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Guattani, Giuseppe Antonio [Editor]
Memorie enciclopediche romane sulle belle arti, antichita etc — 1.1806 [Cicognara, 1324A]

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Roma
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https://doi.org/10.11588/diglit.8989#0027
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14

segnate sul modello originale dal Signor Francesco Cecchi pittore,
insieme coli' esatta descrizione , al momento che sarà compito .
Intanto essendoci venute alle mani alcune sestine scritte su di esso
dal Signor Filippo Pistrucci Pittore e Poeta , ci prendiamo la li-
bertà di pubblicarle per averle trovate piene d' imaginazione , e
confacenti a spiegare la poetica idea ch'ebbe nella composizione ,
l'autore di si bel Gruppo .

i.

Non ti muova pietà : l'acciaro immergi
Anche in- quel sen , che ti domanda aita ,
Valoroso guerier , e il manto aspergi
Del sangue , che spruzzò di sua ferita ,
Donalo in pasto ai cani , e poi ti vanta ,
Giacche si trova chi ti esalta , e canta .

Ah mai non fia, che tali oltraggi, ed onte
Per te soffra natura : Elmo stridente
Di sangue uman contaminato in fronte
Non ti distingue , o Acquisti ; eppur si sente
Il tuo nome eccheggiar pei inerti tuoi,
Che rimbomba la fama ai lidi Eoi.
3-

Per te si mira furibondo Marte,
Che al campo del morir rivolge il piede,
E mostra di partire , ed anzi parte
Innanzi a Lei , cui tutto il mondo cede , i
Sciogliendo il labbro nel momento atroce
In tai parole privo d'alma , e voce -
4-

Dunqu' io mi fermerò ? Dunque le palme
Che l'Arabia Idumea per me ha raccolte 5
Degni premj al valor delle grandi alme ,
Appassir si dovran tra il fango involte?
Dove i trionfi miei , dove gli allori ?
Dove i trofei, le pompe , i don , gli onori ?
f-

Avrà sudato dunque invan colui ,
Che di sangue in un fiume alzato un monte
Di cadaveri avrà ? Che ai colpi sui
Viepiù pesanti del martel di Bronte
Trite le membra , e fracassate , e infrante ,
Avrà morte spietata , e trionfante ?

6.

Eh lascia ornai, sì lascia alle sue cure
Marte partir , che l'Universo il brama :
L'orrida compagnia delle sventure
Già mi scroscia d'intorno , e mi richiama':
Non odi l'urlo , 1' oppression , lo stento ,
La vendetta , il furore , e lo spavento ì

7-

Vanne dunque Iontan di pace , o Dea,
Altro Nume a cercare , altra speranza,
Addio non più : già la bilancia Astrea
Librata con la man , sfortuna avanza :
Stanco già son , già mi fermasti assai,
Di lasciarti, e partire è tempo ormai .
8.

Va pur , va pur , non ti fermar ( risponde
Venere sconsolata , ed io la sento )
Vanne lungi da me : ricerca altronde
Eguale al tuo desir truce contento .
Da te divisa , io piangerò mìa sorte ,
E lieto riderai tu in mezzo a morte .

Vanne , calpesta umanità dolente
Fra le ruine , gli omicidj , e il sangue j
Ergi le palme , e non curar gemente
Natura oppressa , che sospira , e languc :
Torna di Teti a lacerare il grembo,
Torna a Cibele a trapassare il lembo.
io.

Io non t'arresto ; in odio forse avrai
Questo cor che per te palpita in seno ,
Sol ti ferma un momento , e i torvi rai
A me rivolgi un'altra volta almeno ,
Poi vanne dove il genio tuo ti chiama ,
Venere il chiede, e dal suo Marte il brama.,

li*

Da Marte , che già tante volte , e tante
Non curando le palme , ed i trofei,
Sovra erbosa collina , ed olezante
Pieno d'amor s'assise accanto a lei,
L'ardor spiegando in mille guise, e milk
■Che sfavillava dalle sue pupille .

] 2.

Rideva intanto sulla bionda messe
L'assiso Agricoltore a Nice accanto ,
E lieti i pastorelli in l'ombre spesse
Delle avene al suonar scioglieano il canto,
E vagando tranquilli a schiere a schiere
Ai ler conceati risposdean le Sfere «
 
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