DEGLI ARCHITETTI.
39
insor
till»
ni a quella tal sorte d' Edificj bene adattare?
Come sapere i* origine, i progredì e i decadi'
menti dell* Arte sua, onde ricercare , et indi
esaminare si sappiano e gli Autori, e Je buone
e viziose Fabriche ? Senza Logica e senza Filp-
sofiacome distinguere il vero dal falso, e no»
lasciarsi ingannare dalle apparenze , e guida-
mente ritrovar le invenzioni e con ragione e
con ordine e con certe regole disporle > e ri-
trovare i principi e ?e vere cagioni delle cose?come
ben conoscere Ja natura e |a qualità delle ma-
cerie per 1' uso dell- edisicare necessàrie ; e sce-
glierle e prepararle in tempo opportuno? co-
me ben distinguere le specie de* terreni * delle
pietre, de* minerali, delle piànte, et altresì la
natura dell' acque , dell* aere , de* venti , e
condur 1* acque sotto e sopra terra, e sarle ma-
chine e gli otromenti ? Come ben situare gli
Edific], e le loro parti agli aspetti migliori del
Cielo; e ben conoscerei luoghi naturali ?d arti-
siciali , peccanti suori delle consinante per oviare
V impersezione ne* Teatri, nelle Bajìlicbe, e luoghi
da dispute ? JE senza 1* Aritmetica come calco*
lare le imporranti spese, che si deon fare ne*
gli Edific), e spiegare le ragioni delle misure?
e ritrovare i metodi delle corrispondenze, é
risolver anco per via di numeri alcune difficili
questioni di geometria, di cui quanto bisogno
abbia 1* Architetto è cosi chiaro, che non ac-
cade il di mostrarlo ?Leggasi di qua rate materie ?
che a Dottrine appartengono , tratta partico?
larmente ne/ lib- 7. Sopra tutto vuole, dje di tai
cosèistruttp sia 1* Architetto non come Arterl"
ce con la sola pratica, ma come Filosofo con la
scienza. Fece la prima edizione de* suoi scritti,
ove di r.anta varietà d\ cose trattò nel 1615.
Agolìino Cario d* Aviler ne tradussè in Fran*
cere il libro $.; mapotSamuello du Ruy accreb*
he tal* edizione aggiungendo le cose, che giudica
ad un Architetto necessàrie, scielte dagli altri li-
bri dello Scamozzi, e ne fece una magnisica edi-
zione in Leida nel 1713. Inquesta sono, ancora
delineate molte Romane Antichità, delle quali
ne* libri dello Scamozzi si fa menzione. Ingiustifc
simo e senza ragione alcuna è '1 giudicio,che dello
Scamozzi forma il Cambray, il qual dice tener
lui una maniera un poco seccia, e che li fyoi Or-
nati sono meschini, e triti, e. $i cattivo gusso. Per
sottoscriversi a tal giudici©, , converrebbe esser
privo non dirò di perizia e sino gusto, ma del sen-
Ìqcomune.Ossèrvinsi le lue Cornicile tu^e X
altre parti 41 qualunque Ordine si voglia.
Qual maestà, qual massiccip ne* più sodi ! Qual
gravità insieme e leggiadria e gentilezza né più
delicati! Qual bellezza e sernpre varia negl*
Intagli ! Finalmente quali forme grazipse al
sommo, e regolate in tutti gli Ordini suoi,
che con quelli degli Antichi giustamentesipos-
sono paragonare! Ma tali verità, non meno
che da'disegni ne* suoi libri, si fan palesi dal-
le sue Fabriche d' ogni genere, e in varie par-
ti d* Italia, e in Germania, ove a grand* o-
npre parecchie volte fu chiamato, come tra 1*
altre per far la Caredrale di Salzburg nel 1604
ma particolarmente in Venezia, e Vicenza, e
in altre Citta e molti Territori dello Stato, dove
assai più lo Scamozzi pperò, edificando Palaz-
zi, Chiese, Archi, Ponti» Teatri, che saran-
no sempre da chi sa discernere e per la mae-
stà, e per gli ornamenti e per la proporzio-
ne, e per la leggiadria e grazia ammirati. So-
lamente il Palazzo Cornaro con quel Famoso
Atrio npn può dirsi senza eccedere un miraco-
lo dell'Arte? Oltre i noti libri dell' Architet"
surp universale fece il nostro Scamozzi Discorsi
sopra le Terme Diodeziane ed Antoniane e
sopra le Tavole del Pittoni Vicentino ; de'qua-
li ragiona Lodovico Roncone dando fuori nel
1584. un'Indice econsiderazioni sopra USerlio
di Gian Domenico Scamozzi, Padre del nostro
Vincenzo. I Discorsi ? de' quali parla il Ronco-
ne , saranno probabilmente le sue Antichità di
Roma accennate da Francesco de' Franceschi
Senese in una lettera al nostro Vincenzo, e
stampatein, Venezia ne| 1583. Il Marchese Maf-
feinelzhdegli Anf. diceche quello libro dello
Scamozzi è V unico, in cui si fia satto motto deWintrin-
seeo ripartimcnto e dissribuzione dell' Ansiteatro ; e
dice poi, che in essò si toccano cose non indagate
finora, né intese da alcuno. Oltrei Viaggi fatti
da Vincenzo seguendp varie volte Ambasciatori
Veneti e particolarmente nel 1599» Pietro Duo»
do alla Corte dell'Imperatore Rodolfo II. viag-
giò egli | come ricavo da- libri suoi, per sa Spa-
gna , e per la Francia, e come ora dicemmo, per
sa Germania, indi pei* V Ungaria , e Polònia, e
altre Provincie e Regni oltraque' mari,giran-
do fino a Costantinopoli, e diligentemente òsser-
vandp non solo le moderne Fabriche, e * vestigj
4elle Antiche,maogn* altracosa,che ne'Paesi
possà essere oggetto di studiosa curiosità » Fu egli
caro a Gregorio XIII,, a Masfimiliano Arcidu*
ca d' Austrià fratello dell' Imperato? Rodolfo,
e ad altri Principi grandi, che molto lo favori-
rono, e talvolta 1*impiegarono,comes'impara
da'suói libri. D'un Teatro, la di cui Scena for*
maya una Città illuminata con le Qz(e parte di
rilievp, parte dipinte, fatto da lui nel 1685.,
passàndo per Vicenza 1' Imperatrice Maria d*
Austria, leggasi il Marzari nella Storia Vicen-
-tina pag. 213 Non avendo figli s' addotto un
Giovine della Famiglia Gregory,? come dalsuò
Testamentp ultimamente flambato si manifesta.
E' un suo deposito in Vicenza nella Chiesa di
S. Lorenzo, che mostra l'anno della suamor-
te y qual seguì nel 1616. ^
39
insor
till»
ni a quella tal sorte d' Edificj bene adattare?
Come sapere i* origine, i progredì e i decadi'
menti dell* Arte sua, onde ricercare , et indi
esaminare si sappiano e gli Autori, e Je buone
e viziose Fabriche ? Senza Logica e senza Filp-
sofiacome distinguere il vero dal falso, e no»
lasciarsi ingannare dalle apparenze , e guida-
mente ritrovar le invenzioni e con ragione e
con ordine e con certe regole disporle > e ri-
trovare i principi e ?e vere cagioni delle cose?come
ben conoscere Ja natura e |a qualità delle ma-
cerie per 1' uso dell- edisicare necessàrie ; e sce-
glierle e prepararle in tempo opportuno? co-
me ben distinguere le specie de* terreni * delle
pietre, de* minerali, delle piànte, et altresì la
natura dell' acque , dell* aere , de* venti , e
condur 1* acque sotto e sopra terra, e sarle ma-
chine e gli otromenti ? Come ben situare gli
Edific], e le loro parti agli aspetti migliori del
Cielo; e ben conoscerei luoghi naturali ?d arti-
siciali , peccanti suori delle consinante per oviare
V impersezione ne* Teatri, nelle Bajìlicbe, e luoghi
da dispute ? JE senza 1* Aritmetica come calco*
lare le imporranti spese, che si deon fare ne*
gli Edific), e spiegare le ragioni delle misure?
e ritrovare i metodi delle corrispondenze, é
risolver anco per via di numeri alcune difficili
questioni di geometria, di cui quanto bisogno
abbia 1* Architetto è cosi chiaro, che non ac-
cade il di mostrarlo ?Leggasi di qua rate materie ?
che a Dottrine appartengono , tratta partico?
larmente ne/ lib- 7. Sopra tutto vuole, dje di tai
cosèistruttp sia 1* Architetto non come Arterl"
ce con la sola pratica, ma come Filosofo con la
scienza. Fece la prima edizione de* suoi scritti,
ove di r.anta varietà d\ cose trattò nel 1615.
Agolìino Cario d* Aviler ne tradussè in Fran*
cere il libro $.; mapotSamuello du Ruy accreb*
he tal* edizione aggiungendo le cose, che giudica
ad un Architetto necessàrie, scielte dagli altri li-
bri dello Scamozzi, e ne fece una magnisica edi-
zione in Leida nel 1713. Inquesta sono, ancora
delineate molte Romane Antichità, delle quali
ne* libri dello Scamozzi si fa menzione. Ingiustifc
simo e senza ragione alcuna è '1 giudicio,che dello
Scamozzi forma il Cambray, il qual dice tener
lui una maniera un poco seccia, e che li fyoi Or-
nati sono meschini, e triti, e. $i cattivo gusso. Per
sottoscriversi a tal giudici©, , converrebbe esser
privo non dirò di perizia e sino gusto, ma del sen-
Ìqcomune.Ossèrvinsi le lue Cornicile tu^e X
altre parti 41 qualunque Ordine si voglia.
Qual maestà, qual massiccip ne* più sodi ! Qual
gravità insieme e leggiadria e gentilezza né più
delicati! Qual bellezza e sernpre varia negl*
Intagli ! Finalmente quali forme grazipse al
sommo, e regolate in tutti gli Ordini suoi,
che con quelli degli Antichi giustamentesipos-
sono paragonare! Ma tali verità, non meno
che da'disegni ne* suoi libri, si fan palesi dal-
le sue Fabriche d' ogni genere, e in varie par-
ti d* Italia, e in Germania, ove a grand* o-
npre parecchie volte fu chiamato, come tra 1*
altre per far la Caredrale di Salzburg nel 1604
ma particolarmente in Venezia, e Vicenza, e
in altre Citta e molti Territori dello Stato, dove
assai più lo Scamozzi pperò, edificando Palaz-
zi, Chiese, Archi, Ponti» Teatri, che saran-
no sempre da chi sa discernere e per la mae-
stà, e per gli ornamenti e per la proporzio-
ne, e per la leggiadria e grazia ammirati. So-
lamente il Palazzo Cornaro con quel Famoso
Atrio npn può dirsi senza eccedere un miraco-
lo dell'Arte? Oltre i noti libri dell' Architet"
surp universale fece il nostro Scamozzi Discorsi
sopra le Terme Diodeziane ed Antoniane e
sopra le Tavole del Pittoni Vicentino ; de'qua-
li ragiona Lodovico Roncone dando fuori nel
1584. un'Indice econsiderazioni sopra USerlio
di Gian Domenico Scamozzi, Padre del nostro
Vincenzo. I Discorsi ? de' quali parla il Ronco-
ne , saranno probabilmente le sue Antichità di
Roma accennate da Francesco de' Franceschi
Senese in una lettera al nostro Vincenzo, e
stampatein, Venezia ne| 1583. Il Marchese Maf-
feinelzhdegli Anf. diceche quello libro dello
Scamozzi è V unico, in cui si fia satto motto deWintrin-
seeo ripartimcnto e dissribuzione dell' Ansiteatro ; e
dice poi, che in essò si toccano cose non indagate
finora, né intese da alcuno. Oltrei Viaggi fatti
da Vincenzo seguendp varie volte Ambasciatori
Veneti e particolarmente nel 1599» Pietro Duo»
do alla Corte dell'Imperatore Rodolfo II. viag-
giò egli | come ricavo da- libri suoi, per sa Spa-
gna , e per la Francia, e come ora dicemmo, per
sa Germania, indi pei* V Ungaria , e Polònia, e
altre Provincie e Regni oltraque' mari,giran-
do fino a Costantinopoli, e diligentemente òsser-
vandp non solo le moderne Fabriche, e * vestigj
4elle Antiche,maogn* altracosa,che ne'Paesi
possà essere oggetto di studiosa curiosità » Fu egli
caro a Gregorio XIII,, a Masfimiliano Arcidu*
ca d' Austrià fratello dell' Imperato? Rodolfo,
e ad altri Principi grandi, che molto lo favori-
rono, e talvolta 1*impiegarono,comes'impara
da'suói libri. D'un Teatro, la di cui Scena for*
maya una Città illuminata con le Qz(e parte di
rilievp, parte dipinte, fatto da lui nel 1685.,
passàndo per Vicenza 1' Imperatrice Maria d*
Austria, leggasi il Marzari nella Storia Vicen-
-tina pag. 213 Non avendo figli s' addotto un
Giovine della Famiglia Gregory,? come dalsuò
Testamentp ultimamente flambato si manifesta.
E' un suo deposito in Vicenza nella Chiesa di
S. Lorenzo, che mostra l'anno della suamor-
te y qual seguì nel 1616. ^