caRRacci. , 2s
il cappelletto alato si scuoprono la fronte, c gli occhi, ma solo appa-
rile il naso col refto del volto; onde più vago si rende l'ignudo del
pallore illuminato . Il componimento , e '1 colorito di quelle due fi,
gure viene approvato fra i migliori di tutta l'opera; ma , Anniba-
le noli3 attribuire la tromba à Mercurio in vece del caduceo, volle si*
gnificare, che il pomo sarebbe slato cagione di guerra , e non di pa-
ce ; e che averebbe fatto risuonare la fama della Dea più bella ; ed
in ciò egli seguitò l9 elsempio di Rafaelle nella loggia di Agostino Chi*
gi , dove Mercurio spiega il volo con la tromba in mano, per annun-
ziare le nozze di Amore , e di Psiche.
DIANA E >l DIO PANE.
TAnto possbno i doni , che finsero il loro dominio non solo m
terra , ma in cielo ancora , onde vinta Diana la più casra
Dea seende dalle stelle , e và a trovare il Dio Pane ferino, e desor-
me , per far acquilo delle lane delj suo candido armento . Già ella
tutta, fuori si scuopre da una nubbe , tiene con la sini lira l'arco ozio-
so raccolto su '1 braccio ; Si aprendo la delira , esprime la vaghez-
za nel mirar la bianca malsa , che le porge il inoslruoso amante. Pie-
gasi ella per l'aria , & a lui s'avvicina , sollevando la lunata fronte,
non già superba , e schiva , ma , placida , e benigna nel ricevere il
dono . Sta il selvaggio nume ritto su le caprigne piante , e nel vol-
gerli a Diana solleva la testa coronata di pino , onde spuntano le cor-
na , ed apparisee in profilo il volto caprigno , e la caprigna barba.
Solleva insieme il ruvido braccio, c porge alla Dea il prezioso vello
con la delira , inclinando la sinillra sù'i ritorto baslone , che tiene
in mano : nel quale atto espone le nerborute spalle , e parte dell'is-
pido petto , ritenendo l'umana forma , sin dove la coseia di pelo si
ammanta . A'suoi piedi si avanza una capra del siero gregge , che
egli cullodisce sù '! monte Menalo d'Arcadia , verdeggiando lungi il
patrio boseo , ove fù educato ; e dietro veggonsi appesi li calami ad
un tronco ramo.
Sotto quelle favole ricorre il fregio per tutte quattro le facciate,"
con l'ordine deseritto delii quadri , e delle medaglie . Cominciando
dunque dal muro laterale contro le fenestre , tra le due medaglie di
Apoliine , che seortica Marsia , e di Borea , che rapisee Orizia , vi
è il quadro col talamo di Giove , e di Giunone.
GIOVE, E GIUNONE.
CHe Amore leghi gli elementi , e congiunga l'aria , e' 1 fuoco ^
fù inteso da sommi Poeti nelle nozze di Giove , e di Giunone,
in cui virtù rella feconda , e si conserva la natura . Siede Giove sù la
sponda di morbido letto , rivolto ad abbracciare la su a novella sposa
Giunone , che a lui viene , e s'avvicina : cinge con una mano 1*
omero ignudo: e mentre la Dea piega un ginocchio sù le molli piu-
me , egii llende l'altra mano alla coseia , e a se la tira . Cosi voi-
D gendosi
il cappelletto alato si scuoprono la fronte, c gli occhi, ma solo appa-
rile il naso col refto del volto; onde più vago si rende l'ignudo del
pallore illuminato . Il componimento , e '1 colorito di quelle due fi,
gure viene approvato fra i migliori di tutta l'opera; ma , Anniba-
le noli3 attribuire la tromba à Mercurio in vece del caduceo, volle si*
gnificare, che il pomo sarebbe slato cagione di guerra , e non di pa-
ce ; e che averebbe fatto risuonare la fama della Dea più bella ; ed
in ciò egli seguitò l9 elsempio di Rafaelle nella loggia di Agostino Chi*
gi , dove Mercurio spiega il volo con la tromba in mano, per annun-
ziare le nozze di Amore , e di Psiche.
DIANA E >l DIO PANE.
TAnto possbno i doni , che finsero il loro dominio non solo m
terra , ma in cielo ancora , onde vinta Diana la più casra
Dea seende dalle stelle , e và a trovare il Dio Pane ferino, e desor-
me , per far acquilo delle lane delj suo candido armento . Già ella
tutta, fuori si scuopre da una nubbe , tiene con la sini lira l'arco ozio-
so raccolto su '1 braccio ; Si aprendo la delira , esprime la vaghez-
za nel mirar la bianca malsa , che le porge il inoslruoso amante. Pie-
gasi ella per l'aria , & a lui s'avvicina , sollevando la lunata fronte,
non già superba , e schiva , ma , placida , e benigna nel ricevere il
dono . Sta il selvaggio nume ritto su le caprigne piante , e nel vol-
gerli a Diana solleva la testa coronata di pino , onde spuntano le cor-
na , ed apparisee in profilo il volto caprigno , e la caprigna barba.
Solleva insieme il ruvido braccio, c porge alla Dea il prezioso vello
con la delira , inclinando la sinillra sù'i ritorto baslone , che tiene
in mano : nel quale atto espone le nerborute spalle , e parte dell'is-
pido petto , ritenendo l'umana forma , sin dove la coseia di pelo si
ammanta . A'suoi piedi si avanza una capra del siero gregge , che
egli cullodisce sù '! monte Menalo d'Arcadia , verdeggiando lungi il
patrio boseo , ove fù educato ; e dietro veggonsi appesi li calami ad
un tronco ramo.
Sotto quelle favole ricorre il fregio per tutte quattro le facciate,"
con l'ordine deseritto delii quadri , e delle medaglie . Cominciando
dunque dal muro laterale contro le fenestre , tra le due medaglie di
Apoliine , che seortica Marsia , e di Borea , che rapisee Orizia , vi
è il quadro col talamo di Giove , e di Giunone.
GIOVE, E GIUNONE.
CHe Amore leghi gli elementi , e congiunga l'aria , e' 1 fuoco ^
fù inteso da sommi Poeti nelle nozze di Giove , e di Giunone,
in cui virtù rella feconda , e si conserva la natura . Siede Giove sù la
sponda di morbido letto , rivolto ad abbracciare la su a novella sposa
Giunone , che a lui viene , e s'avvicina : cinge con una mano 1*
omero ignudo: e mentre la Dea piega un ginocchio sù le molli piu-
me , egii llende l'altra mano alla coseia , e a se la tira . Cosi voi-
D gendosi