3i NOTIZIE GENERA
grosso, e che vendono a ritaglio, quelli che
trafficano su i prodotti del paese, e che su
le merci firaniere, ma si unilìero tutti con
ónefià nel benefizio comune. Grande, e im-
portante capo di negozio è anche il legna-
me, formandoli in quella Città i fontici,
che lo ricevono dalle parti di Trento, ed a
molte Città lo trasmettoQO. : particolare è
la facilità, ed il modo, che si tien qui per
segarlo a fòrza d’ acqua. Ci si raguna anco-
ra, e ci si lavora quantità di rame, che poi
si dispensa.
In.spezion principale pel ben’ essered’una
Città, dovendoli considerar quella di pro-
curar per quanto èpossibilechedi nulla man-
chi, e men che può fia costretta a mandar
fuori del suo denaro, molto caso dovrebbe
qui farli della penuria, che perla povertà
va crescendo di legno,e dell’incredibilsom-
ma, che palsa però ogn’ anno su quel di Tren-
to. Mirabile è tal penuria in Città, che ha
80 miglia di territorio, e che ha tante mon-
tagne, e che non solamente da fuoco, ma
potrebbe avere legnami dafabricaa suo pia-
cere. A quello ci ha ridotto la pazzia del
coltivar tutto, benché inutilmente, e il ta-
gliare i boschi, e il disettare i monti, che
ognuno si è preso arbitrio di fare. Ma sareb-
be sopportabile il danno di doverli proveder
<di legnami e da fuoco, e da opera sui Tren-
tino, se continuasse almeno ciò , che nel
passuto fu in uso, e che si legge nella Sto-
ria di Trento del Mariani a carte 140, do-
ve parla delle lei ve di vai Rendena : e tut-
to quejìo legname ordinariamentesi converte in
LI CAPO PRIMO. 32
vino per concambio. Quella è la naturai leg-
ge, che l’un vicino dia , e dall’ altro pren-
da, secondo ciò di che l’uno scarseggia, ed
abbonda 1’altro. Ma poiché ora al nollro
vino in quelle parti per artisizio d’alcuni par-
ticolari molto nocivo a quel paese medefi-
mo, rella chiuso l’adito, e dato ? esiglio ,
e poiché da ciò tanto danno torna a gran
tratto del territorio nollro , ragion vorreb-
be, che a qualche provedimento si ponesse
mano, per obligare a qualche spezie di cam-
bio, e a ragguagliar la partita . Chi crede-
rebbe ancora, che oltre a quaranta mila du-
cati vadano annualmente alle parti di Reg-
gio per porci, che ne vengono,quandoniun
paese è più atto di queslo a quercie, e a ro-
veri , e niun’ altro n’ ebbe già in maggior
copia? Potrebbe!! almeno obligare i paesi,
che gli mandano , a prender da noi per ca-
gion d’esempio una tal quantità delle nostre
manifatture di lana. Ma in somma balla
svegliarsi, ed elser’ operosi, e non abbando-
nare il negozio appunto quando le facoltà
acquiftate danno modo di attendervi con
più riputazione , e castigar severamente i
fallimenti colpevoli, e fermare il credito
con la puntualità, e con la fédeje que’me-
zi finalmente porre in opera, che polsono ri-
tornare la Città nostra nello fiato, in cui
par che fofie, quando Poeta Toscano ano-
pimo in Canzone diretta a Mafiin della Sca- 57°>
la così parlò nel commiato ;
Vanne a Verona Città ricca, e nobile a
Donna s e Reina delle terre Italiche«
CA-
grosso, e che vendono a ritaglio, quelli che
trafficano su i prodotti del paese, e che su
le merci firaniere, ma si unilìero tutti con
ónefià nel benefizio comune. Grande, e im-
portante capo di negozio è anche il legna-
me, formandoli in quella Città i fontici,
che lo ricevono dalle parti di Trento, ed a
molte Città lo trasmettoQO. : particolare è
la facilità, ed il modo, che si tien qui per
segarlo a fòrza d’ acqua. Ci si raguna anco-
ra, e ci si lavora quantità di rame, che poi
si dispensa.
In.spezion principale pel ben’ essered’una
Città, dovendoli considerar quella di pro-
curar per quanto èpossibilechedi nulla man-
chi, e men che può fia costretta a mandar
fuori del suo denaro, molto caso dovrebbe
qui farli della penuria, che perla povertà
va crescendo di legno,e dell’incredibilsom-
ma, che palsa però ogn’ anno su quel di Tren-
to. Mirabile è tal penuria in Città, che ha
80 miglia di territorio, e che ha tante mon-
tagne, e che non solamente da fuoco, ma
potrebbe avere legnami dafabricaa suo pia-
cere. A quello ci ha ridotto la pazzia del
coltivar tutto, benché inutilmente, e il ta-
gliare i boschi, e il disettare i monti, che
ognuno si è preso arbitrio di fare. Ma sareb-
be sopportabile il danno di doverli proveder
<di legnami e da fuoco, e da opera sui Tren-
tino, se continuasse almeno ciò , che nel
passuto fu in uso, e che si legge nella Sto-
ria di Trento del Mariani a carte 140, do-
ve parla delle lei ve di vai Rendena : e tut-
to quejìo legname ordinariamentesi converte in
LI CAPO PRIMO. 32
vino per concambio. Quella è la naturai leg-
ge, che l’un vicino dia , e dall’ altro pren-
da, secondo ciò di che l’uno scarseggia, ed
abbonda 1’altro. Ma poiché ora al nollro
vino in quelle parti per artisizio d’alcuni par-
ticolari molto nocivo a quel paese medefi-
mo, rella chiuso l’adito, e dato ? esiglio ,
e poiché da ciò tanto danno torna a gran
tratto del territorio nollro , ragion vorreb-
be, che a qualche provedimento si ponesse
mano, per obligare a qualche spezie di cam-
bio, e a ragguagliar la partita . Chi crede-
rebbe ancora, che oltre a quaranta mila du-
cati vadano annualmente alle parti di Reg-
gio per porci, che ne vengono,quandoniun
paese è più atto di queslo a quercie, e a ro-
veri , e niun’ altro n’ ebbe già in maggior
copia? Potrebbe!! almeno obligare i paesi,
che gli mandano , a prender da noi per ca-
gion d’esempio una tal quantità delle nostre
manifatture di lana. Ma in somma balla
svegliarsi, ed elser’ operosi, e non abbando-
nare il negozio appunto quando le facoltà
acquiftate danno modo di attendervi con
più riputazione , e castigar severamente i
fallimenti colpevoli, e fermare il credito
con la puntualità, e con la fédeje que’me-
zi finalmente porre in opera, che polsono ri-
tornare la Città nostra nello fiato, in cui
par che fofie, quando Poeta Toscano ano-
pimo in Canzone diretta a Mafiin della Sca- 57°>
la così parlò nel commiato ;
Vanne a Verona Città ricca, e nobile a
Donna s e Reina delle terre Italiche«
CA-