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Pompei, Alessandro; Sanmicheli, Michele [Editor]
Li Cinque Ordini Dell'Architettura Civile Di Michel Sanmicheli Rilevati dalle sue Fabriche: E descritti e publicati con quelli di Vitruvio, Alberti, Palladio, Scamozzi, Serlio, e Vignola — Verona, 1785

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https://doi.org/10.11588/diglit.5272#0044
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DEGLI ARCHITETTI.

srancesco I. arrivale a Roma Francesco Pri-
matìccio Bolognese, Pittore ecceiientissimo,
il quale a formare in gran parte le Antichità
di Roma, per portarne poscia le forme in Fran-
cia, e gettarne Statue di Bronzo , che all'an-
tiche s* adornigli asserò, volle essère dal Vigno-
la ajutato. In, Francia egli poi ritornando, se-
co al servigio di quel Re condussè il Vignola,
il quale ivi con grandissima lode s' adoperò e
nel gettare di bronzo le dette Statue, e inco-
se d' Architettura. Ma volle sciagura, che in
superabiii impedimenti s? attraversassèro alla
più bella occasione , che ivi gli $* offerirle di
farsi onore, e per la quale avria potuto in
quel Regno dimostrare a pieno 1' eccellenza
dell'ingegno e saper suo; poiché avendo quel
gran Re una generosa idea di fare un Palaz-
zo , et un luogo di delizie, col quale superar
potesse e per r eccellenza dei}3 arte e per la
magnificenza i più sontuosi e deliziosi luoghi
da qual si Ila priqcipe avuti mai per T a die-
tro; gliene furono dal Vignola, cui li aveva
commetti, fatti i disegni, e i modelli, I- ese-
cuzione de* quali dalle note guerre,che di nuovo
insorsero, fu interrotta. Per lo che dopo due
anni sé ne ritornò il Vignala a Bologna,do-
ve V emulazione, e 1" invidia d'altri Valent'
Uomini non leggiere inquietudini gli cagionò,
ma poscia altro non ottenne, che renderlo mal
grado loro più glorioso. Ciò fu, che dati egli
al Co. Filippo Pepali i disegni per lo rinova*
mento di S. Petronio, di cui non si fec$ al-
tro, furono quelli biasimati per invidia da al-
tri Architetti, che molti altri disegni a quel
Signore offerirono. Ma perchè tra que disegni %
che tutti erano bellissimi, era malagevole il
dar sentenza, chiamati furono Giulio Roma-
no,e Cristoforo Lombardi, da'quali due grand*
Uomini dopo lungo e maturo esame quelli del
Vignala per eccellentissìmi fra tutti gli altri
con publica scritt tira furono giudicati. Nulla-
dimeno altro non si fece, come dicemmo , di
tal Fabrica, che nella sua maniera detta Go-
tica, quale ora la veggiamo, si rimase. Altra
impresàd* incredibil fatica fece allora il Vigno-
la , qual fu il condurre il Canale del Navilio,
prima lontano per tre miglia ,fin dentro a Bo-
logna, della qual* Opera dice il Vasari, non fu

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malsatta ne la più tifile, né la migliore. Del suo
ritorno a Roma , d' essère flato in sua vec-
chiezza chiamato al servigio del Re di Spaona
Filippo II per mezzo di Berardino Marma-
no, che fu buon Poetg Italiano, e gran Ma-
tematico di que' tempi, di molti suoi lodatis-
limi Edincj in varie parti d' Italia, leggansi
il Vasari, il Danti , e Fiorenzo le Comte,
che nel suo Gabinetto fra gli Architetti che
noi esponiamo, solo ai Vignola die luogo .
Già tutti sanno essère dei Vignola la Citta-
della di Piacenza; ma fra molt* altre riguarde-
voh Opere di lui passàr non si dee sotto silen-
zio il Palazzo di Capraroia,lontano da Roma
40, migiia,fatto per lo Cardinale Alessàndro Far-
nese. Meritevoli sono d* esser lette le beile des-
enzioni, che ne fecero il Vasari, e'i Danti,
dì cui quefle parole addurrò. Il che ha satto
ammirarlo da chiunque V ha veduto , per il pie
artisicioso, e pie compitamente ornato , e comode
Palazzo del Mondo, et ha con desiderio tirato a
veder le meraviglie sue da lontane parti Uomini
molto giudiciost, e quel che siegue. Quanto be-
ne in que' tempi potevano i gran Signori il
lor danaro impiegare / leggali a cagion d* e-
sempio quanto lodato sia quefto luogo di Ca->
piatola dal Vasari, non solo per le meravi-
glie dell' Architettura, ma per le Fontane ,
Giardini , Prospettive , Pitture, Statue, e
Stucchi, tutto henissìmo adattato , e alluden-
te con bellissime Favole, Storie , ed altro o
al luogo, o a Signori Farnesi.il libro delin-
que Ordini del Vignala va per le mani di tut-
ti. Dell' altro suo libro delle regole inventate
da lui di Prospettiva, e dottamente comen-
tate dal Danti, il medesimo Danti così scri-
ve: invenzione nel vero degna dell* ingegno suo,
et alla quale nessum arrivò mai col pensiero pri-
ma di lui. Mori d'anni fo nel 1573. Degno
figlio di lui fu Giacinto, eccellente anch'esso
nell* Arti del Padre . Un* altro Barozzi per
nome Francesco fioriva in Bologna appunto
ne' tempi del nostro Giacomo , e scrisse de*
Conici, emendò e corresse Apollonio Per-
geo, dall' Ebraico tradussè in Latino, e di^
lucidò un trattato di Mosè Rabino Narbo-
nese, e comenjtò in jparte Mosè Rabino E*
gizianò ,

i.M

D »

ORDÌ*
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