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Nuovo bullettino di archeologia cristiana: ufficiale per i resoconti della Commissione di Archeologia Sacra sugli Scavi e su le Scoperte nelle Catacombe Romane — 27.1921

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Franchi de'Cavalieri, Pio: Il sarcofago di S. Elena prima dei restauri del secolo XVIII.
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https://doi.org/10.11588/diglit.19835#0025

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care un nuovo disegno, come fece sei anni dopo E. Pistoiesi (Il
Vaticano descritto V tav. 116), egli preferì riprodurre, in piccole
proprozioni, il disegno antico (voi. IV, sculpt. tav. IV 1) (1).

Quella poi del Piranesi (Antichità di Roma III tav.- 19; cf.
H. Focillon G. B. Piranesi, Essai de catalogue raisonné de son
oeuvre, Paris 1918, p. 28 n. 303) non è una semplice copia del sar-
cofago, ma un vero quadro, come egli li sapeva comporre. L'arca
porfiretica, nella quale Costantino il Grande mandò a deporre con
regia pompa (Eus. de cita Const. Ili 47, 1 ed. Heikel p. 97, 13 s.) la
lagrimata spoglia della madre e che poi circondò di tanti preziosi
segni del suo amor filiale e della sua pietà (lib. pont. p. 66, 2 ss.
ed. Mommsen), giace, barbaramente violata ed infranta, in uno
spazzo ingombro di piante selvatiche e di sassi. Diresti che le varie
parti, raccozzate alla meglio, tengano insieme a mala pena, ne
temi prossimo un nuovo crollo e la dispersione. Nello sfondo s'in-
curvano malinconicamente i ruderi della rotonda ad duas lauros (2),

toccare le figure, le quali, senza divenire eleganti, hanno perduto il pregio del-
l'antichità che avevano dapprima » (parole di F. A. Visconti ; vedi ed. cit. pp.
VII1-IX. X nota A). Ne si sarebbe dovuto trascurare quel che scrive C. Fea presso
Winckelmann Storia III 20 nota B: «Il restauro fatto in quest'anni all'urna di
s. Elena— con tante figure a cavallo di quasi tutto rilievo»; e p. 411 nota C:
« Il Ciampini.... dà la figura in rame di quest'urna, come la danno anche l'Aringhio
e il Bosio, secondo la vera sua prima forma ».

(1) E per la stessa ragione, credo io, E. Q. Visconti non riprodusse il
sarcofago di s. Elena nella sua descrizione del museo Pio-Clementino, dove del-
l'arca di Costantina, invece, dà tutte e quattro le faccie (Oeuvres VII, Milan
1822, taw. X-XI a-c. Cf. p. 59 nota* : « Elle [l'urne de sainte Constance] fut
placée en face de celle de sainte Hélène qu'on y avait apportée du Latran et
réparée à grands frais. Celle de sainte Constance est dans toute son intégrité,
on a seulement repoli le porphyre »).

(2) In Venuti, Accurata e succinta descrizione di Roma ed. cit. Ili 225, e
in Guattani, Roma descritta ed illustrata II, Roma 1805, p. 139 nota 2, il mau-
soleo di S. Elena si dice « scoperto circa l'anno 1627, al tempo di Urbano Vili ».
Altrove (vedi p. es. P. Rossini // Mercurio errante II, 1789, p. 47) si fa discendere
la scoperta al 1632 e l'edmzio si vuole restaurato dallo stesso Urbano Vili. Il
vero e che le rovine dell'insigne monumento furono ritrovate dal Bosio nel 1594,
come narra eg'i stesso (Roma soft. p. 321 col. 2). E il restauro, consistente nel-
1 erezione di una piccola chiesa in mezzo ai ruderi della rotonda imperiale, non
era stato ancora eseguito nel 1632, quando il Severano pubblicava l'opera del
Bosio (cf. p. 322). Della nuova fabbrica, poi, il merito va dato principalmente
al Capitolo e ai Canonici di S. Giovanni in Laterano, nonché ad « alcuni devot5
che avevano le vigne contigue e vicine » (Bosio loc. cit. ; Aringhi Roma subterr.

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