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La zona monumentale di Roma
rappresentanza del Nume titolare, dipinta nel fondo di una nic-
chia; rara, perchè la storia degli scavi di Roma degli ultimi
cinquantanni, registra un solo altro esempio del Dio Taurottono
effigiato a colori sulle pareti di uno spele'o: ciò che accadde
nell'anno 1866, quando si esplorava la « Domus Nummiorum »
sull'angolo delle vie Firenze e Venti Settembre (vedi la descri-
zione datane dal Capannari nel Bull. Com. di quell'anno n. 6).
Una congettura non priva di fondamento vuol trovare rela-
zione di vicinato tra questo nobilissimo Mitréo statale, e la
prossima Domus Septèm Parthorum. nella quale, secondo ogni
probabilità, erano alloggiati gli ostaggi delle nazioni orientali,
adoratoci del Sole.
Nell'ambiente vicino alla Biblioteca verso il mezzo del
recinto è stata rinvenuta un'ara, o sostegno di donario, in pepe-
rino, scorniciata di sotto e di sopra, alta m. 0,74, sulla cui
faccia è incisa la dedicazione:
SACRVM
DIANAE
SILVANO
BONA DIE
a lettere dei tempi severiani. Le tre divinità Diana, Silvano,
dea Bona sono non solo aventinesi, ma strettamente locali e
connesse col prossimo monte di S. Balbina, la cui sommità
(m. 37 sul mare) era detta Saxum. E siccome il tempio della
dea Bona stava a ridosso del monte, nel sito attualmente occu-
pato dalla vecchia casa colonica della vigna Boccapaduli (n. 12
via di S. Balbina), così le era stato attribuito il cognome di
Subsaxana, che ha conservato sino alla tarda redazione dei cata-
loghi regionarii. I medesimi danno il nome di clivus Delfini
alla predetta salita di S. Balbina, che la Commissione Reale
ha conservato diligentemente nell'ordinare il nuovo parco.
La zona monumentale di Roma
rappresentanza del Nume titolare, dipinta nel fondo di una nic-
chia; rara, perchè la storia degli scavi di Roma degli ultimi
cinquantanni, registra un solo altro esempio del Dio Taurottono
effigiato a colori sulle pareti di uno spele'o: ciò che accadde
nell'anno 1866, quando si esplorava la « Domus Nummiorum »
sull'angolo delle vie Firenze e Venti Settembre (vedi la descri-
zione datane dal Capannari nel Bull. Com. di quell'anno n. 6).
Una congettura non priva di fondamento vuol trovare rela-
zione di vicinato tra questo nobilissimo Mitréo statale, e la
prossima Domus Septèm Parthorum. nella quale, secondo ogni
probabilità, erano alloggiati gli ostaggi delle nazioni orientali,
adoratoci del Sole.
Nell'ambiente vicino alla Biblioteca verso il mezzo del
recinto è stata rinvenuta un'ara, o sostegno di donario, in pepe-
rino, scorniciata di sotto e di sopra, alta m. 0,74, sulla cui
faccia è incisa la dedicazione:
SACRVM
DIANAE
SILVANO
BONA DIE
a lettere dei tempi severiani. Le tre divinità Diana, Silvano,
dea Bona sono non solo aventinesi, ma strettamente locali e
connesse col prossimo monte di S. Balbina, la cui sommità
(m. 37 sul mare) era detta Saxum. E siccome il tempio della
dea Bona stava a ridosso del monte, nel sito attualmente occu-
pato dalla vecchia casa colonica della vigna Boccapaduli (n. 12
via di S. Balbina), così le era stato attribuito il cognome di
Subsaxana, che ha conservato sino alla tarda redazione dei cata-
loghi regionarii. I medesimi danno il nome di clivus Delfini
alla predetta salita di S. Balbina, che la Commissione Reale
ha conservato diligentemente nell'ordinare il nuovo parco.