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CAPO V.

Dell'Aneurisma in generale ; particolarmente
poi di quello della curvatura, e del tronco
dell' Aorta Toracica , e Ventrale.

\ 1.

i""SgV è un errore massiccio , siami permesso il dirlo , già da
molto tempo introdotto in Medicina, quello di supporre, che FAneu-
risma della curvatura, o del tronco dell' Aorta, prodotto per isforzo
veemente , e subitaneo di tutto il corpo, o del cuore paratamente,
e preceduto da congenita lastità d'alcun tratto della detta arteria}
ovvero da interna qualunque morbosa cagione capace à3 indebolire le
tonache dell' arteria stessa , debba si riguardare costantemente come
un tumore fatto per distensione, o dilatazione delle tonache proprie
dell' arteria medesima ; dell' interna tonaca cioè , e della fibrosa . In
opposizione a questa dottrina generalmente adottata nelle Scuole,
nulla a mio credere avvi di più facilmente dimostrabile in tutta la
Patologia, quanto il contrario; cioè che l'Aneurisma della curvatura,
o del tronco Toracico, o Ventrale dell'Aorta non è fatto per dilata-
zione, ma per corrosione, e rottura delle tonache proprie dell'Aorta,
e conseguentemente per effusione del sangue arterioso sotto dell' in-
volto cellulare, o d'altra qualunque membranosa copertura che veste
esternamente Y arteria offesa . Se 1' Aneurisma dell' Aorta , die si fa
subito dopo l'uscita di questa grande arteria dal cuore, è qualche vol-
ta preceduto da certo grado di dilatazione dell'arteria, ciò, propria-
mente parlando , non costituisce F essenza della malattia di cui si
tratta ; sì perchè codesta dilatazione di tutto il tubo deli' arteria uni-
tamente all'Aneurisma non è un'occorrenza costante; che anzi il più
delle volte trovasi Y Aneurisma della curvatura dell' Aorta senza che
questa arteria sia stata punto , o non sensibilmente ampliata oltre il
diametro suo naturale ; come perchè ne' rari casi ancora , nei quali
Y Aneurisma è preceduto ed accompagnato da certo grado di dilata-
zione di tutto il calibro della curvatura dell' Aorta, avvi una ben
marcata, e manifesta differenza fra Y arteria accresciuta di diametro ,
e la cassula che costituisce propriamente il sacco aneurismatico .

Parecchi sono i motivi che hanno dato luo^o all' errore di cui
si parla intorno alla natura, e cagione prossima dell' Aneurisma della
Aorta . Tn primo luogo ( e spiacemi di trovarmi nella necessità di
dirlo ) la poca diligenza sin' ora impiegata dai Medici nella sezione
dei cadaveri degli Aneurismatici , nei quali essi hanno fatto sin' ora
poco più che, aperto il petto, spaccare il fondo dell'Aneurisma, e
considerare con sterile curiosità i diversi, e moltiplici strati di gru-
moso , e poliposo sangue , dei quali il tumore era ripieno ,
senza esaminare ciò che vi poteva essere di comune, o nò fra la
tessitura membranosa del sacco Aneurismatico , e le tonache proprie
dell'arteria offesa. In secondo luogo ha contribuito all'inganno la
falsa analogia, comunemente dai Medici ricevuta come vera, fra la
Varice , e F Aneurisma . In terzo luogo il vedere degl' Aneurismi della
Aorta tanto vasti da sollevare, e perforare ancora le ossa del Torace,
senza che perciò si fosse versata una goccia di sangue entro la cavità
del petto . Finalmente l'aver osservato , che tanto l'Aorta Aneurisma-
tica, quanto il sacco propriamente detto dell'Aneurisma erano ricoperti
ambedue da una comune liscia membrana , e quindi comprese l'ima ,
e 1' altra di queste parti da un comune esterno involucro, come è ap-
punto ricoperta l'arteria in istato sano .

% 3.

Ciò non pertanto , chiunque spoglio di prevenzione per la comune
dottrina intorno Y essenza, e cagione prossima di questa malattia ,
vorrà esaminare , non alla sfugita , e contentandosi soltanto delle ap-
parenze, ma con diligenza, ed anatomicamente l'intima conforma-
zione, e tessitura dell'Aneurisma dell'Aorta, svolgendo con parti-
colar attenzione le tonache proprie , e comuni di quest'arteria, e
successivamente quelle che costituiscono il sacco Aneurismatico, ad
oggetto di conoscere distintamente la tessitura , ed i contini dell'una,
e dell'altra di queste parti, vedrà chiaramente, che nulla di proprio
contribuisce Y Aorta alla formazione del sacco Aneurismatico , e che
conscguentemente codesto sacco non è altro , propriamente parlando 7
che il tessuto cellulare , che in istato sano ricopriva la grande arte-
ria , ossia quel soffice celluioso involto, che la detta arteria riceveva
in comune colle parti vicine ; il quale soffice tessuto cellulare solle-
vato , e compresso dal sangue effuso dall' arteria corrosa , o lacerata
assume la forma di tumore circonscritto, e ricoperto esternamente
da una liscia membrana in comune coli' arteria , qual' è segnatamente
la Pleura nel petto, ed il Peritoneo nel Basso ventre .

S- 4-

Non pretendo di negare, che talvolta, a motivo di congenita las-
sità delle tonache proprie dell' Aorta all' uscita dal cuore , un certo
grado di cedenza delle tonache medesime non contribuisca alla cre-
patura dell' Aorta in quel luogo , e quindi alla formazione dell'Aneu-
risma , che in questo caso si trova congiunto ad un certo grado
parimenti di dilatazione di tutto il tubo dell' arteria maggiore del
naturale (a). Nego soltanto , che ogni Aneurisma dell'Aorta sia prece-
duto , o accompagnato da dilatazione di quest' arteria, e ricuso di
ammettere , che nella formazione di questa gravissima malattia le
tonache proprie dell' Aorta si prestino giammai tanto alla distensione
da formare il sacco Aneurismatico. Intorno alla qual cosa, egli è
un fatto degno dell' attenzione dei Medici, e di tutti quelli che de-
siderano d'approfondire questa materia , che giammai la radice di
un'Aneurisma dell'Aorta, in qualunque punto di questa arteria si
faccia, comprende tutto l'ambito del tubo dell'arteria; ma che essa
radice occupa costantemente, ed interessa soltanto un lato, o l'altro
dell' arteria , dal qual lato, a modo di appendice , 0 di tuberosità, si
alza, indi si allarga, e forma il sacco Aneurismatico, più, o meno
ampio, ed esteso, secondo le circostanze del luogo, e dell'epoca
della malattia; mentre tutt' al contrario, quando si tratta di dilata-
zione d' arteria , questa si fa costantemente in tutta la circonferenza
del tubo dell' arteria, e perciò codesta dilatazione differisce essenzial-
mente dall' Aneurisma . Le picciolissime arterie dell' utero , per via
d'esempio, assumono nella gravidanza un calibro tre, o quattro
volte maggiore di quello che avevano neh' utero non pregnante . Le
arterie d'un grosso tumore cistico ; quelle della milza ostruita ; le
arterie laterali d'un grosso tronco, pel quale sia stato intercettato il
corso del sangue, si dilatano oltre ciò che alcuno potrebbe immagi-
nare ; ma F allargamento di queste arterie si fa sempre equabilmente
per tutta la circonferenza del tubo che rappresentano; nè da alcun
lato delle medesime arterie dilatate osservasi mai che si alzi una

(a) WiSTRiNCAM ha trovalo, che la resistenza delle tonache dell'Aorta è tanto minore,
quanto più quest'arteria è vicina al cuore, nella porzione di 1794 a 1000. Experhn.
lnquir. on some parts of the animai struclure. Experim. i5;chcè, come uno dicesse,
che quanto più un arteria è grossa, tanto più è facile che essa si rompa sotto la
forza della distensione, ancorché l'ampliamone di diametro sia più manifesta in una
grossa che in una picciola arteria .

Hunter. Oper. post, è pure di parere, che la tonaca muscolare delle arterie si aumenti
in densità, e forza a misura che l'arteria procede dai tronchi ai rami. Osserva egli
che l'aumento di forza elastica ne'grandi tronchi arteriosi è ben calcolato per reagire
contro la forza gagliarda del cuore; e che viceversa 1 accrescimento della forza musco-
lare con diminuzione della elasticità nelle minime arterie è opportunissima per acce-
lerare il corso del sangue nei minimi estremi vasi arteriosi. Ed è quindi anco da ciò
che IIur«ter ripeteva l'equabilità della circolazione in tutto l'ambito del sistema arte-
rioso. Oper. Post, a Treatise on the blood.
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