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Franchi de'Cavalieri, Pio: Il sarcofago di S. Elena prima dei restauri del secolo XVIII.
DOI Seite / Zitierlink: https://doi.org/10.11588/diglit.19835#0032
Roma, nella chiesa di Ara Caeli (1). È più probabile che le ossa
della santa imperatrice sieno state strappate al letto del loro seco-
lare riposo assai prima del 1100. Certo non oserei far risalire la loro
traslazione fino al secolo VI, giusta l'ipotesi del Marangoni (2), per-
chè l'itinerario Salisburgense, del secolo VII, seguita ad indicarle
nel mausoleo della via Labicana (s. Helena in sua rotonda), al pari
della epitome de locis (iuxta vìam Laoicanam ecclesia est s. He-
lenae, uhi ipsa in corpore iacet) (3), e sembra che esse vi si tro-
vassero tuttora al principio del sec. IX, allorché Stefano IV (816-
817) ornava di stoffe preziose basilicam beate Helenae (Hb. pont.
II 50, 6 Duchesne). Con ciò non si esclude la possibilità di una
violazione del sepolcro da parte delle soldatesche di Vitige colà
accampate nel 537, quando furono exterminatae, secondo l'espres-
sione, orse un po' enfatica, del lib. pont. (p. 145, 16 Mommsen),
addosso fintanto che ritoccavano le quadrature, in detto tempo assistito e dato
di mano allo scarpellino per porre in opera la detta lastra se. 2,85 » etc. F. 36 ;
« Stanza ove resta l'Urna di S. Elena. ' Per il tempo di un terzo di giornata di
Mastro e due Uomini impiegati in aver assistito lo scarpellino in tempo che fece
diverse rifilature alle fasciette di granito che girano attorno sotto detti Leoni acciò
andassero a stringere le quadrature se. 30. Per aver messo in opera e murato
in colla le sudette fascie di granito attorno l'Urna e detti Leoni lon. assieme pai.
53 1/2, alt. pai. 7/12, g. pai. 1/8 se. 1,07. Per la rincocciatura di scaglie di mat-
toni, rabboccatura in gesso fatta sotto le descritte fascie long. stes. ass. girate
pai. 53 1/2 = 2/3 se. 35». F. 39 v: «Lavori fatti attorno 1 Urna di Sant'Elena.
Per il muro fatto di nuovo che forma cassettone tanto attorno che sotto detto
longh. steso assieme girato palmi 207, alto raguagliato palmi 3/4 grosso testa una
mattoni lavorato con gesso e calce da ricciare se. 5,42 » etc. F. 84 : « Stanza del-
l'Urna di Porfido. Per la mettitura in opera e muratura in colla e calce passata
di diverse lastre di marmo e fascie di bardiglio che formano pavimento a piedi
la detta Urna lon. stesa pai. 34 1/6 = 15 2/3 » etc. etc. «se. 14,56».
Il sarcofago stette pertanto in restauro d"l 1778 al 1787 e venne esposto al
pubblico nella sala a croce greca tra il febbraio ed il g'ugno del 1787, anno in cui
« la magnifica fabbrica del Museo Pio dementino fu aperta all'ammirazione di
tutti» (Tavanti Fasti del S. P. Pio VI voi. II, Italia 1804, p. 15; cf. G. Novaes
Pio VI, Roma 1822, p. 162). Sarebbe interessantissimo aver sott occhio i conti degli
scultori e scalpellini che restaurarono l'arca; ma Mons. St. Le Grelle, alla cui
gentilezza devo tutte le not'zie desunte dall'Archivio della Computisteria, non è
ancora riuscito a ripescarli.
(1) Il primo a mettere in forse la veridicità di questa narrazione fu il P.
Casimiro nelleJVfemorie di Aracoeli I. 15 p. 165. Di che lo loda il Bottari Roma
sott. III. 185 (v. anche Tomassetti Campagna Romana III 391 nota 2).
(2) Delle cose gentilesche etc. p. 299.
(3) V. de Rossi Roma sotterranea I 178.
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della santa imperatrice sieno state strappate al letto del loro seco-
lare riposo assai prima del 1100. Certo non oserei far risalire la loro
traslazione fino al secolo VI, giusta l'ipotesi del Marangoni (2), per-
chè l'itinerario Salisburgense, del secolo VII, seguita ad indicarle
nel mausoleo della via Labicana (s. Helena in sua rotonda), al pari
della epitome de locis (iuxta vìam Laoicanam ecclesia est s. He-
lenae, uhi ipsa in corpore iacet) (3), e sembra che esse vi si tro-
vassero tuttora al principio del sec. IX, allorché Stefano IV (816-
817) ornava di stoffe preziose basilicam beate Helenae (Hb. pont.
II 50, 6 Duchesne). Con ciò non si esclude la possibilità di una
violazione del sepolcro da parte delle soldatesche di Vitige colà
accampate nel 537, quando furono exterminatae, secondo l'espres-
sione, orse un po' enfatica, del lib. pont. (p. 145, 16 Mommsen),
addosso fintanto che ritoccavano le quadrature, in detto tempo assistito e dato
di mano allo scarpellino per porre in opera la detta lastra se. 2,85 » etc. F. 36 ;
« Stanza ove resta l'Urna di S. Elena. ' Per il tempo di un terzo di giornata di
Mastro e due Uomini impiegati in aver assistito lo scarpellino in tempo che fece
diverse rifilature alle fasciette di granito che girano attorno sotto detti Leoni acciò
andassero a stringere le quadrature se. 30. Per aver messo in opera e murato
in colla le sudette fascie di granito attorno l'Urna e detti Leoni lon. assieme pai.
53 1/2, alt. pai. 7/12, g. pai. 1/8 se. 1,07. Per la rincocciatura di scaglie di mat-
toni, rabboccatura in gesso fatta sotto le descritte fascie long. stes. ass. girate
pai. 53 1/2 = 2/3 se. 35». F. 39 v: «Lavori fatti attorno 1 Urna di Sant'Elena.
Per il muro fatto di nuovo che forma cassettone tanto attorno che sotto detto
longh. steso assieme girato palmi 207, alto raguagliato palmi 3/4 grosso testa una
mattoni lavorato con gesso e calce da ricciare se. 5,42 » etc. F. 84 : « Stanza del-
l'Urna di Porfido. Per la mettitura in opera e muratura in colla e calce passata
di diverse lastre di marmo e fascie di bardiglio che formano pavimento a piedi
la detta Urna lon. stesa pai. 34 1/6 = 15 2/3 » etc. etc. «se. 14,56».
Il sarcofago stette pertanto in restauro d"l 1778 al 1787 e venne esposto al
pubblico nella sala a croce greca tra il febbraio ed il g'ugno del 1787, anno in cui
« la magnifica fabbrica del Museo Pio dementino fu aperta all'ammirazione di
tutti» (Tavanti Fasti del S. P. Pio VI voi. II, Italia 1804, p. 15; cf. G. Novaes
Pio VI, Roma 1822, p. 162). Sarebbe interessantissimo aver sott occhio i conti degli
scultori e scalpellini che restaurarono l'arca; ma Mons. St. Le Grelle, alla cui
gentilezza devo tutte le not'zie desunte dall'Archivio della Computisteria, non è
ancora riuscito a ripescarli.
(1) Il primo a mettere in forse la veridicità di questa narrazione fu il P.
Casimiro nelleJVfemorie di Aracoeli I. 15 p. 165. Di che lo loda il Bottari Roma
sott. III. 185 (v. anche Tomassetti Campagna Romana III 391 nota 2).
(2) Delle cose gentilesche etc. p. 299.
(3) V. de Rossi Roma sotterranea I 178.
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