I restauri del Pantheon dal secolo XV al XVIII
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l'esempio da lui dato, « omnes paene sanctae Romanae ecclesiae
cardinales eorum titulos ruinae paene proximos repararunt et
ad magnum ornatum usque perduxerunt » (l) ; ed anche i nobili
cittadini Romani (come è scritto in un' altra biografia dello
stesso pontefice) « coeperunt aedificare et domos dirutas restau-
rare »(.*).
Fra i più insigni monumenti risarciti da Martino V è ri-
cordato anche il Pantheon, il cui tetto era stato già coperto da
Gregorio III (731-741) con lastre di piombo in sostituzione
delle tegole di bronzo, delle quali nel 648 lo aveva spogliato
l'imperatore Costantino II. Ma le lastre plumbee dopo sette se-
coli dovevano trovarsi in tale stato di deperimento, che Mar-
tino V, per provvedere all'incolumità dell'edifìcio, volle total-
mente innovarle: » Sanctam Mariam Rotundam de novo de
plumbo cooperili fecit »(')• Merita di esser notato, che in quel
tempo la chiesa della Rotonda era destinata a sede di tribunale
per le cause che si proponevano avanti all'Auditore del papa.
Una sentenza, del 17 maggio 1428, data da Giovanni de Mella,
« auditor causarum Sacri Palatii », a favore del monastero di
S. Lorenzo in Panisperna, contro Nicola di Paolo de Maneriis
e gli eredi di Rita dei Sanguigni, « circa domum sitam in re-
gione Pontis » fu promulgata « Romae in ecclesia B. Mariae
Rotundae, prò audientia causarum apostolica specialiter depu-
tata »(*).
Eugenio IV, circa il 1434, fece sgombrare il portico del
Pantheon dalle botteghe dei venditori e dalle immondizie che
(') Ibid., pag. 522.
(") Muratori, Rerum Ital. Script., tom. Ili, parte 2», pag. 55 ; Du-
chesne, op. cit., tom. II, pag. 544. Cfr. Gregorovius, Storia di Roma nel
medio evo, tom. VII, pag. 739.
(3) V. nota precedente: cfr. Stevenson, Mélanges de l'École frane.,
1888, pp. 441, 449.
(4) A. Coppi, Docum. storici del medio evo, in Dissertai. delVAccad.
Rom. di archeologia, tom. XV, pag. 320.
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l'esempio da lui dato, « omnes paene sanctae Romanae ecclesiae
cardinales eorum titulos ruinae paene proximos repararunt et
ad magnum ornatum usque perduxerunt » (l) ; ed anche i nobili
cittadini Romani (come è scritto in un' altra biografia dello
stesso pontefice) « coeperunt aedificare et domos dirutas restau-
rare »(.*).
Fra i più insigni monumenti risarciti da Martino V è ri-
cordato anche il Pantheon, il cui tetto era stato già coperto da
Gregorio III (731-741) con lastre di piombo in sostituzione
delle tegole di bronzo, delle quali nel 648 lo aveva spogliato
l'imperatore Costantino II. Ma le lastre plumbee dopo sette se-
coli dovevano trovarsi in tale stato di deperimento, che Mar-
tino V, per provvedere all'incolumità dell'edifìcio, volle total-
mente innovarle: » Sanctam Mariam Rotundam de novo de
plumbo cooperili fecit »(')• Merita di esser notato, che in quel
tempo la chiesa della Rotonda era destinata a sede di tribunale
per le cause che si proponevano avanti all'Auditore del papa.
Una sentenza, del 17 maggio 1428, data da Giovanni de Mella,
« auditor causarum Sacri Palatii », a favore del monastero di
S. Lorenzo in Panisperna, contro Nicola di Paolo de Maneriis
e gli eredi di Rita dei Sanguigni, « circa domum sitam in re-
gione Pontis » fu promulgata « Romae in ecclesia B. Mariae
Rotundae, prò audientia causarum apostolica specialiter depu-
tata »(*).
Eugenio IV, circa il 1434, fece sgombrare il portico del
Pantheon dalle botteghe dei venditori e dalle immondizie che
(') Ibid., pag. 522.
(") Muratori, Rerum Ital. Script., tom. Ili, parte 2», pag. 55 ; Du-
chesne, op. cit., tom. II, pag. 544. Cfr. Gregorovius, Storia di Roma nel
medio evo, tom. VII, pag. 739.
(3) V. nota precedente: cfr. Stevenson, Mélanges de l'École frane.,
1888, pp. 441, 449.
(4) A. Coppi, Docum. storici del medio evo, in Dissertai. delVAccad.
Rom. di archeologia, tom. XV, pag. 320.