DEGLI ARCHITETTI.
I!
tiao
C A P 0 VI
MARCO VITRUVIO POLUONE.
si*
DI Marco, o Lucio Vitruvio Politone ,
Principe, e Maestro degli Architetti,
(cui non posso lasciar di replicare che si do-
vrebbe il primo luogo, ma ciò, in quest* Ope->
ra per la ragione nel Proemio detta, non potea
farsij assai scarse notizie si hanno, e meno
delle Fabriehe sue; ma ragionevole cosa è i)
credere, eh' egli mirabili cose facesse, degne
così della granaissìma stima, in cui presso al-»
cissìmi Persbnaggi e Roma tutta egli fu,co-*
me dell* ingegno e saper suo, che sì grande
e sublime ne' di lui libri si manifesta. Io quel
poco andrò qui registrando, che appunto da' li*
bri suoi ho procurato ricavare, già che da aN
tri Autori, che bensì con grande slima, ma
lenza contezza darne lo nominarono , come
Plnio , Servio, e Sidonio Apollinare,
nulla d' ajutoci viene somministrato -, Vi£
sé egli, come sopra dicemmo , ne* tempi
di Giulio Cesarc, che seco nelle guerre ì\ con*
duceva come inventore e regolatore delle Ma*
chine da guerra; il quale officio, che a gior->
ni nastri direbbesi ingegnere, esercitò anco*»
ra sotto altri Duci Romani, come si vede
nel principio dell' Opera Tua. Nel 1. 8- cap.4,
dice, che nei suo albergo ogni giorno, e alla
Aia mensa ricevette C. Giulio Figliuolo di
MissìnuTa, che assieme con Giulio Cesare in
Africa militava; da che si può con molta ra-
gione congetturare, chs Vitruvio fosse nel Cam-
po persona assai accreditata , e aveflè ancor*
qualche difiinto grado in quella milizia, sé
divenne ospite suo un figliuolo di Re confe-
derato de* Romani,Morto Giulio Cesare,an-
che sotto l'Imperio,d' Augustp seguì, com*
egli lasciò scritto, in altre guerre altri Capita-
ni » cioè M. Aurelio, P, Minidio, o, come
afferma il Barbaro leggeri! in alcuni codici ,Nu-
midico, o Numidi©, e Gneo Cornelio; e per
lo merito, che nuovamente s' aquistò, e per
Sa raccomandazione d\ Ottavia sorelja d* Au-
guro» molto fu dall' Imperatore beneficato,
il quale cqnvien dire, che onorato {labile sti-
pendio gli assegnasse , protestando Vitruvio
non aver timore alcuno fosse mai per man-
carli , onde poter vivere agiatamente* In ca-
le commodo flato ritrQvandpsi > e veggendosi
all'Imperatore da* tanti benefici obligato,scris-
se i dieci famosi libri d1 Architettura, per far
cosà grata ed utile al sudetto Augusto suo Si-
gnore , intento alla cura de publiei e privati B-
disicj nel tempo della celebre uniyersal pace,
che allora seguì. Grande ventura fu, che si
sieno tai libri fino alla nostra età cpnservati ,a
benché manchevoli delle Figure , dalle quali
gran chiarezza ricevuto avrebbe quanto egli va
ne' sudetti libri insegnando, £' quella la sola
Opera, che fra quante gli Antichi scrissero
della nostr' Arte a nostri tempi sia pervenu-
ta, e (Tendo l'altre con gran danno perite,
trat-
I!
tiao
C A P 0 VI
MARCO VITRUVIO POLUONE.
si*
DI Marco, o Lucio Vitruvio Politone ,
Principe, e Maestro degli Architetti,
(cui non posso lasciar di replicare che si do-
vrebbe il primo luogo, ma ciò, in quest* Ope->
ra per la ragione nel Proemio detta, non potea
farsij assai scarse notizie si hanno, e meno
delle Fabriehe sue; ma ragionevole cosa è i)
credere, eh' egli mirabili cose facesse, degne
così della granaissìma stima, in cui presso al-»
cissìmi Persbnaggi e Roma tutta egli fu,co-*
me dell* ingegno e saper suo, che sì grande
e sublime ne' di lui libri si manifesta. Io quel
poco andrò qui registrando, che appunto da' li*
bri suoi ho procurato ricavare, già che da aN
tri Autori, che bensì con grande slima, ma
lenza contezza darne lo nominarono , come
Plnio , Servio, e Sidonio Apollinare,
nulla d' ajutoci viene somministrato -, Vi£
sé egli, come sopra dicemmo , ne* tempi
di Giulio Cesarc, che seco nelle guerre ì\ con*
duceva come inventore e regolatore delle Ma*
chine da guerra; il quale officio, che a gior->
ni nastri direbbesi ingegnere, esercitò anco*»
ra sotto altri Duci Romani, come si vede
nel principio dell' Opera Tua. Nel 1. 8- cap.4,
dice, che nei suo albergo ogni giorno, e alla
Aia mensa ricevette C. Giulio Figliuolo di
MissìnuTa, che assieme con Giulio Cesare in
Africa militava; da che si può con molta ra-
gione congetturare, chs Vitruvio fosse nel Cam-
po persona assai accreditata , e aveflè ancor*
qualche difiinto grado in quella milizia, sé
divenne ospite suo un figliuolo di Re confe-
derato de* Romani,Morto Giulio Cesare,an-
che sotto l'Imperio,d' Augustp seguì, com*
egli lasciò scritto, in altre guerre altri Capita-
ni » cioè M. Aurelio, P, Minidio, o, come
afferma il Barbaro leggeri! in alcuni codici ,Nu-
midico, o Numidi©, e Gneo Cornelio; e per
lo merito, che nuovamente s' aquistò, e per
Sa raccomandazione d\ Ottavia sorelja d* Au-
guro» molto fu dall' Imperatore beneficato,
il quale cqnvien dire, che onorato {labile sti-
pendio gli assegnasse , protestando Vitruvio
non aver timore alcuno fosse mai per man-
carli , onde poter vivere agiatamente* In ca-
le commodo flato ritrQvandpsi > e veggendosi
all'Imperatore da* tanti benefici obligato,scris-
se i dieci famosi libri d1 Architettura, per far
cosà grata ed utile al sudetto Augusto suo Si-
gnore , intento alla cura de publiei e privati B-
disicj nel tempo della celebre uniyersal pace,
che allora seguì. Grande ventura fu, che si
sieno tai libri fino alla nostra età cpnservati ,a
benché manchevoli delle Figure , dalle quali
gran chiarezza ricevuto avrebbe quanto egli va
ne' sudetti libri insegnando, £' quella la sola
Opera, che fra quante gli Antichi scrissero
della nostr' Arte a nostri tempi sia pervenu-
ta, e (Tendo l'altre con gran danno perite,
trat-