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MODERNE
80
Me domlnum Verona fuum} me Brlxia
vldìt,
Parmaque cum Lucca, cum Feltro Mar-
chia tota.
Quest’edifizio è sontuoso, e ammirabile,
perchè posa tutto su quattro colonne archi-
travate in distanza di nove piedi. Sopra i
traversi pota un grandissimo, e grosso qua-
dro di Verde antico, che forma il piano Co-
pra del quale è collocata in mezo l’arca del
defonto. Quattro altre colonne sostentano
la volta, che fa coperto, e il fastigio co’
suoi ornamenti : nell’ ultima cima si vede
la (fatuaequertre di Martino, grande al na-
turale. Intorno è nobil recinto di pietra, e
di fèrro, con quattro pilastri, e statue ne-
gli angoli.
Cansignorio, che morì l’anno 1375 , vol-
le prima prepararsi il sepolcro, ed avanza-
re in ciò la magnificenza degli anteriori.
Non può certamente esser piùsuperbo,sup-
porta I’ angurtia grande del sito. Ha lei fac-
cio , ed è sortenuto da sei colonne, chereg-
gon prima un piano di bel marmo antico,
sopra il quale fiala grand'arca tutta irtoria-
ta. L’esfersi serviti nell’uno e nell’ altro di
questi mausolei di due sì gran pezzi di pre-
ziosi marmi, ed antichi, non tanto fu per
magnificenza, mentre reflancoperti,e qua-
li nascosti, quanto per sicurezza, atte sa la
maggior durezza e considenza de’marmi
orientali, e oltramarini. I capitelli hanno
la prima mano di belle foglie Corintie, ma
li devia nel rimanente . Sei altre colonne
reggon ? altissimo fastigio , nella cima del
quale fa bella mortra lo Scaligero a cavallo.
Il tutto è così operosamente ornato, e con
tanta spesa lavorato, che di maniera Goti-
ca, come suol chiamarli , difficilmente si
troverà cosa più nobile, e più bella. L’i-
scrizione è intorno nel fregio, ed è già data
publicata con 1’ altre da più d’uno de’ no-
stri, ma senza avere avvertito, eh’ altra ve
n’ha nel primo, e più basfo hstello col no-
me dell’ artefice. Hoc opus fculpfit, et fecit
Boninus de Camplgllono Mediolanenfis Dioce-
fts. Serra intorno un recinto di marmo ros-
so pur’ in sesfangolo con sei pilartri , sopra
quali i soliti tabernacoli quadrati con rtatue
di Santi, che fecero prolession d’ armi. E
notabile anche il serraglie, e cancello di fer-
ro con !♦ armi-delia Scala, perchè lavorato
con tal vaghezza di disegno, che nulla più
potrebbesi aspettare dalla bizarria moder-
na.
Finalmente nel secole del 1400 ripiglia-
to con fervore il colti vamento delle Greche
lettere, e de’buoni studj, anche? architet-
tura tornò a ristabilirsi, talché esiliata quel-
la maniera, che suol dirli Gotica, e abban-
donate le siottili, e improprie colonne, e i
capitelli di. capriccio , e le tante punte , e
foglie, e tabernacoli™, e risalti, con la con-
siderazione dell’ anticaglie Romane, e de-
gli avanzi di fabriche a’ buoni tempi eret-
te, si rimisero in uso i veri ed antichi ordi-
ni, Toscano, Dorico, sonico, Corintio,e
Romano, o vogliam dir Comporto. Lo Au-
dio, e ’l buon senso d’ingegno!! uomini, e
singolari venne poi continuando per modo ,
che nel 1500 si vide quell’ arte arrivata di
nuovo alla perfezione antica. Nè la Città
nortra fu inferiore a nissun’altra ne’ Sogget-
ti, che in tal grado ritornarono l’Architet-
tura, anzi di erta pure useiron quelli, che
a tutte querte parti del fano, e del perfet-
to operare diederl’esempio. LasciandoAn-
tonio Rivio,o Riccio, che Veronese, efta-
Usarla, et architettura clarìjfimus, vien detto
da Matteo Colaccio ne’ suoi opuscoli stam-
patinel 1498 in Venezia , due lumi di quell’
arte nacqueroqui circa la metà del decimo-
quinto secole, a’ quali non molti sono che
pollano agguagliarli.
Farem principio daGiovan Maria Falco-
netto, che applicò prima , e si esercitònel-
la pittura, ma invaghitoli poi del? archi-
tettura, cominciò a far’ ©nervazione sopra
le antichità che qui abbiamo , e a ritrarlc
con somma diligenza . Portatoli dipoi a
Roma vi si. trattenne dodici anni, misuran-
do, e disegnando quante anticaglie vi si tro-
vano. Tornato in patria, mentr’era agita-
ta dalla guerra, e tenuta da Tedeschi, po-
co potè operare in quell’arte, e più torto
fece qualche cosa di pittura,© così in Tren-
to, dove poi su costretto a ritirarli. Ma
finalmente pasiàto a Padova, innamoraron-
si di lui Pietro Bembo, e Luigi Cornato
Senatore di grand’animo, e di molto sape-
re, il quale non trovando chi più belli, e
meglio pensati disegni facertè, nè chi me-
glio seifrasse Vitruvio, se lo prese predo di
lui, e vel tenne fin ch’ebbe vita . Per ve-
der le antichità, ch’ivi rimangono, si traf-
ferì Falconetto a Pola. In Padova operò
più che altrove. Due porte della Città vi
sece col ricetto per le guardie: venendo da
Vicenza si vede scritto su la pilartrata in-
terna (sinistra entrando) lo-Mar. Falconet-
ti Veron. Architetias. D’altre sue opere, e
de’ modelli di Palazzi, e Chiese da lui fat-
ti, e del? aver lui insognato a metter’in ope-
ra gli stucchi , veggasi il Vasari, che dice
ancora, com’ei fu uomo di gran coraggio,
e di genio allegro, e bel parlatore, e argu-
to ne’ motti; e dice, com’ei fu il primo,
che mettesie indisegno Teatri, ed Anfitea-
tri , e ne trovassè le piante ; e come ripie-
no
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Me domlnum Verona fuum} me Brlxia
vldìt,
Parmaque cum Lucca, cum Feltro Mar-
chia tota.
Quest’edifizio è sontuoso, e ammirabile,
perchè posa tutto su quattro colonne archi-
travate in distanza di nove piedi. Sopra i
traversi pota un grandissimo, e grosso qua-
dro di Verde antico, che forma il piano Co-
pra del quale è collocata in mezo l’arca del
defonto. Quattro altre colonne sostentano
la volta, che fa coperto, e il fastigio co’
suoi ornamenti : nell’ ultima cima si vede
la (fatuaequertre di Martino, grande al na-
turale. Intorno è nobil recinto di pietra, e
di fèrro, con quattro pilastri, e statue ne-
gli angoli.
Cansignorio, che morì l’anno 1375 , vol-
le prima prepararsi il sepolcro, ed avanza-
re in ciò la magnificenza degli anteriori.
Non può certamente esser piùsuperbo,sup-
porta I’ angurtia grande del sito. Ha lei fac-
cio , ed è sortenuto da sei colonne, chereg-
gon prima un piano di bel marmo antico,
sopra il quale fiala grand'arca tutta irtoria-
ta. L’esfersi serviti nell’uno e nell’ altro di
questi mausolei di due sì gran pezzi di pre-
ziosi marmi, ed antichi, non tanto fu per
magnificenza, mentre reflancoperti,e qua-
li nascosti, quanto per sicurezza, atte sa la
maggior durezza e considenza de’marmi
orientali, e oltramarini. I capitelli hanno
la prima mano di belle foglie Corintie, ma
li devia nel rimanente . Sei altre colonne
reggon ? altissimo fastigio , nella cima del
quale fa bella mortra lo Scaligero a cavallo.
Il tutto è così operosamente ornato, e con
tanta spesa lavorato, che di maniera Goti-
ca, come suol chiamarli , difficilmente si
troverà cosa più nobile, e più bella. L’i-
scrizione è intorno nel fregio, ed è già data
publicata con 1’ altre da più d’uno de’ no-
stri, ma senza avere avvertito, eh’ altra ve
n’ha nel primo, e più basfo hstello col no-
me dell’ artefice. Hoc opus fculpfit, et fecit
Boninus de Camplgllono Mediolanenfis Dioce-
fts. Serra intorno un recinto di marmo ros-
so pur’ in sesfangolo con sei pilartri , sopra
quali i soliti tabernacoli quadrati con rtatue
di Santi, che fecero prolession d’ armi. E
notabile anche il serraglie, e cancello di fer-
ro con !♦ armi-delia Scala, perchè lavorato
con tal vaghezza di disegno, che nulla più
potrebbesi aspettare dalla bizarria moder-
na.
Finalmente nel secole del 1400 ripiglia-
to con fervore il colti vamento delle Greche
lettere, e de’buoni studj, anche? architet-
tura tornò a ristabilirsi, talché esiliata quel-
la maniera, che suol dirli Gotica, e abban-
donate le siottili, e improprie colonne, e i
capitelli di. capriccio , e le tante punte , e
foglie, e tabernacoli™, e risalti, con la con-
siderazione dell’ anticaglie Romane, e de-
gli avanzi di fabriche a’ buoni tempi eret-
te, si rimisero in uso i veri ed antichi ordi-
ni, Toscano, Dorico, sonico, Corintio,e
Romano, o vogliam dir Comporto. Lo Au-
dio, e ’l buon senso d’ingegno!! uomini, e
singolari venne poi continuando per modo ,
che nel 1500 si vide quell’ arte arrivata di
nuovo alla perfezione antica. Nè la Città
nortra fu inferiore a nissun’altra ne’ Sogget-
ti, che in tal grado ritornarono l’Architet-
tura, anzi di erta pure useiron quelli, che
a tutte querte parti del fano, e del perfet-
to operare diederl’esempio. LasciandoAn-
tonio Rivio,o Riccio, che Veronese, efta-
Usarla, et architettura clarìjfimus, vien detto
da Matteo Colaccio ne’ suoi opuscoli stam-
patinel 1498 in Venezia , due lumi di quell’
arte nacqueroqui circa la metà del decimo-
quinto secole, a’ quali non molti sono che
pollano agguagliarli.
Farem principio daGiovan Maria Falco-
netto, che applicò prima , e si esercitònel-
la pittura, ma invaghitoli poi del? archi-
tettura, cominciò a far’ ©nervazione sopra
le antichità che qui abbiamo , e a ritrarlc
con somma diligenza . Portatoli dipoi a
Roma vi si. trattenne dodici anni, misuran-
do, e disegnando quante anticaglie vi si tro-
vano. Tornato in patria, mentr’era agita-
ta dalla guerra, e tenuta da Tedeschi, po-
co potè operare in quell’arte, e più torto
fece qualche cosa di pittura,© così in Tren-
to, dove poi su costretto a ritirarli. Ma
finalmente pasiàto a Padova, innamoraron-
si di lui Pietro Bembo, e Luigi Cornato
Senatore di grand’animo, e di molto sape-
re, il quale non trovando chi più belli, e
meglio pensati disegni facertè, nè chi me-
glio seifrasse Vitruvio, se lo prese predo di
lui, e vel tenne fin ch’ebbe vita . Per ve-
der le antichità, ch’ivi rimangono, si traf-
ferì Falconetto a Pola. In Padova operò
più che altrove. Due porte della Città vi
sece col ricetto per le guardie: venendo da
Vicenza si vede scritto su la pilartrata in-
terna (sinistra entrando) lo-Mar. Falconet-
ti Veron. Architetias. D’altre sue opere, e
de’ modelli di Palazzi, e Chiese da lui fat-
ti, e del? aver lui insognato a metter’in ope-
ra gli stucchi , veggasi il Vasari, che dice
ancora, com’ei fu uomo di gran coraggio,
e di genio allegro, e bel parlatore, e argu-
to ne’ motti; e dice, com’ei fu il primo,
che mettesie indisegno Teatri, ed Anfitea-
tri , e ne trovassè le piante ; e come ripie-
no