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Maffei, Scipione; Vallarsi, Jacopo [Bearb.]; Berno, Pierantonio [Bearb.]
Verona Illustrata (Parte Terza): Contiene La Notizia Delle Cose In Questa Citta' Piu' Osservabili — In Verona: Per Jacopo Vallarsi, e Pierantonio Berno, 1732

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Capo quinto: Mura, e Bastioni
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https://doi.org/10.11588/diglit.62319#0060
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Veronese. Più di proposito ne discorre il
volume, che di GiacopoCaftriotto (ilqual
fu in tempo di Giulio III) e di Gerolamo
Maggi unitamente le fatiche comprende.
Errori pretese di scoprire in elsi GalassoAI-
ghilì da Carpi, che diffùso tomo publicò
nel 1570. Ne trattò Buonaiuto Lorini in
cinque libri,e nella edizion seconda in sei;
Carlo Teti in otto . Poco appresfo ufcì 1’
opera diGioanBattista Bellici:ma neli599
fu stampata in Brescia la più ampia di tut-
te, cioè quella di Francesco Marchi Bolo-
gnese, intitolata dell- Architettura Militare,
lavorata da lui molt’anni avanti , e che è
data pagata a nostri giorni fin venti doppie.
Con lo stesiò titolo nello spirare del fecolo
scrilse, e diede in luce il suo libro Gabriel
Busca Milanese. Tutti quelli son del 1500,
quando tra l’altre nazioni il primo, che di
moderna Fortisicazione trattasse ragionevol-
mente , fu Errard Barleduc, quale (lam-
po a Parigi nel 1604. Perciò il Mallet, au-
tor dell’ opera intitolata Lavori di Marte,
non sapendo più oltre, o non volendo sape-
re, dille nella prefazione alla terza parte,
avere scritto delle Fortificazioni secondo le
massime di tutti quelli che n’ avean tratta-
to , facendo principio da Errard. Nè i nostri
di quel secolo son già qui annoverati tut-
ti, ma quelli, ch’ora ho siotto 1’ occhio,
non venendomi dato tempo di farne mag-
gior ricerca. Citansi dal Maggi il Capitan
Frate da Modana ,eGioan Battista Belluc-
ci detto il San Marino, la cui operetta del
modo di fortificare, scritta intorno al 15 50,
è nominata dal Vaiati . Citansi dal Busca
Domenico Mora, il Capitan Genga, e ope-
, retta di Francesco Lupicini . Tralascio al-
quanti, che alcun capitolo ne inserirono,©
leggermente ne toccarono, tra quali fu Ge-
rolamo Ruscelli ne’ Precetti della milìzia, e
dipoi lo Scamozi nell’Architettura; e tra-
lascio quelli parimente, che molto opera-
rono in Italia , e fuori, ma non si sa che
scrivessèro: tra quali assai ricordato si tro-
va il Conte Giulio Savorgnani, e il Cava-
lier Paciotto da Urbino. Una Storia apen-
na della Lega di Cambrai attribuiscea Bar-
tolomeo d’Alvianol’essère slato ilprimo^b'
abbia ingegnato a fortificar le terre. Nè man-
carono nel sussèguente secolo bravi profes-
soridi tal’arte,e Scrittori. Giovan Frances-
co Fiammelli , Francesco Tensini, Pietro
Paolo Floriani, Alesfandro Grotta, Alesi
sandro Lombardi, Pietro Ruggeri ne trat-
tarono ampiamente . Due opere compose
Pietro Sardi nell’ istessa materia. Annibaie
Porroni ne scrilse diffùsamente nel suo Trat-
tato Militare. Donato Rossetti, prima Let-
tore a Pisa, publicò in Torino la suaFor-

BASTIONI 112
tificafonearovefcìonel 1678. poco dopo il suo
trattato Alessandro Capra Cremonese , e
un Compendio della Fortificazione nel 1694
Giulio Alberghetti Veneziano. Nel 1720
uscì un libretto del P. Ercole Corazzi Òli-
vetano in disèsa del Marchi contra il Mal-
i let. Ci saranno in oltre quelli che a mia no-
tizia non sono; ma quelli soli considerando,
che son quali tutti volumi in fòglio , chi si
prenderà cura di scorrergli attentamente,e
conoscerà in Italia nati que’lavori militari,
ch’or padano sott’altri nomi, e più manie-
re vedrà non note a quelli, ch’hanno cerca-
to di raccoglierle tutte, perchè tutti i no-
stri libri non videro. Vera cosa è, che nel
palsato secolo si è data maggior’ aria di scien-
za a quello studio, con trattarne pervia
di Proposizioni, e Problemi, e con far ta-
vole per la quantità degli angoli, e delle li-
nee, e con calcolare per via di Logaritmi,
e di Seni; ma tutto ciò niente aggiunge al-
la sostanza dell’opere, ed avean già i primi
nostri Tartaglia, e Cataneo, e il Maggi, e
li da lui citati, prescritte, e limitate secon-
do i diversi lor pareri le misure de i lati, e
delle facce, e delle cortine, e de’fianchi ,e
della division loro, in che tuttosi compren-
de, II modo, eie misure per le Fortezze
quadrate , cinquangole , sesangole , e set-
tangolari si cominciò a mostrare fin dal Ca-
taneo. Principj geometrici prima d’altri co-
minciò a premettere avanti d’ entrare in
materia il Lorini : problemi propose il Fiam-
melli : di trigonometria, e di calcoli mol-
to uso fece il Lombardi.
Ma consistendo nella forma dell’opere,
e non ne’problemi quella professione, e il
srutto di ella, postiam toccar di passàggio,
come al Vauban, e ad altri moderni vien’ at-
tribuito l’orecchione , con cui si copron le
cannoniere del sianco ; quando il primo de’
nostri, che publicasfe disegni, cioè Pietro
Cataneo, e il secondo ancora , che fu Ge-
rolamo pur Cataneo, così per 1’ appunto
gli espressero, e disfe il primo, che se per
la forma del recinto troppo si dimostrassè-
ro i fianchi al nimico, in tal caso perchè
non possàno essèr’imboccate le cannoniere,
che fon nel parapetto delle piazze basse,
debbasi in quel modo coprirle , overo pro-
lungare in quadro la spalla , essendo sopra
ciò slati diversi i pareri, benché la maggior
parte fin nel 1500 fi appigliasfero all’or-
recchion rotondo , come ne’ sopracennati
Autori ben può vederli : il San Marino
presio il Maggi non volea che si pasiasse un
mezo tondo, dicendo , che chi vuol co-
prirli tanto, non iscuopre. Il Marchi nella
tavola 130 figura baloardi non sidamente
j con orecchion tondeggiante, ch’ei chiamò
an-
 
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