!. i. c. 4i.
marmo-
reus miri
operi/ mi-
rjque ma-
gnitudini?
fons *
1.15. e. 39.
15
due prossimi archi di elso, col principio del
terzo, che son d’ opera antica, essóndo gli
altri rifatti, e Suppliti poco più di due se-
coli fa. La volta del primo, si vede inter-
rotta sotto per alquanto spazio nel mezo,
a fin d’aprire in occasion di guerra, e diffi-
coltar col foro il palléggio ; se non fors’an-
co per ingannare con falso pavimento, e
far precipitare i nemici. Il secondo arco,
che riesce alquanto più alto, è intatto da
risarcimenti, e conservato intero, benché
molto siottile ne sia la pila, e benché in
quel sito con maggior forza urti il fiu-
me. Nel secolo del 900 si riguardava co-
me stupendo quell’ edilizio , chiamandolo
Liutprando ponte marmoreo dì mìrab'd lavo-
ro , e dì maraviglìofd grande^*- Nella chia-
ve dell’arco dalla parte interna è una figu-
ra di bassiorilevo, che poco si dislingue .
Il Saraina diITe rappresentar Nettuno; for-
sè a suo tempo era più conservata. Le pie-
tre son molto grandi, e ne’fianchi delle pi-
le si veggono incavi di parte e d’altra, che
parrebbero fatti per attraversar volendo 1* in-
grelso alle barche. Quel rotondo foro sopra la
pila di mezo era parimente d’uso antico.
Dall’altra parte, quali dirimpetto alla
Chiesa del Redentore, affermano i nollri
Scrittori, che si vedeano già i vestigj delle
pile d’altro simil ponte. Non trovali di ciò
veramente molto sicuro riscontro ; ma se
così è , avrebbe quel ponte accresciuta la
bellezza di quello sito. Quindi è poi, che
si sono immaginati, tra l’uno e l’altro di
quelli ponti elsersi celebratele Naumachie,
benché con errore a tal loro immaginazio-
ne molto contrario credelsero nell’ illelso
tempo, che per qua allora non passiasse l’A¬
dige. Spettacoli, e combattimenti navali
poco si videro suor di Roma ; e della Nau-
machia di Roma ancora mera invenzione
sono i disegni, che vanno in ^iro. Il suo
ponte non di pietra fu, ma di legno, co-
me da Plinio s’impara, ove dice, ch’essen-
dosi abbrugiato, ordinò Tiberio , che si
facelfero venir dalla Rezia larici per rimet-
terlo. Di quella di Domiziano ciò eh’ era
di legno si abbrugiò, e ciò ch’era di pie-
tra fu disfatto da Traiano.
Dopo gli archi antichi olservisi lungo la
lire da il muro, che per assai spazio sopra-
vanza, e con una parte della sua larghez-
za vien’ a formar pogginolo, e riparo, e
con l’altra serve di suolo , e di laslrico a
chi cammina. Non si potrebbe immagina-
re più bella pruova del maraviglioso effèt-
to, e considenza incredibile dell’ antiche
malte, composte almeno come qui compo-
neansi : perchè la sommità di quello muro
csposta da tanti e tanti secoli, non solamen-
ì6
te alle piogge , ed al gelo, ma al perpetuo
calpelfio di chi passa , regge non pertanto
ancora, e senza essèr disfatta, o logorata
punto , asfai più che se marmo folle , o
metallo, mantiensi.
Si potrà da chi volessé seender per l’adi-
to, eh’è non lungi dal ponte, overo per
una casa, eh’è quali a mezo della strada,
riuscendo,dopo ossèrvati nelle cantine i mu-
ri, et aditi antichi, a una porta che mette
nel letto del fiume; e quando 1’acquali
permetta, rimirare i due pezzi che riman-
gono della parete, distinta con molta gra-
zia in compartimenti uguali, e quelli gen-
tilmente lavorati con piccole pietre a opera
reticolata usatissima a Roma, come Plinio
serivo, con cornice sopra. Non è da curar
di salire , ove dalla parte del Redentore
per la rottura del muro si vede incavato, e
sotterraneamente fabricato , poiché quivi
nulla è d’antico, essóndo volte in moderni
tempi fatte per sòllentar la strada. I grossì
rottami d’ antico muro che son nell’acqua ,
quinci al ponte, e quinci all’orto del Mo-
naslero del Redentore, inoltrano che le e-
stremità da qualche cosa di più grande, e
di più solido si serrassèro.
Ritornando sopra, guardili nella mura-
glia di quella casa, che forma angolo tra la
strada, e il campo di S. Libera, incorpora-
to un pezzo di grossissimo muro, e qua e là
lungo le case varj rimasugli d’ antico. Ma
salendo al Convento tenuto già da Gesuati,
ed ora dal terz’ordine di S. Francesco, si ve-
dranno nel ferraglio dell’orto più basso altri
avanzi, e nella sommità degli orti loro una
parete antica, per cui si soli iene il terreno
contiguo alle mura del Gattello. Quella pa-
rete, conservata per lungo tratto, stende-
vasi a linea retta quanto occupa tutta la fron-
te del Castello issessò, e forsè proseguiva
ancora piegando conia collina. La forma
è la medesima, che si osserva nella.parte bas-
sa,con ben’ intesi ripartimenti, e inessiope-
ra reticolata molto ben eseguita, e cornice
sopra., II pavimento , ora altamente dalla
terra coperto, era laslricato di marmo; e
dopo essò seguiva quali un’altro grado, cioè
nuova parete limile alla superiore, di cui
apparisee ancora un buon pezzo a delira,
quale avendo qualche parte più intera del
rimanente, fa sospestare per muri che si spin-
gono innanzi, fodero quelle divisioni altret-
tante cellette. Quelli sono i più consi deru-
bili avanzi di tal superba fabrica, perchè il
Convento che viene appressò, e le case che
susseguono, ogni antica reliquia hanno co-
perta, edillrutta. Frantumi di colonne, e
di llranieri marmi si son più volte qua e là
pel colle disotterrati, e nella cima dentro
>1 2
ANTICHITÀ’ ROMANE
marmo-
reus miri
operi/ mi-
rjque ma-
gnitudini?
fons *
1.15. e. 39.
15
due prossimi archi di elso, col principio del
terzo, che son d’ opera antica, essóndo gli
altri rifatti, e Suppliti poco più di due se-
coli fa. La volta del primo, si vede inter-
rotta sotto per alquanto spazio nel mezo,
a fin d’aprire in occasion di guerra, e diffi-
coltar col foro il palléggio ; se non fors’an-
co per ingannare con falso pavimento, e
far precipitare i nemici. Il secondo arco,
che riesce alquanto più alto, è intatto da
risarcimenti, e conservato intero, benché
molto siottile ne sia la pila, e benché in
quel sito con maggior forza urti il fiu-
me. Nel secolo del 900 si riguardava co-
me stupendo quell’ edilizio , chiamandolo
Liutprando ponte marmoreo dì mìrab'd lavo-
ro , e dì maraviglìofd grande^*- Nella chia-
ve dell’arco dalla parte interna è una figu-
ra di bassiorilevo, che poco si dislingue .
Il Saraina diITe rappresentar Nettuno; for-
sè a suo tempo era più conservata. Le pie-
tre son molto grandi, e ne’fianchi delle pi-
le si veggono incavi di parte e d’altra, che
parrebbero fatti per attraversar volendo 1* in-
grelso alle barche. Quel rotondo foro sopra la
pila di mezo era parimente d’uso antico.
Dall’altra parte, quali dirimpetto alla
Chiesa del Redentore, affermano i nollri
Scrittori, che si vedeano già i vestigj delle
pile d’altro simil ponte. Non trovali di ciò
veramente molto sicuro riscontro ; ma se
così è , avrebbe quel ponte accresciuta la
bellezza di quello sito. Quindi è poi, che
si sono immaginati, tra l’uno e l’altro di
quelli ponti elsersi celebratele Naumachie,
benché con errore a tal loro immaginazio-
ne molto contrario credelsero nell’ illelso
tempo, che per qua allora non passiasse l’A¬
dige. Spettacoli, e combattimenti navali
poco si videro suor di Roma ; e della Nau-
machia di Roma ancora mera invenzione
sono i disegni, che vanno in ^iro. Il suo
ponte non di pietra fu, ma di legno, co-
me da Plinio s’impara, ove dice, ch’essen-
dosi abbrugiato, ordinò Tiberio , che si
facelfero venir dalla Rezia larici per rimet-
terlo. Di quella di Domiziano ciò eh’ era
di legno si abbrugiò, e ciò ch’era di pie-
tra fu disfatto da Traiano.
Dopo gli archi antichi olservisi lungo la
lire da il muro, che per assai spazio sopra-
vanza, e con una parte della sua larghez-
za vien’ a formar pogginolo, e riparo, e
con l’altra serve di suolo , e di laslrico a
chi cammina. Non si potrebbe immagina-
re più bella pruova del maraviglioso effèt-
to, e considenza incredibile dell’ antiche
malte, composte almeno come qui compo-
neansi : perchè la sommità di quello muro
csposta da tanti e tanti secoli, non solamen-
ì6
te alle piogge , ed al gelo, ma al perpetuo
calpelfio di chi passa , regge non pertanto
ancora, e senza essèr disfatta, o logorata
punto , asfai più che se marmo folle , o
metallo, mantiensi.
Si potrà da chi volessé seender per l’adi-
to, eh’è non lungi dal ponte, overo per
una casa, eh’è quali a mezo della strada,
riuscendo,dopo ossèrvati nelle cantine i mu-
ri, et aditi antichi, a una porta che mette
nel letto del fiume; e quando 1’acquali
permetta, rimirare i due pezzi che riman-
gono della parete, distinta con molta gra-
zia in compartimenti uguali, e quelli gen-
tilmente lavorati con piccole pietre a opera
reticolata usatissima a Roma, come Plinio
serivo, con cornice sopra. Non è da curar
di salire , ove dalla parte del Redentore
per la rottura del muro si vede incavato, e
sotterraneamente fabricato , poiché quivi
nulla è d’antico, essóndo volte in moderni
tempi fatte per sòllentar la strada. I grossì
rottami d’ antico muro che son nell’acqua ,
quinci al ponte, e quinci all’orto del Mo-
naslero del Redentore, inoltrano che le e-
stremità da qualche cosa di più grande, e
di più solido si serrassèro.
Ritornando sopra, guardili nella mura-
glia di quella casa, che forma angolo tra la
strada, e il campo di S. Libera, incorpora-
to un pezzo di grossissimo muro, e qua e là
lungo le case varj rimasugli d’ antico. Ma
salendo al Convento tenuto già da Gesuati,
ed ora dal terz’ordine di S. Francesco, si ve-
dranno nel ferraglio dell’orto più basso altri
avanzi, e nella sommità degli orti loro una
parete antica, per cui si soli iene il terreno
contiguo alle mura del Gattello. Quella pa-
rete, conservata per lungo tratto, stende-
vasi a linea retta quanto occupa tutta la fron-
te del Castello issessò, e forsè proseguiva
ancora piegando conia collina. La forma
è la medesima, che si osserva nella.parte bas-
sa,con ben’ intesi ripartimenti, e inessiope-
ra reticolata molto ben eseguita, e cornice
sopra., II pavimento , ora altamente dalla
terra coperto, era laslricato di marmo; e
dopo essò seguiva quali un’altro grado, cioè
nuova parete limile alla superiore, di cui
apparisee ancora un buon pezzo a delira,
quale avendo qualche parte più intera del
rimanente, fa sospestare per muri che si spin-
gono innanzi, fodero quelle divisioni altret-
tante cellette. Quelli sono i più consi deru-
bili avanzi di tal superba fabrica, perchè il
Convento che viene appressò, e le case che
susseguono, ogni antica reliquia hanno co-
perta, edillrutta. Frantumi di colonne, e
di llranieri marmi si son più volte qua e là
pel colle disotterrati, e nella cima dentro
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ANTICHITÀ’ ROMANE