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Nuovo bullettino di archeologia cristiana: ufficiale per i resoconti della Commissione di Archeologia Sacra sugli Scavi e su le Scoperte nelle Catacombe Romane — 27.1921

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Franchi de'Cavalieri, Pio: Il sarcofago di S. Elena prima dei restauri del secolo XVIII.
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https://doi.org/10.11588/diglit.19835#0037

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parte i nemici, completamente disarmati, siedono in terra oìnctis
post tergum manibus, ad eccezione dei due a sinistra, l'uno dei
quali cade morto o ferito, l'altro cerca uno scampo nella fuga.

Dunque, si disse, non è una battaglia, ma una decursio; — una
decursio trionfale (i), o piuttosto una decursio funebre, quale, per
grazia d'esempio, quella rappresentata nella base della colonna dì
Antonino e Faustina, che si conserva nel cortile della Pigna al
museo Vaticano. 1 cavalieri, armati i più della sola asta, come ai
funerali di Antonino, si possono facilmente supporre decurrentes
attorno al rogo del personaggio sepolto nel sarcofago. Alla ceri-
monia assistono i captivi di guerra (Traci ? Asiatici ? Franchi ?) (2)
per essere sacrificati in massa (così Frothingam) ai Mani dell'Au-
gusto defunto. Ma di massacri sacrificali, sopra tutto nel tempo a
cui può ascriversi il nostro sarcofago, non si hanno esempi presso i
Romani. Quindi, o i barbari stanno là unicamente per ricordare le
vittorie riportate dal morto, o alla scultura va data un'altra spiega-
zione ; che potrebbe esser questa : i barbari hanno subita una grave
sconfitta, la maggior parte di loro è stata fatta prigione : i pochissimi
che, gettate le armi, in fuga sibi praesidium ponunt, vengono inse-
guiti dalla cavalleria vittoriosa ed uccisi.

Ove questa spiegazione (non so se mai proposta da altri) co-
gliesse nel segno, il cavaliere che precede, imbracciando, esso solo,
un clipeo ovale, potrebbe, non senza qualche verisimiglianza, sti-
marsi il comandante dello squadrone lanciato all'inseguimento del
nemico, non però l'Augusto in persona, privo com'egli è di qual-
siasi distintivo imperiale.

In peggiori condizioni si presenta, nel disegno dèi Piranesi, il
secondo cavaliere (oggi intierissimo), cui fu asportata la faccia in

(1) Così pensano, fra altri, Braun Ruinen p. 442 e Lanciani Pagan and
Christian Rome p. 198.

(2) Nel fianco destro si vede uno scudo ovale, a duplice intaccatura semi-
circolare, che parrebbe una pelta, arma caratteristica appunto dei Traci e dei po-
poli asiatici (v. Daremberg-Saglio s. v. clipeus p. 1257 n. V). Ma può obiettarsi
che le peltae (contrariamente al nostro scudo) solevano essere più larghe che alte.
Tomassetti (Campagna III 391 nota 2) suppone che nel sarcofago siano rappresen-
tati i Franchi, unicamente perchè questi furono battuti da Costanzo Cloro (Pane-
gyr. Lat. Vili 17, 1). Infatti i prigionieri non presentano nessuna caratteristica dei
Franchi, neppure (a giudicare da quello che conserva intatto il capo) la chioma
Profusa.

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