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e ninnlo nel quale è inviluppalo tutto il braccio sin. 11 guerriero è
seguito da un altro giovine senz'armi, col chitone cinto alla vita ed una
clamide o manto pendente dall'omero sin. che agita la d. alzata slesa
in dietro. Segue una donna pienamente vestila appresso all'altare piccolo
tondo che agita con ambedue le mani una grande scure ossia bipenne.
Evidentemente essa intende usarla contro il primo guerriero oppure
contro lui ed il giovine suo compagno, ma un guerriero nudo con uno
scudo al braccio sin., che sta dall'altra parie dell'altare tondo, l'impe-
disce, tenendo afferrata l'estremità dell'arma di lei (al suo fianco sin.
apparisce il fodero della spada). Un compagno simile appresso, ugual-
mente nudo, ma col capo coperto dal berretto frigio, agita nella d. un
parazonio, pronto a combattere ove ne fosse bisogno. La scena è chiusa
da questa parte da una delle solite Furie, che si allontana guardando
indietro, con una face sopra la spalla sinistra. All'altra estremità, dietro
la donna protettrice, ovvi finalmente un guerriero loricato e munito di
elmo a foggia di fauce di belva che pure si tiene pronto ad entrar al
bisogno nell'azione, avendo nella d. il parazonio sfoderato.
IjXXXWIII, S. Museo di Palermo n. 56 (antica collezione Casuc-
cini) ; I. 1,88; Mus. Cium. 96; l'angolo sinistro del rilievo è mutilato,
alcuni sbagli dell'incisione sono indicati nel testo. Qui pure la scena av-
viene dentro un santuario e la figura principale rassomiglia a quella del
rilievo precedente: un guerriero imberbe, munito di casco, lorica e
scudo, con un manto dai lembi svolazzanti, si è rifuggito ad un altare
(sormontato da una colonna), sopra il quale pone il ginocchio sin. agi-
tando nella d. il parazonio, mentre nella sin. unitamente allo scudo
tiene una lancia. Il protagonista non ha avversario che lo attacchi diretta-
mente, ma i tre suoi compagni di già caduti in terra stanno per ricevere
il colpo fatale da altrettanti nemici. Uno di questi gruppi si vede presso
l'altare, a d. Un giovane guerriero tunicato munito dello scudo è caduto
ginocchioni e rivolge il capo al suo persecutore, il quale lo afferra pei
capelli e mette mano alla spada per ucciderlo. Egli munito di lorica è
entrato or ora per la porta del santuario che si vede dietro di lui.
Un'altra lorica è appesa alla parete del santuario ; un elmo (o dell'ul-
tima figura, ovvero del caduto) giace in terra. A sin. della figura prin-
cipale segue un giovane nudo col manto avvolto attorno alla vita, il
(piale con tutte e due le mani brandisce una scure contro un avversario
e ninnlo nel quale è inviluppalo tutto il braccio sin. 11 guerriero è
seguito da un altro giovine senz'armi, col chitone cinto alla vita ed una
clamide o manto pendente dall'omero sin. che agita la d. alzata slesa
in dietro. Segue una donna pienamente vestila appresso all'altare piccolo
tondo che agita con ambedue le mani una grande scure ossia bipenne.
Evidentemente essa intende usarla contro il primo guerriero oppure
contro lui ed il giovine suo compagno, ma un guerriero nudo con uno
scudo al braccio sin., che sta dall'altra parie dell'altare tondo, l'impe-
disce, tenendo afferrata l'estremità dell'arma di lei (al suo fianco sin.
apparisce il fodero della spada). Un compagno simile appresso, ugual-
mente nudo, ma col capo coperto dal berretto frigio, agita nella d. un
parazonio, pronto a combattere ove ne fosse bisogno. La scena è chiusa
da questa parte da una delle solite Furie, che si allontana guardando
indietro, con una face sopra la spalla sinistra. All'altra estremità, dietro
la donna protettrice, ovvi finalmente un guerriero loricato e munito di
elmo a foggia di fauce di belva che pure si tiene pronto ad entrar al
bisogno nell'azione, avendo nella d. il parazonio sfoderato.
IjXXXWIII, S. Museo di Palermo n. 56 (antica collezione Casuc-
cini) ; I. 1,88; Mus. Cium. 96; l'angolo sinistro del rilievo è mutilato,
alcuni sbagli dell'incisione sono indicati nel testo. Qui pure la scena av-
viene dentro un santuario e la figura principale rassomiglia a quella del
rilievo precedente: un guerriero imberbe, munito di casco, lorica e
scudo, con un manto dai lembi svolazzanti, si è rifuggito ad un altare
(sormontato da una colonna), sopra il quale pone il ginocchio sin. agi-
tando nella d. il parazonio, mentre nella sin. unitamente allo scudo
tiene una lancia. Il protagonista non ha avversario che lo attacchi diretta-
mente, ma i tre suoi compagni di già caduti in terra stanno per ricevere
il colpo fatale da altrettanti nemici. Uno di questi gruppi si vede presso
l'altare, a d. Un giovane guerriero tunicato munito dello scudo è caduto
ginocchioni e rivolge il capo al suo persecutore, il quale lo afferra pei
capelli e mette mano alla spada per ucciderlo. Egli munito di lorica è
entrato or ora per la porta del santuario che si vede dietro di lui.
Un'altra lorica è appesa alla parete del santuario ; un elmo (o dell'ul-
tima figura, ovvero del caduto) giace in terra. A sin. della figura prin-
cipale segue un giovane nudo col manto avvolto attorno alla vita, il
(piale con tutte e due le mani brandisce una scure contro un avversario