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O. MARUCCHI
❖
* *
Era già noto (ed il De Rossi lo aveva osservato) che l’epi-
gramma 26 « Istic insontes, etc. » copiato nella silloge di Verdun
insieme all’altro « Sumite perpetuam », fu trascritto assai scorret-
tamente nella antologia del codice della biblioteca nazionale di
Parigi, 8071; la quale antologia fu compilata circa il nono
secolo e contiene molte iscrizioni metriche copiate da sillogi
diverse.
Il carme trascritto nell’antologia, quantunque storpiato in
modo incredibile, si riconosce con ogni certezza identico a quello
della silloge di Verdun qui sopra indicato col n° 26; e basta
confrontarli ambedue per esserne persuasi. Ecco lo scorretto
testo della antologia:
« ista infans celesti fiumine pastoris summi (?) dextera signantes
bue undis generate veni quo spo ad unum sps ut capias te sua
dona vocat te cruce suscepte mundi... ligne magis munitus
hacratrine loci » (sic)
Innanzi proprio a questo carme nella stessa antologia ne è
trascritto un altro, pure assai guasto e scorretto, che qui esat-
tamente riproduco :
« Umbrosis prope stabat fìculnea ramis frondentes de fus
et... quas per tintadam uvi (?) entem dapibus raso de cortice
librimi adfuit et viride solatur veste ruborem Induit simili niulier
lacrimabilis iste Quosq ; pavit misero fallax insania pomo vestivit
1 De Rossi, Inscr. CristI, II, p. 247, 11. Ripeterò qui il testo cor-
retto dato dalla silloge di Verdun perchè se ne possa vedere immediata-
mente la identità: « Istic insontes celesti flumine lotas — Pastoris summi
dextera signat oves ■— Huc undis generate veni quo sanctus ad unum
— Spiritus ut capias te sua dona vocat. — Tu cruce suscepta mundi
vitare procellas — Disce magis monitus hac ratione loci •— ».
O. MARUCCHI
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Era già noto (ed il De Rossi lo aveva osservato) che l’epi-
gramma 26 « Istic insontes, etc. » copiato nella silloge di Verdun
insieme all’altro « Sumite perpetuam », fu trascritto assai scorret-
tamente nella antologia del codice della biblioteca nazionale di
Parigi, 8071; la quale antologia fu compilata circa il nono
secolo e contiene molte iscrizioni metriche copiate da sillogi
diverse.
Il carme trascritto nell’antologia, quantunque storpiato in
modo incredibile, si riconosce con ogni certezza identico a quello
della silloge di Verdun qui sopra indicato col n° 26; e basta
confrontarli ambedue per esserne persuasi. Ecco lo scorretto
testo della antologia:
« ista infans celesti fiumine pastoris summi (?) dextera signantes
bue undis generate veni quo spo ad unum sps ut capias te sua
dona vocat te cruce suscepte mundi... ligne magis munitus
hacratrine loci » (sic)
Innanzi proprio a questo carme nella stessa antologia ne è
trascritto un altro, pure assai guasto e scorretto, che qui esat-
tamente riproduco :
« Umbrosis prope stabat fìculnea ramis frondentes de fus
et... quas per tintadam uvi (?) entem dapibus raso de cortice
librimi adfuit et viride solatur veste ruborem Induit simili niulier
lacrimabilis iste Quosq ; pavit misero fallax insania pomo vestivit
1 De Rossi, Inscr. CristI, II, p. 247, 11. Ripeterò qui il testo cor-
retto dato dalla silloge di Verdun perchè se ne possa vedere immediata-
mente la identità: « Istic insontes celesti flumine lotas — Pastoris summi
dextera signat oves ■— Huc undis generate veni quo sanctus ad unum
— Spiritus ut capias te sua dona vocat. — Tu cruce suscepta mundi
vitare procellas — Disce magis monitus hac ratione loci •— ».