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Maffei, Scipione; Vallarsi, Jacopo [Oth.]; Berno, Pierantonio [Oth.]
Verona Illustrata (Parte Terza): Contiene La Notizia Delle Cose In Questa Citta' Piu' Osservabili — In Verona: Per Jacopo Vallarsi, e Pierantonio Berno, 1732

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Capo terzo: Antichità Cristiane
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https://doi.org/10.11588/diglit.62319#0033
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57

CAPO

E R Z O.

Servirono per Cristia ni di gran condizione,
c di tempo ancora Romano, o poco infe-
riore, ma il non esserci /colpita parola alcuna
ci toglie la notizia de’ nomi loro. In fronte
alla più grande, eh’ è irtoriata tutta, e che
abbiam poc’anzi premessa, Ila nel mezo il
Salvatore con volume spiegato in mano sopra
un monte, da cui sgorgano quattro capi d’ac-
qua , che figurano i quattro siumi del Paradi-
so terrestre. A man dritta è S. Pietro indicato
dal gallo, ch’è dietro lui sopra una colon-
na : a sinirtra è S. Paolo con Croce in ma-
no appoggiata su la spalla. Si rappresenta
poi da una parte il fatto della Samarita-
na, indi un de’miracoli del Salvatore, for-
sè del fanciullo indemoniato; poiché se be-
ne anche gli uomini ri/anati si sogliono ve-
der di piccola datura in così fatti bassi rile-
vi, la clamide, ch’era abito puerile, mo-
sfra come quello era veramente fanciullo .
Dall’ altra parte è la risanata dal ssusso di
sangue , indi Giuda , che dà il bacio al
Salvatore. Tutte le figure hanno pallio, e
sandali. Dietro son colonne , e ornamenti
d’architettura . Le storie sono espresse sen-
za divisione alcuna fra loro secondo 1’ uso
antico, di che abbiam l’esempio nella co-
lonna Traiana, e nell’Antonina. Su i fian-
chi è da una parte Adamo, ed Èva col
Serpe, dall’altra uomo ledente,e due che
paiono portargli doni ; sarà Giuseppe co’
fratelli.
Ma in fronte sopra la deseritta è un’ al-
tra fàscia metà più bassà, parimente figu-
rata. Nel mezo è quadro liseio, dentro il
quale Croce dorata : dalle parti son due
uomini nudi, ed alati, che mollran tener-
lo; e limili a’quali non mi sovviene avere
ortèrvato in altre anticaglie Cristiane: par-
rebbe potersene arguire , che venga dall’
antico il parlar Rabbinico, secondo il qua-
le si nominan dagli Ebrei gli Angeli della
morte. Il nostro artefice per altro è credi-
bile prendelse tali figure da i monumenti
de’Gentili, ne’quali veggonsi sovente limi-
li figure alate con face travolta. Le siorie
poi son del testamento vecchio, come 1’
altre del nuovo. Da una parte è Daniele
nel lago de’Leoni, indi uomo, e cane,che
può crederli quel di Tobia dinanzi a casa,
o portico : le Itone qui si léparano per un
albero. Di là è Mose, che riceve dall’al-
to le tavole della Legge: indi ara con foco
acceso, e innanzi a un’edilizio Serpe, che
s’alza col capo fin sopra della fiamma, e
uomo di qua che gli porge qualche cosa al-
la bocca. Non so che simil cosa si sia os-
servata, se non unicamente in un pilo di Ro-
ma, dato dall’ Arringhi, dove però il Ser-
pente è avvitichiato a un albero. Dilse 1’

Dan.
Xir.26.
et dedit
in otdra-
eonis.

Rom.
sabt.t. I.
p. 268.

.eEn l. 4.
Libavit-
quedapes.

Arringhi di elso, non saper pensare, che
li rappresenti, e volervi Apollo a penetrar-
lo. Per verità a primo aspetto si credereb-
be cosa di Gentili, quali un Genio in for-
ma di serpe venilse ad alsaggiar le oblazio-
zioni all’ara, come descrisse Virgilio, e si
vede in una Medaglia di Nerone : ma io
ho per certo rappresentarsi qui il fatto di
Daniele, quando per far morire il Serpen-
te adorato da quei di Babilonia , gli diede
in bocca certa palla da lui comporta. L’ara
accesa indica il culto a quella bellia , e 1’
esser tenuta per Deità; in quel di Roma
disse 1’ Arringhi, parer che 1’ uomo le
porga cinque pani, perchè secondo il par-
lar del testo furon più masse. Il vederli
così di rado nes monumenti antichi la rap-
presentazione di querto fatto , nasee dall’
aver gli Ebrei computato bensì Daniele tra’
Scrittori siacri, ma non tra’ Profèti, come
Cassiodorio avverte nelle Divine Legioni, e
ancor più dal non aver avuto i testi Ebrai-
ci di Daniele l’irtoria di querto sierpente,
siopra di che veggasi S. Gerolamo nella
Prefazione.
Sopra querto monumento è Hata porta
un’ altra pietra con le figure di due corpi,
che hanno nimbo dietro il capo, abito Mo-
nadico, e libro siotto le mani. Vi fu forsè
porta quando nella fine del decimoquarto se-
cole popolar grido nacque di conservarsi
qui le reliquie di due Apostoli ; non fu per
altro /colpita con tale intento la pietra, per-
chè moslra un vecchio con barba , un gio-
vane lènza, e nel fondo un fanciullo.
L' altro pilo per la maniera alquanto mi-
gliore, e men lontana da quella de’ buoni
antichi, sifa credere anterior di tempo.Ha
nel mezo un tondo quali in figura di con-
chiglia , e dentro elio due bulli; a dritta d’
uomo con volume in mano, e con toga in
quel modo sinuata, che suol prenderli er-
roneamente per lato davo; asinirtra di don-
na , che sarà la moglie. Sotto si veggon pe-
core con due Pallori, il che anche in altre
antichità Crilfiane figurali : 1’ uno di elsi è
dileguato alsiai bene, e ritien la grazia delle
attitudini antiche. Dalle parti son canala-
ture ondeggiate,e su 1’ ertremità S. Pietro,
e S. Paolo palliati. Con le mani accollate
al petto 1’ uno tien le chiavi, l’altro la spa-
da ; son di ferro, e non è certo, che sieno an-
tiche quanto il marmo ; ma s’ anche forté-
to fiate rinovate, il modo con cui lo Scul-
tore fece, e lituo all’ uno, ed all’ altro la
man dritta, mostra che fin dalla prima co-
struttura 1’abbian tenute. I simboli nelle
immagini degli Apostoli non sogliono vera-
mente vederli se non di tempo alsiai basso,
ma le chiavi a S. Pietro in sogno d’autori-

 
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