra la basilica
lateranense e le mura urbane, di cui parla il Lupi '; così rima-
sero neglette le lunghe file di anfore infìtte nel terreno eli una
antica cella vinaria scoperta nell'anno 1789 presso il Muro Torto
sotto il cotlis hortorum \ sebbene Seroux d'Agincourt assicuri
di non aver ravvisato in alcuno dei vasi « le noni dio consulat
que Ics Romains placaiènt quelquefois sur Ics arnphores ». È
adunque questo il primo gruppo di anfore scritte, uscito dal
suolo di Soma, il quale non è lasciato in deplorevole abbandono,
ma viene attentamente studiato e sottoposto all'esame scientifico.
Di tutto ciò che può recar luce sulla scoperta di questo
vasto deposito di anfore, nonché di alcune questioni a cui essa
1 Epitaphium Severae pag. 44 seg.
2 D'Agincourt, recucii de fragmen.t de scidpture antique en lerre culle,
Paris 1814 pag. 40 segg*
Neil'.estrarre le anfore intere si vide che parecchie aveano
dei segni dipinti in nero o in rosso; dopo di che la sorveglianza
municipale non tardò di far esaminare anche i rottami, special-
mente i colli, sui quali più che in altre parti delle anfore
apparivano le iscrizioni. In questa guisa si riuscì a mettere
insieme, oltre ad un numero assai considerevole di anfore intere
di svariatissime forme, anche una importantissima serie di
ben 160 iscrizioni anforarie intere o frammentate, la più nume-
rosa che si abbia dopo quella delle anfore pompeiane edita dallo
Schoene nel quarto volume del Corpus e poscia dal Brizio accre-
sciuta néìY Ephemerìs epigraphica voi. I pag. 160 segg.
La scoperta di una così straordinaria quantità di anfore,
molte delle quali scritte, assume un'importanza maggiore inquan-
tochè essa avvenne in un' epoca ben diversa da quei tempi, in
cui a siffatti ritrovamenti non si annetteva gran pregio. Così,
per tacere di altre simili scoperte, andarono perduti alla scienza
i frutti che poteano rendere le molte centinaia di anfore, quasi
tutte scritte, tornate alla luce nell'anno 1732 fra la basilica
lateranense e le mura urbane, di cui parla il Lupi '; così rima-
sero neglette le lunghe file di anfore infìtte nel terreno eli una
antica cella vinaria scoperta nell'anno 1789 presso il Muro Torto
sotto il cotlis hortorum \ sebbene Seroux d'Agincourt assicuri
di non aver ravvisato in alcuno dei vasi « le noni dio consulat
que Ics Romains placaiènt quelquefois sur Ics arnphores ». È
adunque questo il primo gruppo di anfore scritte, uscito dal
suolo di Soma, il quale non è lasciato in deplorevole abbandono,
ma viene attentamente studiato e sottoposto all'esame scientifico.
Di tutto ciò che può recar luce sulla scoperta di questo
vasto deposito di anfore, nonché di alcune questioni a cui essa
1 Epitaphium Severae pag. 44 seg.
2 D'Agincourt, recucii de fragmen.t de scidpture antique en lerre culle,
Paris 1814 pag. 40 segg*