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Memorie della Regale Accademia Ercolanese di Archeologia — 2.1833

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Jannelli, Cataldo: Osservazioni sulle interpretazioni date ad una pittura pompeiana dai Signori Raoul-Rochette, Guarini, Ed Hirt
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https://doi.org/10.11588/diglit.10821#0300

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( 288 )

maeslà e signoria, che mostra aver chiaramente il nostro
Tipo. Secondo perchè Pitho è sempre vestita, e sempre
vestita dee rappresentarsi chi vuol adornare , abbellire ,
vestir chechesia pur di parole e d' idee , e '1 nostro
Tipo è pressoché tutto nudo. Terzo perchè dagli esempii
certi di tal Pitho si raccoglie esser suo simbolo caratte-
ristico , oltre il modio sul capo, un' aria di meditazione,
di riflessione , di circospezione opportunissima al di lei
carattere, e che non si scorgono nella parte del volto, che
resta , e nella positura del corpo, e nella situazione delle
braccia del nostro Tipo. E quarto finalmente perchè nè Pi-
tho, nè Suada, nè Suadela han potuto mai aver che fare
con Marte e Rea-Silvia : perciocché Ovidio seguendo le
tradizioni costantissime ed unanimi de' Romani scrisse
cosi (1) :

Blanda quies far tini victis obrepsit ocellis,
Et cadit ci mento languida facta manus.

Mars vidii hanc, visamque cupit, potiturque oupita,
Et sua Divina furta fefellit ope.

Somnus abit, iacet ipsa gravis, ia/n scilicet intra
Viscera Romanae condiior Urbis e rat.

Lascio ora al Signor Raoul-Rochette il decidere, che ab-
bia a far Pitho e Suadela in uno stupro violento fatto
in brevissimo tempo a Vestale ignorante e dormiente.

(0 Fastor. III. y. so

A
 
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