a
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anche corno, e con quadrato , com’ avea
pur fatto Pier Cutaneo nell’ultimo suo di-
leguo, ma in due altre maniere ancora. Al
Vauban parimente si attribuire il deseri-
vate con linea curva il rimanente del fian-
co, Inneggiandolo verso l’interiore; quan-
do quello fu un de’modi insegnati dal Mar-
chi nella tavola 84, nella 112, nella 125,
e altrove. Del raddoppiar le piazze, tri-
plicando gli ordini d’artiglieria nel fianco ,
vien satto autore il Pagan: ma lo fece già
•il Castriotto, come può vederli nel disegno
della sua carta 46 ; il che lodolsi dal Maggi
per l’ importanza di moltiplicar ledifese da
i fianchi. Così il Teti parla delle feconde ,
l, i.c. 14. e ter^e piagge, che foglion far fi in elafe un fian-
cale il Marchi le mostra nella Pianta 135 ,
e sopra la 45 insogna il modo di fare anche
senza esse quattro disese, tra le quali una
di mosehetteria, che si tien modo proprio
del Vauban. E quel che si chiama metodo
Franzese, e quel che si chiama Olandese
ne’ varj modi dall’ istessò Marchi proporti
appariseono. Cavalieri si veggon ne’nostri
in tutti i lìti . Capponiere insegnaron elsi
prima nelle contramine con feritoie . Ma-
niere di ridurre in moderno i vecchi recin-
ti, fecero veder molte e molte. Della cu-
netta avea trattato fino il Leonardi presso
il Barbaro; alcun de’nostri la chiamò con-
trafossò. La falsabraga ch’altri crede origi-
nata in Francia, ed altri in Fiandra , era
già in uso in Italia nel decimosesto secolo,
ma con diverso nome, cioè di barbacane.
Veggasi il Marchi in molte delle sue tavo-
le , ove figura in più maniere quella difesa
per disputare il passaggio del fosso; or tut-
ta all’ intorno, or dinanzi alle cortine so-
lamente, ed ora in linea retta, or con an-
tolo : di nuova maniera propose una falsa-
raga il Tensini con nome di barbacanone .
Il far la cortina a denti, talché venga ad
acquistar fianchi, vien detto ordine rinfor-
zato: il Mailer, per riferirlo lo prende dal
P. Bourdin, e lo dice attribuito anche a
diversi Spagnuoli;ma fu inventato dal Ca-
striotto, il quale così ordinò due Forti fin
nella guerra della Mirandola del 1552: veg-
gasi la sua pagina 6 r, e 90. In altro modo
rinforzar voleano il Tartaglia, e l’Alghisi ,
facendo la cortina a forbice, e con angolo
entrante, con che la metà delle mura po-
tesse difender l’altra. A quello aggiunse il
Marchi di metter casematte nell’angolo; e
mostrò ? uso della piattaforma, e delle
tenaglie, e più altri modi specolò di rin-
forzar le difese, e di raddoppiare il fossò,
e ’l terrapieno, che si dice inventato dal
Pagan, e di crescer fianchi anche a baluar-
di , e un modo particolare ne mostrò nella
Ver. lllufir. Parte III
tavola 34, inventato da Giovanni di San
Gallo, e mesiò in opera a Roma in tempo
di Paolo III. Il metodo del Pagan di fare
un bastion piccolo nel grande, talché supe-
rato il primo trovino i nimici nuovo muro
angolato, e nuovo fosso, era flato già mo-
llato dal Marchi nel suo disegno 125, e
nel susseguente . Ma poiché la singolarità
del fortificar del Vauban, raffinato poi da
Tedeschi, e da Olandesi, come si mostra
nel libro dello Sturm scritto in Franzese ,
par consistere negli citeriori, cioè nelle con-
troguardie , nelle lunette , nelle mezelu-
ne, ne’ rivelini , nelle tenaglie, nelle tra-
verfe, e ne' rivelini con fianchi ; per non
mandare il Lettor qua e là a varj de* nostri,
seorra egli il solo Marchi più volte nomi-
nato, e vegga in quante maniere quali tut-
te quelle cote rappresentò , e deserisse .
Bench’ei non fosse uomo scientifico, rnira-
bil fu l’ingegno suo nell’ aver’ideate cento
e sessanta maniere di fortificazioni, e com”
ei dice' nel Proemio , trovate la maggior
parte da lui. Così avess’egb perfezionato,
e publicato da se il suo gran volume, nel
quale alcune volte non corrispondono i di-
legni alle parole, e l’ordine ancora non so
se ila da credere il suo. Quelle due lunghe
facce, concili copronfi dal Vauban 1 suoi
bastioni, e che modernamente si chiama-
no Cont r agitar dìe, e nel modo medeumo, e
in altri veggonsi pulitamente insognate dal
Marchi. Quelle due ftrisee, per dir così,
accompagnate da rivelino, ch’or si mostra-
no intorno alle piazze tutte , da lui pari-
mente fur divisate, e porte innanzi : veg-
gansi tra 1* altre le tavole 81, 129, 135,
14.5. anzi di quelle cole mostra egli appun-
to compiacersi Angolarmente d’essère flato
inventore. Vero è, che sono ora flati cam-
biati i nomi, perch’ei chiamò quelli lavori
puntoni, ed aloni, quasi grand’ ali, e gran
punte; ma veggasi in grazia con qual pro-
prietà siano dagli stranieri flati per cagion
d’esempio chiamati lunette gli aloni. Del
mettere davanti al baloardo un rivelino con
fianchi, quasi bastione fiaccato,che copra,
e contenga quel del recinto, veggasi l’esem-
pio precido nella tavola 127, e con di più
una casamatta ne i fianchi. Veggansi le te-
naglie nel fosso nella in. e più altre delle
moderne cose qua e là : ma facciam fine
ornai, avvertendo solamente ancora, come
con quanto finor si è detto, non intendia-
mo però di derogar punto alla lode, che
non solamente al Vauban , ma a diverfi
Scrittori , e ingegneri Oltramontani ben
! con giuflizia si dee , i quali negli ultimi
tempi si sono in quella materia segnalati di-
] silatamente.
H Non
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anche corno, e con quadrato , com’ avea
pur fatto Pier Cutaneo nell’ultimo suo di-
leguo, ma in due altre maniere ancora. Al
Vauban parimente si attribuire il deseri-
vate con linea curva il rimanente del fian-
co, Inneggiandolo verso l’interiore; quan-
do quello fu un de’modi insegnati dal Mar-
chi nella tavola 84, nella 112, nella 125,
e altrove. Del raddoppiar le piazze, tri-
plicando gli ordini d’artiglieria nel fianco ,
vien satto autore il Pagan: ma lo fece già
•il Castriotto, come può vederli nel disegno
della sua carta 46 ; il che lodolsi dal Maggi
per l’ importanza di moltiplicar ledifese da
i fianchi. Così il Teti parla delle feconde ,
l, i.c. 14. e ter^e piagge, che foglion far fi in elafe un fian-
cale il Marchi le mostra nella Pianta 135 ,
e sopra la 45 insogna il modo di fare anche
senza esse quattro disese, tra le quali una
di mosehetteria, che si tien modo proprio
del Vauban. E quel che si chiama metodo
Franzese, e quel che si chiama Olandese
ne’ varj modi dall’ istessò Marchi proporti
appariseono. Cavalieri si veggon ne’nostri
in tutti i lìti . Capponiere insegnaron elsi
prima nelle contramine con feritoie . Ma-
niere di ridurre in moderno i vecchi recin-
ti, fecero veder molte e molte. Della cu-
netta avea trattato fino il Leonardi presso
il Barbaro; alcun de’nostri la chiamò con-
trafossò. La falsabraga ch’altri crede origi-
nata in Francia, ed altri in Fiandra , era
già in uso in Italia nel decimosesto secolo,
ma con diverso nome, cioè di barbacane.
Veggasi il Marchi in molte delle sue tavo-
le , ove figura in più maniere quella difesa
per disputare il passaggio del fosso; or tut-
ta all’ intorno, or dinanzi alle cortine so-
lamente, ed ora in linea retta, or con an-
tolo : di nuova maniera propose una falsa-
raga il Tensini con nome di barbacanone .
Il far la cortina a denti, talché venga ad
acquistar fianchi, vien detto ordine rinfor-
zato: il Mailer, per riferirlo lo prende dal
P. Bourdin, e lo dice attribuito anche a
diversi Spagnuoli;ma fu inventato dal Ca-
striotto, il quale così ordinò due Forti fin
nella guerra della Mirandola del 1552: veg-
gasi la sua pagina 6 r, e 90. In altro modo
rinforzar voleano il Tartaglia, e l’Alghisi ,
facendo la cortina a forbice, e con angolo
entrante, con che la metà delle mura po-
tesse difender l’altra. A quello aggiunse il
Marchi di metter casematte nell’angolo; e
mostrò ? uso della piattaforma, e delle
tenaglie, e più altri modi specolò di rin-
forzar le difese, e di raddoppiare il fossò,
e ’l terrapieno, che si dice inventato dal
Pagan, e di crescer fianchi anche a baluar-
di , e un modo particolare ne mostrò nella
Ver. lllufir. Parte III
tavola 34, inventato da Giovanni di San
Gallo, e mesiò in opera a Roma in tempo
di Paolo III. Il metodo del Pagan di fare
un bastion piccolo nel grande, talché supe-
rato il primo trovino i nimici nuovo muro
angolato, e nuovo fosso, era flato già mo-
llato dal Marchi nel suo disegno 125, e
nel susseguente . Ma poiché la singolarità
del fortificar del Vauban, raffinato poi da
Tedeschi, e da Olandesi, come si mostra
nel libro dello Sturm scritto in Franzese ,
par consistere negli citeriori, cioè nelle con-
troguardie , nelle lunette , nelle mezelu-
ne, ne’ rivelini , nelle tenaglie, nelle tra-
verfe, e ne' rivelini con fianchi ; per non
mandare il Lettor qua e là a varj de* nostri,
seorra egli il solo Marchi più volte nomi-
nato, e vegga in quante maniere quali tut-
te quelle cote rappresentò , e deserisse .
Bench’ei non fosse uomo scientifico, rnira-
bil fu l’ingegno suo nell’ aver’ideate cento
e sessanta maniere di fortificazioni, e com”
ei dice' nel Proemio , trovate la maggior
parte da lui. Così avess’egb perfezionato,
e publicato da se il suo gran volume, nel
quale alcune volte non corrispondono i di-
legni alle parole, e l’ordine ancora non so
se ila da credere il suo. Quelle due lunghe
facce, concili copronfi dal Vauban 1 suoi
bastioni, e che modernamente si chiama-
no Cont r agitar dìe, e nel modo medeumo, e
in altri veggonsi pulitamente insognate dal
Marchi. Quelle due ftrisee, per dir così,
accompagnate da rivelino, ch’or si mostra-
no intorno alle piazze tutte , da lui pari-
mente fur divisate, e porte innanzi : veg-
gansi tra 1* altre le tavole 81, 129, 135,
14.5. anzi di quelle cole mostra egli appun-
to compiacersi Angolarmente d’essère flato
inventore. Vero è, che sono ora flati cam-
biati i nomi, perch’ei chiamò quelli lavori
puntoni, ed aloni, quasi grand’ ali, e gran
punte; ma veggasi in grazia con qual pro-
prietà siano dagli stranieri flati per cagion
d’esempio chiamati lunette gli aloni. Del
mettere davanti al baloardo un rivelino con
fianchi, quasi bastione fiaccato,che copra,
e contenga quel del recinto, veggasi l’esem-
pio precido nella tavola 127, e con di più
una casamatta ne i fianchi. Veggansi le te-
naglie nel fosso nella in. e più altre delle
moderne cose qua e là : ma facciam fine
ornai, avvertendo solamente ancora, come
con quanto finor si è detto, non intendia-
mo però di derogar punto alla lode, che
non solamente al Vauban , ma a diverfi
Scrittori , e ingegneri Oltramontani ben
! con giuflizia si dee , i quali negli ultimi
tempi si sono in quella materia segnalati di-
] silatamente.
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