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A. Galieti
numento da lui personalmente diretta, sebbene molto progre-
dita, era ancora in corso, non sarà del tutto inutile parlare nuo-
vamente di questa scoperta, che effettivamente dette alla luce
i resti di un tempio di stile italico. Primieramente perchè non
sembra che in essa siano stati ben vagliati tutti gli elementi
di fatto emersi durante quello scavo, dal quale, è doveroso ri-
conoscerlo, il relatore fu sempre lontano; e poi per la ragione
che tali resti, secondo un nostro modesto modo di vedere, pos-
sono parlare un linguaggio qualche volta differente da quello
che abbiamo avuto il piacere di ascoltare attraverso l'illustra-
zione surriferita.
Il tempio, adunque, secondo l'uso italico 1 si elevava da una
terrazza in uno dei punti più alti dell'antica città (m. 361),
cioè sullo sperone meridionale dell'acropoli, donde si può scor-
gere, oltre i principali santuari circonvicini, come quello di
Giove Laziare sul m. Cavo, della Mater Matuta a Satricum e
di Inno ad Ardea, la maggior parte delle mura cittadine e del
territorio, che la divinità doveva tutelare.
Mentre la terrazza è unita, a settentrione, con il colle del-
l'acropoli, negli altri tre lati è sorretta da manufatti. Invero
ad est trovasi la grandiosa sostruzione in opera reticolata del-
l'età sillana spessa m. 4, con nicchioni di m. 2 di diametro ed
alti più di 3, dei quali restano ancora in piedi una diecina 2.
A sud si vede il poderoso muro di cinta dell'acropoli, in opera
quadrata spessa oltre m. 2, scoperto nell'anno 1920 nel villino
Consolo, per una lunghezza di oltre 50 metri ".
Ad ovest poi, in cui la via di accesso all'acropoli era stata
incassata nel colle, per mezzo di una trincea, il piano del
1 V1TR., De architectura, IV, 5 2: « uti quam plurima pars moenium
e templis earum conspiciatur ».
2 Cfr. Monumenti cit., pag. 363 e G. R. Volpi, Vetus Latium pro-
fanum et sacrum, Tomus quintus in quo agitur de Lanuvinis et Ardeatibus,
Patavi, CIQIOXXXII, nel quale i detti ruderi son riportati nella tav. III.
3 Cfr. Monumenti cit., pag. 364 e seg.
A. Galieti
numento da lui personalmente diretta, sebbene molto progre-
dita, era ancora in corso, non sarà del tutto inutile parlare nuo-
vamente di questa scoperta, che effettivamente dette alla luce
i resti di un tempio di stile italico. Primieramente perchè non
sembra che in essa siano stati ben vagliati tutti gli elementi
di fatto emersi durante quello scavo, dal quale, è doveroso ri-
conoscerlo, il relatore fu sempre lontano; e poi per la ragione
che tali resti, secondo un nostro modesto modo di vedere, pos-
sono parlare un linguaggio qualche volta differente da quello
che abbiamo avuto il piacere di ascoltare attraverso l'illustra-
zione surriferita.
Il tempio, adunque, secondo l'uso italico 1 si elevava da una
terrazza in uno dei punti più alti dell'antica città (m. 361),
cioè sullo sperone meridionale dell'acropoli, donde si può scor-
gere, oltre i principali santuari circonvicini, come quello di
Giove Laziare sul m. Cavo, della Mater Matuta a Satricum e
di Inno ad Ardea, la maggior parte delle mura cittadine e del
territorio, che la divinità doveva tutelare.
Mentre la terrazza è unita, a settentrione, con il colle del-
l'acropoli, negli altri tre lati è sorretta da manufatti. Invero
ad est trovasi la grandiosa sostruzione in opera reticolata del-
l'età sillana spessa m. 4, con nicchioni di m. 2 di diametro ed
alti più di 3, dei quali restano ancora in piedi una diecina 2.
A sud si vede il poderoso muro di cinta dell'acropoli, in opera
quadrata spessa oltre m. 2, scoperto nell'anno 1920 nel villino
Consolo, per una lunghezza di oltre 50 metri ".
Ad ovest poi, in cui la via di accesso all'acropoli era stata
incassata nel colle, per mezzo di una trincea, il piano del
1 V1TR., De architectura, IV, 5 2: « uti quam plurima pars moenium
e templis earum conspiciatur ».
2 Cfr. Monumenti cit., pag. 363 e G. R. Volpi, Vetus Latium pro-
fanum et sacrum, Tomus quintus in quo agitur de Lanuvinis et Ardeatibus,
Patavi, CIQIOXXXII, nel quale i detti ruderi son riportati nella tav. III.
3 Cfr. Monumenti cit., pag. 364 e seg.