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Rossetti, Domenico
Il Sepolcro di Winckelmann in Trieste — Venezia, 1823

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https://doi.org/10.11588/diglit.5855#0068
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di esserti propinquo, come ora per conoscerti ed onorarti pro-
pinquo mi ti fa la mente, mi porgerai forse la destra, salutan-
domi qual ospite benvenuto da lontano e non felice soggiorno .
E allora.... ma questo sta nel recondito ordinamento delle cose
dell'Eterno, dinanzi a cui tronco rimane ogni pensiero, ogni fan-
tasia si atterra, e nulla resta fuorché rassegnazione e speranza.
E queste virtù, che a te furono soavissime compagne quando
placidamente scendesti nel peregrino sepolcro; queste, che cotan-
to a me danno di conforto mentre procedo al varco inevitabile e
sempre imprevisibilmente vicino, sì, queste virtù medesime,
mentre mi presentano il pensiero di poterti in altra vita ravvici-
nare, mi lasciano pago della grata finzione di averti scritto frat-
tanto, e di deporre lietamente la penna, dandoti un non ia-
lini o Addio.
 
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