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25 anni, d1 abito di corpo gracile, obbligato per mestiere a sollevare
pesi gravissimi, nel quale comparve a un tratto nel poplite un Aneu-
risma , che in breve s'accrebbe a otto dita trasverse di circonferen-
za . Avuto riguardo in questo caso alle cause occasionali , del ge-
nere di quelle, che sono capaci d' indurre delle gagliarde stirature
nel poplite,, e considerato il celere incremento del tumore, non vi
sarà alcuno, credo , clic si persuaderà, che codesto Aneurisma siasi
formato tutt' a un tratto per distensione , e dilatazione <lellc tona-
che proprie dell' arteria Poplitea; ma bensì per rottura delle dette
tonache ..

Grandemente degno di rimarco .è il fatto, che l'Autore riferisce
nella quarta sua osservazione . Ad un Cocchiere , disse egli, fu aper-
to un Aneurisma creduto un ascesso. La strabocchevole emorragia fu
repressa mediante una forte compressione. La piaga del garetto sup-
purò , ed il malato guarì. Cinque anni dopo, il soggetto, di cui si
parìa, cessò di vivere per tutt'altra malattia. Esaminato il garetto fu
trovata Y arteria Poplitca convertita in un cordoncino tutto solido , e
continuato, senza che vi fosse alcun indizio che una porzione di
essa arteria fosse stata convertita in sacco Aneurismatico «

Nella osservazione sesta parla il Guattari d'un Aneurisma po-
plitco, ch'egli credeva vero , ossia per dilatazione, formatosi in mi
uomo nell'atto, che egli alzava un peso, sotto il qual sforzo il ma-
lato sentì manifestamente rompersi qualche cosa nel garetto . Due me-
si dopo quest'accidente, il tumore aveva acquistato il volume d'un
uovo d' Oca .

Nel Sartore, che forma il soggetto dell' osservazione duodecima
l'Aneurisma popliteo scoppiò, ed il malato vi perdette la vita. Nel
cadavere di esso non fu trovata dilatazione alcuna delle tonache pro-
prie dell'arteria Poplitca, ma soltanto l'arteria Poplitca lacerata pel
tratto di tre pollici.

L'osservazione decimaquinta contiene la Storia d' un Aneurisma
dell' arteria Femorale in vicinanza dell' arco crurale , il quale fu cu-
rato colf incisione, e colla compressione . Intorno a questo Aneuri-
sma il Guattari conveniva, che la causa prossima n'era stata la la-
cerazione, e non la dilatazione dell'arteria Femorale «

La medesima cosa fu poi evidentissima nel soggetto dell' osserva-
zione decimasesta, nel quale 1' Aneurisma si prolungava sotto, e
sopra dell' arco crurale . Imperciocché, aperto il tumore , e vuotati i
grumi di sangue , trovò il Guattari 1' arteria Iliaca esterna squarciata
pel tratto di quattro dita trasverse, senza che le tonache proprie di
quest arteria avessero colla loro dilatazione contribuito né punto nò
poco alla formazione del sacco Aneurismatico »

Nel cadavere d'un Giovane di 28 anni (i), il quale aveva por-
tato in ambedue gì' inguini un Aneurisma della grossezza d'un pomo,
trovò il Guattari , che l'Aneurisma dell'inguine sinistro era stato
fatto per lacerazione dell'artèria Femorale. Quanto poi a quello del-
l'inguine destro, pare che l'Autore non si sia accorto, che questo
non era punto un Aneurisma, ma bensì un tumore Ito steatomatoso
di-lìe tonache proprie dell' arteria Iliaca destra , la qual cosa risulta
chiaramente dalla stessa descrizione, e Figura che 1' Autore ne ha
data (k) .

Nella osservazione vigesima , narra il Guattam d' un Giovane di
5o anni, il quale aveva portato un Aneurisma vero, ossia per dilata-
zione nella sommità della sura . Notomizzato nel cadavere il garetto,
è stato trovato, che l'arteria Poplitea non era stata punto dilatata,
ma lacerata .

Per ultimo racconta il Guattanì d'un Giovane di 00 anni, di
fibra molle , stato affetto nella prima sua giovinezza da Lue venerea ,
il quale nell'atto d'alzare un gran peso, sdrucciolò col piede destro,
e tentando egli allora di sostenersi col sinistro, provò grave dolore
nel femore dello stesso lato , per cui fu costretto di lasciarsi cadere
a terra. Coli' uso di appropriati rimedj cessarono i dolori ; poi ri-
comparvero forti come prima , ed a un tempo stesso poco sopra la
metà della coscia manifestossi un tumore con tutt' i caratteri d'un

vero Aneurisma . I dolori, ed il tumore crebbero successivamente , e
sentì il malato tutt' a un tratto nel profondo del tumore un crepito ,
come quando si straccia una tela. Cinque ore dopo l'infermo provò
la stessa molesta sensazione , e quattr' altre ore di poi una simile,
benché minore delle prime ; dopo di che il tumore si aumentò gran-
demente , e di lì a non molto il malato caduto in uno stato di estre-
mo languore fu preso da convulsioni, in mezzo alle quali spirò .
Aperto il tumore fu trovato che conteneva da tre libbre, e mezza
di sangue, parte coagulato , parte sciolto . Nel fondo del sacco vedo-
vasi 1' arteria Femorale non dilatata, ma lacerata per la lunghezza
di due dita di traverso. Sotto il luogo della lacerazione poi eravi
un tumore della grossezza quasi d'un uovo . Aperto anco questo tu-
more , è stato osservato , che il tubo dell' arteria nel luogo ove pas-
sava per il centro di detto tumore erasi ristretto oltre il naturale , e
che codesto tumore era fatto da un morboso ingrossamento delle to-
nache proprie dell' arteria Femorale , la di cui tonaca interna era cor-
rosa in due luoghi (1) . Codesto stato patologico dell' arteria, quale
fu rappresentato da Guattani , e dal Mojoio' , merita d'essere consi-
derato colla più grande attenzione dai Chirurgi , e perchè apre 1' a-
dito a molte utili riflessioni sulle malattie delle arterie in generale ,
ed in particolare sulla vera natura, ed essenza dell' Aneurisma, c
conduce altresì, come si vedrà in seguito , a stabilire dei vantaggiosi
precetti sulla cura indicativa di questa malattia-

§. 1 2.

Il risultato adunque della disamina di tutte le osservazioni d' A-
neurisma dell' arteria Poplitea e Femorale riportate da Guati am è ,
che nessuno dei casi da esso osservati, e descritti somministra un
esempio d'Aneurisma vero, ossia per dilatazione; che anzi provano
il contrario, e mostrano, che gl'Aneurismi esterni, dei quali egl'ave-
va avuto contezza, erano venuti tutti in conseguenza, o di rottura di
arteria occasionata da sforzi violenti, o da steaiomatosa degenerazio-
ne delle tonache proprie della medesima, o da ulcerazione, e corro-
sione delle stesse tonache.

/

Non dissimile da questa è la conseguenza che si può trarre dalle
osservazioni di Flajani (ni). « Fulgenzio Aquilano ( die'egli nella
sua osservazione terza) d'anni 02 , di temperamento cachetico , mol-
to dedito alla'caccia, sui primi di Luglio del 1781 camminando entro
"un folto bosco sdrucciolò. Per sostenersi molta forza dovette impie-
gare; ma a fronte di questa cadde stramazzone a terra. Nel cadere
sentì nel poplite un crepito , come se 1' osso del Femore gli si fosse
spaccato. Neil' alzarsi da terra potè a stento proseguire il cammino sino
alla di lui abitazione. Il dolore l'obbligò a starsene più giorni a let-
to. In grazia del riposo si calmò il dolore, ed il malato tornò a
camminare. Verso sera però egli osservava, che il ginocchio infermo
era più grosso del sano . S' accorse in seguito , che nel cavo del po-
plite esisteva un tumore , che aveva una forte pulsazione . Fu insti-
tuita l'amputazione, e dall'esame della parte amputata risultò, che
l'arteria Poplitea era quasi del calibro naturale, e che tre dita di-
stanti dalla sua divisione nella Tibiale posteriore eravi un foro, da
cui erasi formato il sacco Aneurismatico . »

Ritornava dalla Campagna, scrive lo stesso Autore ( Osserv. V. )
Giacomo Sartori d' anni 5o , di bilioso, ed adusto temperamento , e
molto dedito al vino, ed alla caccia, quando fu all'improvviso sor-
preso da un vivo dolore dietro il ginocchio, cui si unì un crepito
non dissimile da quello che si sente quando si lacera un pannolino .
Fu obbligato a gettarsi a terra, e dopò poco alzatosi se ne andò
alla sua casa , ove appena giunto fu astretto a mettersi a letto . So-
portabile fu nella notte il dolore, onde di buon mattino si levò; ma
lo sventurato ben presto dovette ritornarsene a letto, giacché provò

(i) Histor. XVIII. (!) Loc. cit. Singularo Femoris Aneurysm. Hist. V Fig. IV Tav. IX Fig. Vii io

(k) Tal). II Fig. Ili di Guattani opcr. chat. fll,e dl fIucsl' °l,era '

Tav. IX Fig. VI in fine di quest'Opera. (">) Nuovo metodo di medicare alcune malattie spellanti alla Chirurgia.
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