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Rossetti, Domenico
Il Sepolcro di Winckelmann in Trieste — Venezia, 1823

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https://doi.org/10.11588/diglit.5855#0330
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So3

quell' eroico monumento che all' Imperatore de' Francesi volevasi innalzare
sul vertice del monte s. Bernardo. Niun luogo avrebbe potuto idearsi più op-
portuno di quella sommità per collocarvi appunto un eroico monumento di
tal fatta ; e prescindendo del tutto dalla morale bontà del sentimento e dell'en-
tusiasmo che creò quell' ideale, non può negarsi il merito, che n' ha callilogi-
camente il suo autore.

(75) La poesia lirica in generale sensualizza, cioè presenta ai sensi, me-
diante suoni articolati, l'ideale dell'entusiasmo fantastico-vivace ; ossia l'ideale
di quell' entusiasmo, in cui predomina la viva azione del sentimento, talché
la fantasia vi è sempre subordinata. Nella poesia lirico-elegiaca quell' entusia-
smo è vivace-lugubre, cioè quello del sentimento di placida tristezza, mossa e
diretta dall' affetto, che se è individualmente determinato, sarà elegiaco-simo-
nideo. Ma un ideale si fattamente caratterizzato non è già una proprietà e-
sclusiva dell' artista poeta : egli appartiene egualmente all' artista-musico, all'
artista-pittore, all' artista-scultore, ed all' artista-chepografo ; colla sola dif-
ferenza che il primo lo sensualizza col suo proprio stromento, eh'è quello de'
suoni articolati ; il secondo con quello de' suoni non articolati ; il terzo con
immagini di superficie soltanto; il quarto con immagini di rilievo; ed il quin-
to coi topici mezzi che gliene somministra la immobile e la vegetante natura.
Perciò credo di non aver errato, e di aver qui, sebbene di volo, giustificato,
che 1' ideale qui contemplato, se fosse stato sensualizzato collo strumento pro-
prio della poesia, sarebbe divenuto una elegia simonidea, siccome per lo stru-
mento proprio della scultura ei divenne un sepolcrale monumento di caratte-
re mitico-patetico.

(76) La cava carrarese è ora pur troppo deteriorata circa il candore de'
suoi marmi. Qualche interna picciola vena grigia) o meno candida, è ornai qua-
si impossibile a schivarsi ne' massi di qualche grossezza, quantunque non se
ne abbia esterno indizio. Ciò sia detto per coloro, 1' occhio de' quali nelle
opere di scultura si sente offeso da cotali sebbene tenuissimi accidenti.

(77) Questo bassorilievo è fedelmente copiato dal giovine Francesco Bosa
figlio dello scultore. Ma la picciolezza delle dimensioni, a cui questa copia do-
vette ridursi, onde inserirne la stampa nel presente volume, non può esprimere
esattamente e fedelmente abbastanza 1' effetto che dal rilievo si esprime. Que-
sta copia forma la tavola III.
 
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