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Maffei, Scipione; Vallarsi, Jacopo [Oth.]; Berno, Pierantonio [Oth.]
Verona Illustrata (Parte Prima): Contiene L'Istoria Della Città E Insieme Dell'Antica Venezia: Dall'Origine Fino Alla Venuta In Italia Di Carlo Magno — In Verona: Per Jacopo Vallarsi, e Pierantonio Berno, 1732

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Dell'istoria di Verona
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Libro quarto
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https://doi.org/10.11588/diglit.62317#0052
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Pam. l.i.
17-
Liv-l. 40.
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Jìoftquam
Roma no •
rum

71

DELL’ ISTORIA DI VERONA

72.

la nazion tutta, e fino ogni borgo si rende
interelsato nelle publiche deliberazioni ? se
i Romani prendeano a proporzione al-
cun simil metodo , nè si sarebbe mai cor-
rotto il governo loro, nè dalle barbare na-
zioni abbattuti sarebbero mai fiati, nè op-
Nel tratto di tempo , che al presente
consideriamo, la Cisalpina fu in condizion
di Provincia. Così la chiama Cicerone più
volte, e specialmente ove loda il confenfo
de'Municipi , e delle Colonie della -provìn-
cia Gallìa nel difender la maefià del Sena-
to , e Z’ autorità del popolo Romano . Fa
egli ancora menzione d’Alarli trafpadani ;
e nella Cavalleria Romana par che Le-
gionaria indicasse Romani Cittadini , e
Alaria soldati provinciali . Varj Presidi
però si veggono, che come ordinaria Pro-
vincia ad amminifirarla vennero di tempo
in tempo. Or come ciò ? dopo aver ve-
duto, che fino alla guerra Cimbrica , da
Italia fu sempre trattata, e non da provin-
cia ? non pochi di quelli nodi nella Roma-
na Storia incontra, chi le cose a dentro ri-
guarda , non solamente non disciolti, ma
per verità nè pure avvertiti finora. L’am-
biguo talvolta, e tronco favellare degli
Scrittori , le contrarietà , che in elsi rin-
vengonsi, e la perdita miserabile di tanti
libri di Dione, e di Tito Livio, ci lascia-
no di troppe cose all’oscuro. Forsè ne’tor-
bidi delle prime rivoluzioni, e delle discor-
die civili, tra le novità avvenute nel gover-
no una fu di ridurre in provincia la Cisal-
pina ? certo è , che occupandola i più
potenti, forze venivano ad avere in Italia
da tenere in soggezione l’illesià Roma.
Forsè si fece a ciò llrada col pretesio di
leggeri motivi, che inducessero a decretar-
la come straordinaria provincia ? Altro sos-
petto a noi però si della , che non lasce-
rem di proporre. Ebbero in uso i Roma-
ni , di considerare come paese di nuova
conquida quello , di cui fi fosse imposiès-
sata firaniera gente e nimica, e da cui cac-
ciata a forza l’avesiero. L’abbiam veduto,
ove si parlò della fondazion della colonia
Aquileiese ; poiché fu considerato allora
quel terreno, come di ragion de’Galli,
benché per l’avanti fosse de’Romani, per
esiersi una partita di Galli annidata quivi,
che ne fu da elsi scacciata. Per l’ iflelsa
ragione potea tenerli per nuova conquista,
e per paese di condizion transalpina la Gal-
lia polirà, dopo che impossessatise n’era-
no i Cimbri. Forte argomento abbiamo in
Appiano per convalidare tal congettura ;
impercioche non molto dopo la vittoria di
Mario, Apuleio Saturnino legge portò cen-

tra fiata prima, ma confermata poi, cheli
disiribuisse tutto il terreno occupato nella
Cisalpina da’ Cimbri ; e che avendoneglì
Mario poco avanti sacciati, quella terra ,
come non più de’ Galli, fi trasferifse a Ro-
mani. Fors’anco si era trovato fra Galli
cisalpinichi avea secondato i Cimbri, co-
me già con Annibaie si congiunlèro.
Ora per quanto sarà polsibile di trovar-
ne conto , confrontando insieme principal-
mente Plutarco, Appiano, Dione, Cela-
re, Cicerone , Sallustio , e Svetonio, an-
dremo accennando i Personaggi, da quali
quelle nofire parti nel tempo , ch’ebbero
condizion di Provincia, fur rette. Furon
tutti de’più famosi , e in qualità di Pro-
consoli. Pompeo Strabene , di cui par-
lammo poc’anzi, par che motivo di guer-
ra avesie, forsè dalla parte d’Istria, poi-
ché quando nell’anno 669 fu richiamato a
Roma, per difenderla ne’tumulti civili, si
trovava con esercito al Mare Adriatico.
A Strabene par che succedesse Metello
Pio, il quale comandò truppe nella guerra
Soziale, e cominciati i moti di Mario , e
Cinna, sfuggì di tornare a Roma ; e ben-
ché terminato il suo tempo , si trattenne
in Liguria per veder l’esito delle cose: ma
nel 670 venuto Siila in Italia, andò a con-
giungersi con elio, ritenendo ancora la di-
gnità di Proconsolo. La polirà Gallia pe-
rò da. Ravenna all’Alpi si diede in quella
guerra a Metello , e fu del partito di Sii-
la ; il qual poi parendogli , che lentamen-
te Metello operasiè, volle mandarvi a co-
mandar Pompeo ancor giovane ; il che
quelli non accettò per non fare ingiuria a
chi era in provincia ; ma ci venne poi,
deliberandolo Metello stessò , e congiunta-
mente con lui operando. Morto Siila , E-
milio Lepido Console si sforzò di succede-
re in quella spezie di tirannide ; ed essen-
dogli toccata in sorte la Gallia transalpina,
occupò con l’armi comandate per lui da
Bruto, suo Legato ( padre dell’ uccisor di
Celare) la Cisalpina.. Per cacciarne Bru-
to, che la riteneva, e ricuperarla Provin-
cia , fu mandato Pompeo dal Senato , il
quale impadronitoli facilmente di molto
paese, ebbe assai che fare a Modana, do-
ve avea pollo il campo Bruto, il qual so-
lamente con fraudo fu da Pompeo inganna-
to ed ucciso. Nel 680 toccò quella Pro-
vincia al Console Lucullo ; di che non con-
tento per non aver materia di cose grandi,
trovò modo di passare a quella di Cilicia,
e per conleguenza a comandar nella guer-
ra centra Mitridate. Poco prima della con-
giura di Catilina nomina Sallustio Caio
Murena, che precedeva qui come Legato
del

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