Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma (23.1895)

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Osservazioni sul fregio marmoreo

OSSERVAZIONI SUL FREGIO MARMOREO DEL SEPOLCRO
DI CECILIA METELLA

(Tav. I)

Signori e Signore, Egregi colleglli,

Nella mia gioventù dedicata agli studi dell'arte, durante i
mesi delle vacanze universitarie, mi aggirava con la cartella e
la matita fra i monumenti di Soma antica, e, innamorato di
quelle meraviglie ne ritraea, con studio indefesso, le proporzioni
mirabili, le ardite costruzioni, l'eleganza delle forme squisite, se-
condando i consigli del mio carissimo zio e maestro architetto
valentissimo. Non era archeologo, ma artista: il solo obbiettivo
era lo studio dell'arte.

Allora si aveva la mattana d'imitare ciò che avevano fatto
i nostri grandi maestri del Eisorgimento ; oggi si fa a rovescio
la strada da questi indicata, perchè da molti si ritiene doversi
impiegare meglio, e con più sollecitudine il tempo utile, per
raggiungere anche sopra moduli stranieri il più irrazionale ecle-
tismo.

Percorrendo un giorno la via Appia, con un mio compianto
carissimo amico, ci soffermammo dinanzi a quello stupendo mo-
numento di Cecilia Metella; e presi dalle sue bellezze, dopo aver
misurato, delineato quanto da noi si poteva, dovemmo con di-
spiacere abbandonarlo perchè privi di mezzi materiali onde spin-
gere i nostri studi fino all'altezza del fregio e della cornice che