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https://doi.org/10.11588/diglit.11366#0011
fe l'eccellenza d'Ippia Architetto con la sola deseritone dì uh Ba-
gno da luì edifica to . Laonde molte opere alerei lasciate in silenzìo,
se io non avesft (h'mato più opportuno il rimettermi anzi al giu-
dizio de' Sapienti .che farmi giudice , & arbitro della persezzions '
di efie . Mi fono fermato sopra di alcune con pià particolare osier-
vazione , poiché avendo già deseritto V immagini di Rasaelle nel-
le camere Vaticane , nel? impiegarmi dopo a scriver le vite ,
su confa Ho di Nicolò Pussino, che io profeguisst nel modo iftesio ,
e che oltre l'invenzione universale , io fodiifacesst al concetto , e
moto di ciafeheduna particolar figura , é* all' azzioni che accompa-
gnano gli assetti. Nel che fare hò sempre dubitato di riufclr mi*
siuto nella multipUcità de'particolari , con pericolo di oseurità , e dì
safiidio , avendo la pittura il fuo diletto nella vifia , che non par'
tecipa fe non poco all'udito . Et è pejfima cosa il ricorrere all'aiuto
del proprio ingegno , l'aggiungere alle figure quei fensì , e quelle
passioni, che in efie non sono, con divertirle, e difiurharle dagli
originali. Mi fono però contenuto nelle partì dì semplice tradutto-
re , Ò* hò ufato li modi pià facili, e più puri , fenza l'aggiunge*
re alle parole pià di quello, che concedono le proprie sorme, rap-
presentando l'invenzioni, e l'artifizio , acciò che si fappia quale sof
se l'ingegno di ci ase uno , e serva d'e fi empio quello , che in loro
su pià commendabile . Il qual fine se to averò confeguito , gra-
dìfei , Lettore , quefta mia satica intrapresa da me per compiacerti,
ma se giudicherai altrimente , quando tà fi a erudito , e sapi ente nel-
la pittura , ufa giuftizia nel condannarmi , che io te ne saprò
grado, ma fe averai vana ambizione nelle cose dell'arte , e ti guì~
deraì con l'opinione , fappi che io non hò serino per tua cagiono
& avvertii che nel sarmi reot non accusi te fiesiot
L'IDEA
gno da luì edifica to . Laonde molte opere alerei lasciate in silenzìo,
se io non avesft (h'mato più opportuno il rimettermi anzi al giu-
dizio de' Sapienti .che farmi giudice , & arbitro della persezzions '
di efie . Mi fono fermato sopra di alcune con pià particolare osier-
vazione , poiché avendo già deseritto V immagini di Rasaelle nel-
le camere Vaticane , nel? impiegarmi dopo a scriver le vite ,
su confa Ho di Nicolò Pussino, che io profeguisst nel modo iftesio ,
e che oltre l'invenzione universale , io fodiifacesst al concetto , e
moto di ciafeheduna particolar figura , é* all' azzioni che accompa-
gnano gli assetti. Nel che fare hò sempre dubitato di riufclr mi*
siuto nella multipUcità de'particolari , con pericolo di oseurità , e dì
safiidio , avendo la pittura il fuo diletto nella vifia , che non par'
tecipa fe non poco all'udito . Et è pejfima cosa il ricorrere all'aiuto
del proprio ingegno , l'aggiungere alle figure quei fensì , e quelle
passioni, che in efie non sono, con divertirle, e difiurharle dagli
originali. Mi fono però contenuto nelle partì dì semplice tradutto-
re , Ò* hò ufato li modi pià facili, e più puri , fenza l'aggiunge*
re alle parole pià di quello, che concedono le proprie sorme, rap-
presentando l'invenzioni, e l'artifizio , acciò che si fappia quale sof
se l'ingegno di ci ase uno , e serva d'e fi empio quello , che in loro
su pià commendabile . Il qual fine se to averò confeguito , gra-
dìfei , Lettore , quefta mia satica intrapresa da me per compiacerti,
ma se giudicherai altrimente , quando tà fi a erudito , e sapi ente nel-
la pittura , ufa giuftizia nel condannarmi , che io te ne saprò
grado, ma fe averai vana ambizione nelle cose dell'arte , e ti guì~
deraì con l'opinione , fappi che io non hò serino per tua cagiono
& avvertii che nel sarmi reot non accusi te fiesiot
L'IDEA