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Maffei, Scipione; Vallarsi, Jacopo [Oth.]; Berno, Pierantonio [Oth.]
Verona Illustrata (Parte Prima): Contiene L'Istoria Della Città E Insieme Dell'Antica Venezia: Dall'Origine Fino Alla Venuta In Italia Di Carlo Magno — In Verona: Per Jacopo Vallarsi, e Pierantonio Berno, 1732

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Dell'istoria di Verona
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Libro primo
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https://doi.org/10.11588/diglit.62317#0021
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LIBRO

PRIMO.

I o

slrier bianco, e dal racconto delle brave
giumente marcate d’un lupo, che non
lanciavano usoir . del paese. Tutte quelle
Jib. 5. notizie ritraggonsi da Strabene , il qual pe-
rò replicatamente aggiunse, che a suo tem-
po quello lludio era del tutto mancato tra’
Veneti: ma che lì rimettessè ben torto, fa
ch’io sospetti, l’olservar denominata poi
Veneta in Roma una delle quattro fazioni
del Circo. D’un bravo Auriga della fazion
v.Ins.V. Veneta Iscrizione abbiamo, disotterrata a
Roma poco tempo fa. So che si denomi-
narono dal colore , e che Venetus lignisica-
va color di mare : ma quello lignificato
non fu naturale a tal voce, nè le fu da-
to da’Scrittori della prima età ; onde pare
poterli credere, che dall’abito, e dagli or-
namenti di tal colore, usati nelle co rie del
Circo dagli aurighi, e da’cavalli Veneti,
folse tralportato il nome al color medesi-
mo. Comunque forte, continua a’ nostri
giorni in quelle parti con molto onore , e
con molto frutto l’istertà cura. Ma qual
Città fòrte nella Venezia in quell’óseure ,
ed inaccessibili età la principale , pqrtibile
non è di rilevare in alcun modo. Óve il
tri. SO- Poeta nominò Ceno , che dal Mincio, e
toputiT1* tenace andò con armata in favor d’E-
nea, dirte , che Mantova era capo di do-
dici popoli in tre genti divisi ; il che par-
rebbe doverli intendere degli Étrusci di qua
dall’Apennmo : ma Serviointeseforsè de’ Ve-
neti, poiché da quello luogo par ch’ei pren-
*và ^esiè mo^vo d’aderire, che tutta la Venezia
netìa ad Enea diede aiuto .Comunque sia però,tutto
ne?pr?ftat q uefto finso Virgilio in grazia della patria sua.
ranucio Campano, autore di lodata opera,
ma non divulgata, unpassohareplicatamen-
te addotto, ed approvato dai Dempsiero, in
cui si asserisee, gli Euganei edere slato no-
bilissimo popolo originato dagli Etrusci , e
che di elsi Metropoli su Verona. Ma per ve-
rità nè gli autori, che quivi si citano, di-
con tal cosa , nè fondamento saprei pensa-
re per comprovar tal prerogativa . Forsè
non una sola, ma più Città principali eb-
bero i Veneti, come dodici abbiam vedu-
to, che n’ ebber gli Etrusci : è se pure
in una vollero costituire quali il centro del-
15 la lor Republica, e delle artemblee loro,
non Verona, ch’era all’ertremità, ma più
tolto Padova par da credere averterò elet-
ta, ch’era nel mezo del lor paesè, e però
a tutte le parti più comoda.
Con quanto si è fin qui detto le origini
di quella Citta sembrano sviluppate in mo-
do, e sopra autorità incontrastabile fonda-
mentate sì rtabilmente , che soverchio do-
velse crederli il far più di quello argomen-
to parole. Ma errori già da gran tempo in-

vaili hanno talmente travolti gli animi, e
occupate lefantalie, che in mille libri non E-
trusea, o Retica, nè Euganea, o Veneta, ma
Cenomana si predica, e si arterisee Verona,ed
a’ Cenomani francamente tutto il paesèsi as-
segna. Nortro pelò adunque sarà lo sgom-
brar pienamente sì fatto inganno, e più cole
non poco all’ Ifioria, ed all’ erudizione impor-
tanti con tal’occasione mettere in chiaro .
Prima seorta di quanto siam per dire sarà il
più lodato fra gli Storici; quegli, di cui
non si troverà forsè il più saggio, nè il più
veridico ; che fu il primario fónte di Tito
Livio, e che non sidamente con lo sludio,
ma con lunghissimi viaggi assìcurar si volle
per quanto fu posfibile di quanto scrissè.
Ognuno intende già di Polibio , il quale,
ove dà informazione di quelle parti d’Italia,
dopo aver narrato, come tennero tutta la pia-
nura gli Etrusci, e come commerziando
con elsi i Galli per la vicinanza, adocchiata la
bellezza del paese, gli artalirono d’improviso
con grand’esorcito, e da i paesi circostantial
Po gli soacciarono, adunque y dice y ne'primi
piani dalla parte orientale del Po fipofiero i Le-
becii, dopo quelli gl' Infiubri, ch'èli popolo più gran- in,. 3,
de tra i Gallici ; dì là da quefiiappreffo il fiume i qr“<!à ™
Cenomani: maipaeficheconfieguono fino almare
Adriatico furon'occupati da un' altra antichi/- w
fima gente chiamata Veneti. Qual più chia-
ra pruova , che non si allontanartèro dagl’
Insuòri, nè dal Poi Cenomani? ma come
anche da Plinio fu scritto, di quel tratto
s’impossèssassèro, ove Cremona, e Brescia
poi furono ? Di quella si secero autori mol-
to tempo dopo i Romani ; ma che quella
edificata vi forte da’ Galli, il nome Brix pa-
lesa, allungato poi nel Latinizarsi; veggen-
dosi in Cesare,emartri Scrittori, come il ter-
minare in rix era famigliare a’nomi Galli-
ci . Qual pruova parimente più manifèrta,
che Verona infieme con tutti gli altri
luoghi infino al mare dell’antica Venezia
folle ? Mantova altresì fu Etrusca , e Vene-
ta , come Verona, nè mai Cenomana : pe-
rò nella Venezia porta la dissè Servio, e
Veneta la chiamò Sidonio Apollinare, e
Veneto fu detto Virgilio da colui predo
Macrobio . I Cenomani nè pure tutto il
Bresciano occuparono, mentre tanta par-
te di quell’ insigné territorio si formò poi
dalle Valli, nelle quali erti non pofer pie-
de. Insognano Strabene, e Plinio,che que’ 43.4.
popoli montani parte Euganei erano d’ori- /.3.s.ao.
gine, e parte Reti : e così forza è che fos-
se, mentre ne’ monti si ridussèro, e si fece-
ro forti gl’ Itali antichi dalle pianure scaccia-
ti. Quindi è, che quando i Romani sotta-
misero i Cenomani, non toccarono punto
le prosiline parti montuose, eh’ erano d’altro
popo-
 
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