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Intorno al culto
braio ('). Però i sacrifizi in onore di queste divinità funerarie,
detti inferiae, non erano costituiti da grandi offerte.
« Parva petunt Manes : pielas prò divite grata est
« munere : non avidos Styx habet ima deos. »
(Ovid., Fast, II, 535-536).
(') Cfr. Lyd., De mens. IV, 20.
Le pratiche espiatorie, culminanti nelle sfrenatezze dei Lupercali,
solite a celebrarsi in antico nel mese di febbraio, vennero abolite nel 496
dal papa Gelasio I e soppiantate, come si è asserito (Baronie, Annales,
Lucca. 1741, Vili, pag. 602 e segg. ; Migne, M issale goticum, pag. 691 ;
Kraus in Kirchenlexicon, Vili, pag. 815 e Reinàch, Cult. Myth. Relig.,
I, 177), dallo stesso papa con la festa cristiana della Purificazione di
Maria. A parte la testimonianza tarda, oltre che non sicura, del documento
comprovante tale fatto, cioè dell'omilia attribuita a Ildcfonso di Toledo
(f 667), la commemorazione liturgica dell'episodio evangelico relativo alla
presentazione di Gesù e alla Purificazione di Maria, che è attestata già
nella fine del IV sec. a Gerusalemme dalla Peregrinalio d'Egeria (an. 395)
sotto il nome di Quadragesima de Epifhania, e che da Gerusalemme con
l'appellativo di hypap inteoccorsus Domini si sparse in tutto l'oriente, non
dipende dai lupercali, perchè in tal caso sarebbesi più propriamente do-
vuta celebrare il 15 febbraio, quando appunto questi ricorrevano e non
il 2 di quel mese, come di fatto è sempre stato. Del resto è notorio che
la festa del 2 febbraio è in stretta dipendenza con la nascita di Gesù fis-
sata al 25 dicembre, già certamente nel IV sec. Invero secondo la legge
ebraica (Lev.; XII, 1 e segg.) la donna che partorisce un maschio, prima di
recarsi al tempio per essere dichiarata monda, deve attendere quaranta
giorni, quanti appunto ne intercedono tra il 25 decembre e il 2 febbraio.
Uno dei punti di contatto tra le due feste si è voluto vedere nella
processione delle candele, che avrebbe sostituita quella solita a farsi nel
giorno dei lupercali, se può chiamarsi processione il rincorrersi del popolo,
di notte tempo, alla luce di fiaccole. Però dai documenti si può dedurre
che la processione delle candele non entrò nell'uso comune prima del sec. XI,
poiché non ve ne è alcuna memoria nel Gregoriano (tradizione dell'VIII sec.)
e molto meno nel calendario di s. Genoveffa a Parigi (731-741) e nel le-
zionario di Silos (a. 650). Conseguentemente la processione introdotta da
Sergio I nel giorno della Purificazione di Maria deve intendersi niente
altro che l'ordinaria stazione della giornata (F. G. Holweck, in The catholic
encyclopedia, s. v. Candlemas.). Noi dal canto nostro abbiamo già veduto
come la religione cristiana sostituisse nel ìncus lanuvino il culto di luno
Sospita, non già con la Purificazione di Maria, che è piuttosto la festa
della presentazione di Gesù al tempio, ma con la Purità di Maria che,
senza dubbio, presenta maggiore affinità al rito praticato dalle donne in
onore del nume antico.
Intorno al culto
braio ('). Però i sacrifizi in onore di queste divinità funerarie,
detti inferiae, non erano costituiti da grandi offerte.
« Parva petunt Manes : pielas prò divite grata est
« munere : non avidos Styx habet ima deos. »
(Ovid., Fast, II, 535-536).
(') Cfr. Lyd., De mens. IV, 20.
Le pratiche espiatorie, culminanti nelle sfrenatezze dei Lupercali,
solite a celebrarsi in antico nel mese di febbraio, vennero abolite nel 496
dal papa Gelasio I e soppiantate, come si è asserito (Baronie, Annales,
Lucca. 1741, Vili, pag. 602 e segg. ; Migne, M issale goticum, pag. 691 ;
Kraus in Kirchenlexicon, Vili, pag. 815 e Reinàch, Cult. Myth. Relig.,
I, 177), dallo stesso papa con la festa cristiana della Purificazione di
Maria. A parte la testimonianza tarda, oltre che non sicura, del documento
comprovante tale fatto, cioè dell'omilia attribuita a Ildcfonso di Toledo
(f 667), la commemorazione liturgica dell'episodio evangelico relativo alla
presentazione di Gesù e alla Purificazione di Maria, che è attestata già
nella fine del IV sec. a Gerusalemme dalla Peregrinalio d'Egeria (an. 395)
sotto il nome di Quadragesima de Epifhania, e che da Gerusalemme con
l'appellativo di hypap inteoccorsus Domini si sparse in tutto l'oriente, non
dipende dai lupercali, perchè in tal caso sarebbesi più propriamente do-
vuta celebrare il 15 febbraio, quando appunto questi ricorrevano e non
il 2 di quel mese, come di fatto è sempre stato. Del resto è notorio che
la festa del 2 febbraio è in stretta dipendenza con la nascita di Gesù fis-
sata al 25 dicembre, già certamente nel IV sec. Invero secondo la legge
ebraica (Lev.; XII, 1 e segg.) la donna che partorisce un maschio, prima di
recarsi al tempio per essere dichiarata monda, deve attendere quaranta
giorni, quanti appunto ne intercedono tra il 25 decembre e il 2 febbraio.
Uno dei punti di contatto tra le due feste si è voluto vedere nella
processione delle candele, che avrebbe sostituita quella solita a farsi nel
giorno dei lupercali, se può chiamarsi processione il rincorrersi del popolo,
di notte tempo, alla luce di fiaccole. Però dai documenti si può dedurre
che la processione delle candele non entrò nell'uso comune prima del sec. XI,
poiché non ve ne è alcuna memoria nel Gregoriano (tradizione dell'VIII sec.)
e molto meno nel calendario di s. Genoveffa a Parigi (731-741) e nel le-
zionario di Silos (a. 650). Conseguentemente la processione introdotta da
Sergio I nel giorno della Purificazione di Maria deve intendersi niente
altro che l'ordinaria stazione della giornata (F. G. Holweck, in The catholic
encyclopedia, s. v. Candlemas.). Noi dal canto nostro abbiamo già veduto
come la religione cristiana sostituisse nel ìncus lanuvino il culto di luno
Sospita, non già con la Purificazione di Maria, che è piuttosto la festa
della presentazione di Gesù al tempio, ma con la Purità di Maria che,
senza dubbio, presenta maggiore affinità al rito praticato dalle donne in
onore del nume antico.