I. 2. e- 11,
preti osi
eperii.
cap.
I. 5. r. a
59 ANTICHITÀ' CRISTIANE éo
tà si veggono fino in un molaico del quinto
secolo predò Ciampini ; e il Salvatore che
gliele condegna, si vede in arca non dissimil
da quella prelìoil Bollo,e I’ Arringhi. Sov-
vìenmì d’una lucerna antica di metallo, os-
servata da me più volte nella Galleria del
gran Duca, e lavorata quando I’ arti erano
ancora in ragionevol grado: è in forma di
barca, con S. Paolo in atto di predicar dal-
la prora, e S. Pietro che siede in poppa, e
Ha reggendo il timone. Quel monumento
parla più d’un libro.
S. "Pietro in C afelio.
QUesta Chieda fu detta da Liutprando
dì pre^ìofo lavoro. La nomina nella sua
òtoria, per essère in essa fiato predo da’ dol-
ciari di Berengario 1’ Imperador Lodovico
terzo, come si è detto innanzi. I guastamenti
fattivi non lasiciano più riconodcere nè 1’ an-
tichità del Tempio, nè la preziosità del la-
voro da Liutprando commendata . Delle
navate la meridionale è larga quindici pie-
di e mezo, la settentrionale oresice di die-
ciotto. Osservasi tale inegualità in più Chie-
de antiche, di che veggasi Monsignor Ciam-
pini , ove tratta de’ Mosiaici antichi .
Dice Amalario, che nella parte settentrio-
nale fiavan le donne, e conferma l’Ordine
Romano, che stessèro gli uomini nella me-
ridionale, onde parrebbe adeguato alle don-
ne spazio maggiore; ma forsè non in ogni
paese era 1’ uso istesso, perchè in altre si tro-
va all’ incontro più larga la meridionale .
Osservinsi in quella Chieda due rare isicri-
zioni siopra lassre di marmo Greco, polle già
alle siepolture di due danti Vesicovi , e veg-
gasi quanto de n’ è detto nell’ Istoria. Le
cassette di marmo, eh’ or vi don siopra fur
poste modernamente. Non ha gran tempo,
che lòpra un’ arca antica di pietra fuor del-
la Chieda fu scritto giacervi siepoltò il Re
Berengario : chi vorrà crederlo , farà con
piacere un’ osservazion di più. Quell’ Impe-
radore fu uccido in Verona, ma non si ri-
cava da Liutprando il luogo nè della mor-
te, nè del siepolcro. Ben dice, che una pie-
tra pojìa avanti alla porta dì certa Cbiefa ri- e-
tenea le macchie del duo siangue, onde sicrisi-
sie posicia il Sigonio, come non potè tal dallo
lavarli mai ; ma convien dire sia poi riusici-
to di trovare miglior’ acqua , mentre a dì
nostrital maraviglia più non si vede. In que-
lla Chieda fu coronato il sommo Pontefice
Urbano III novamente eletto , il che si ha
nel Cronico di Radolfò, e in quella egli can-
tò mellà 1’ anno n86 a 14 d’ Aprile, co-
me da membrana veduta nel duo Archivio
dal Panvinio. Fuori nel canto è oldervabile
una pietra usata nella muraglia, in cui si P‘
ha isicrizione del 1239 , per memoria del-
la venuta a Verona dell’ Imperador Fede-
rico.
Santo Stesano.
OUesta Chieda era in esiere fin nel quin-
to siecolo benché in altra forma, aven-
dola satta atterrare il jRe Tecdorico, come
nell’ Ifioria si è ragionato. Grand’ argomen-
ti ci sono per credere, che Iòide un tempo
la Cattedrale. Preziosia e molto vecchia la-
pida è in ella, da cui s’impara quanti de5
nostri antichi e danti Vesicovi solsero qui sie-
polti, e quante altre reliquie ripolle . Soa
da vedere nel siotterraneo alquante colonne
di marmi slranieri, con capitelli di pietra
nollrale variamente, e barbaramente lavo-
rati, e alcune arche grandissime,quali sier-
viron prima per Gentili, come qualche avan-
zo d’ isicrizione manifèlla , e daranno poi
Hate adoprate per li nollri Santi.
Sopra tutto è degna d’osiservazione la gran
cattedra roza e sichietta di pietra, che qui-
vi si conserva ancora, e siopra la quale a-
vrannolèduto i nollri antichi Pallori. Con
singolar cura, e venerazione consiervavano
già i Criltiani le sedi de’ lor primi Vesico-
vi , siopra di che veggasi il Senator Bonarro-
ti nelle Osiservazioni a’ Vetri Cimiteriali.
Nelle pietre della facciata furono scolpite p. 30I.
quantità di memorie per lo più del secolo
del izoo.
lì
preti osi
eperii.
cap.
I. 5. r. a
59 ANTICHITÀ' CRISTIANE éo
tà si veggono fino in un molaico del quinto
secolo predò Ciampini ; e il Salvatore che
gliele condegna, si vede in arca non dissimil
da quella prelìoil Bollo,e I’ Arringhi. Sov-
vìenmì d’una lucerna antica di metallo, os-
servata da me più volte nella Galleria del
gran Duca, e lavorata quando I’ arti erano
ancora in ragionevol grado: è in forma di
barca, con S. Paolo in atto di predicar dal-
la prora, e S. Pietro che siede in poppa, e
Ha reggendo il timone. Quel monumento
parla più d’un libro.
S. "Pietro in C afelio.
QUesta Chieda fu detta da Liutprando
dì pre^ìofo lavoro. La nomina nella sua
òtoria, per essère in essa fiato predo da’ dol-
ciari di Berengario 1’ Imperador Lodovico
terzo, come si è detto innanzi. I guastamenti
fattivi non lasiciano più riconodcere nè 1’ an-
tichità del Tempio, nè la preziosità del la-
voro da Liutprando commendata . Delle
navate la meridionale è larga quindici pie-
di e mezo, la settentrionale oresice di die-
ciotto. Osservasi tale inegualità in più Chie-
de antiche, di che veggasi Monsignor Ciam-
pini , ove tratta de’ Mosiaici antichi .
Dice Amalario, che nella parte settentrio-
nale fiavan le donne, e conferma l’Ordine
Romano, che stessèro gli uomini nella me-
ridionale, onde parrebbe adeguato alle don-
ne spazio maggiore; ma forsè non in ogni
paese era 1’ uso istesso, perchè in altre si tro-
va all’ incontro più larga la meridionale .
Osservinsi in quella Chieda due rare isicri-
zioni siopra lassre di marmo Greco, polle già
alle siepolture di due danti Vesicovi , e veg-
gasi quanto de n’ è detto nell’ Istoria. Le
cassette di marmo, eh’ or vi don siopra fur
poste modernamente. Non ha gran tempo,
che lòpra un’ arca antica di pietra fuor del-
la Chieda fu scritto giacervi siepoltò il Re
Berengario : chi vorrà crederlo , farà con
piacere un’ osservazion di più. Quell’ Impe-
radore fu uccido in Verona, ma non si ri-
cava da Liutprando il luogo nè della mor-
te, nè del siepolcro. Ben dice, che una pie-
tra pojìa avanti alla porta dì certa Cbiefa ri- e-
tenea le macchie del duo siangue, onde sicrisi-
sie posicia il Sigonio, come non potè tal dallo
lavarli mai ; ma convien dire sia poi riusici-
to di trovare miglior’ acqua , mentre a dì
nostrital maraviglia più non si vede. In que-
lla Chieda fu coronato il sommo Pontefice
Urbano III novamente eletto , il che si ha
nel Cronico di Radolfò, e in quella egli can-
tò mellà 1’ anno n86 a 14 d’ Aprile, co-
me da membrana veduta nel duo Archivio
dal Panvinio. Fuori nel canto è oldervabile
una pietra usata nella muraglia, in cui si P‘
ha isicrizione del 1239 , per memoria del-
la venuta a Verona dell’ Imperador Fede-
rico.
Santo Stesano.
OUesta Chieda era in esiere fin nel quin-
to siecolo benché in altra forma, aven-
dola satta atterrare il jRe Tecdorico, come
nell’ Ifioria si è ragionato. Grand’ argomen-
ti ci sono per credere, che Iòide un tempo
la Cattedrale. Preziosia e molto vecchia la-
pida è in ella, da cui s’impara quanti de5
nostri antichi e danti Vesicovi solsero qui sie-
polti, e quante altre reliquie ripolle . Soa
da vedere nel siotterraneo alquante colonne
di marmi slranieri, con capitelli di pietra
nollrale variamente, e barbaramente lavo-
rati, e alcune arche grandissime,quali sier-
viron prima per Gentili, come qualche avan-
zo d’ isicrizione manifèlla , e daranno poi
Hate adoprate per li nollri Santi.
Sopra tutto è degna d’osiservazione la gran
cattedra roza e sichietta di pietra, che qui-
vi si conserva ancora, e siopra la quale a-
vrannolèduto i nollri antichi Pallori. Con
singolar cura, e venerazione consiervavano
già i Criltiani le sedi de’ lor primi Vesico-
vi , siopra di che veggasi il Senator Bonarro-
ti nelle Osiservazioni a’ Vetri Cimiteriali.
Nelle pietre della facciata furono scolpite p. 30I.
quantità di memorie per lo più del secolo
del izoo.
lì