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I

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FAneurisma era picciolo, cedente, ed in ìiiim modo doloroso, ne
intrapresi la -cura- per via della compressione nella maniera descritta
dal Gexga. Ciò fu il dì 8 Febbrajo del iyo5. La cura procedette
così bene, che verso la metà d'Aprile dello stesso anno > di tutto il
tumore non ne rimaneva che un tubercoletto della grossezza d' un
doppio cece, che non incomodava punto il malato, né gli impediva
di fare liberamente i moti di flessione , di estensione , e di rotazione
dell' avanbraccio ; per la qual cosa egli, nonostante tutte le mie ri-
mostranze, ha voluto abbandonare lo Spedale , e riprendere i con-
sueti suoi lavori di campagna . Il giorno 5o di Novembre dello stesso
anno, il medesimo soggetto, per grande sua sciagura, ricevette un
colpo di bastone sulla parte interna del braccio sinistro , .che in pochi
giorni gli occasionò un Flemmone tutt'intorno il gomito, e la pie-
gatura del braccio anzidetto. Fu il malato collocato sotto l'ispezione
di questo nostro abile Chirurgo Volpi, al quale non furono punto
partecipate le antecedenze del caso . Il Flemmone fu aperto coì ta-
glio , nel luogo precisamente che pria era stato occupato dall' Aneu-
risma . Uscì di là molta marcia ; indi si presentò nel fondo della
piaga un picciolo trombo sanguigno # rimosso il quale balzò fuori
con impeto gagliardissimo il sangue arterioso . Per un complesso
d'altre oircostauzo gravissime dipendenti dall' universale , e dal locale
del malato, ho giudicato io stesso, unitamente al lodato Chirurgo,
indispensabile l'amputazione. Esaminato poscia il braccio amputato,
ho riscontrato immediatamente la ferita, che era stata fatta all'arteria
Brachiale dalla punta della lancetta, la quale ferita d'una linea circa,
ancorché trascorsi fossero parecchi mesi dall'accidente , sembrava fatta
di fresco. U arteria Brachiale aveva conservato il naturale suo calibro
nel luogo dell'offesa, e l'apparente radicale guarigione consisteva
perciò in nulla più , che nelY otturamento della ferita dell'arteria me-
diante T applicazione del trombo cotennoso di contro le labbra della
picciola ferita dclF arteria Brachiale . Un'Osservazione simile a questa ;
ma assai più singolare per rapporto al tempo in cui si è rinnovatala
malattia, si è quella riportata da Saviaf.d (1), Ad un Uomo, dice
egli, dopo una missione di sangue, sopravvenne un Aneurisma nella
piegatura del braccio della grossezza d'una noce. Egli portò questo
Aneurisma per sedici anni, senza che gli impedisse di fare il suo
mestiere, che era di scavare carbon fossile. Tutt'a un tratto l'A-
neurisma gli si accrebbe a tanto , e gli occasionò sì grande gonfiez-
za nel braccio , che poco mancò non gli si gangrcnassc . Fu prati-
cata a quest' uomo 1' operazione , ed è stato trovato , che il trombo
sanguigno cotennoso, che era stato per sì lungo tempo aderente alle
labbra della ferita dell'arteria, se n'era staccato da essa per un pic-
ciol tratto . Di questi fatti di illusoria guarigione a Aneurisma della
piegatura del braccio in seguilo della compressione ne ha registrati
alcuni altri, assai diligentemente da esso osservati , il Foubert (ni) .
« Nell'anno l'j'òi, scrisse egli, sono stato chiamato a sei leghe da
Parigi per visitare un uomo di yo anni, cui da un Chirurgo di cam-
pagna era stata ferita V arteria . Il sangue n'era stato arrestato me-
diante delle compresse , una placa di piombo, ed una fasciatura assai
stretta, che io sciolsi, perchè il braccio minacciava di gangrenarsi,
ed alla quale fasciatura, dopo aver condotto il malato a Parigi, mi
contentai di .sostituire una compressione meno forte. Sette, o otto
giorni dopo, esaminando la piegatura del braccio , vi trovai un pic-
ciolo Aneurisma della grossezza d una nocciuola . Allora vi applicai
una compressione più esatta della prima , mediante della carta ma-
sticata, delle compiesse graduate, cPuna fascia, e d'una macchinetta,
diversa da quella denominata ponlon in ciò , che essa non compri-
meva che il tumore, e lasciava in libertà i vasi che riportano il san-
gue . Non sopravvenne alcun gonfiamento , ed il polso si fece tosto
sentire. Otto giorni dopo rinnovai l'apparecchio, e non vi trovai più

(1) Journal des Savana STO. iGgi. lì y avoit un corps ctranger, qui étoit colè sur
l'artérc, et que ]c sang artcriel s'echapoit. par un pelit endroit qui cioit dctaelié dc-
puis pou , et qui avoit cause tout le desordre. Au reste ce corps ctranger n'étoit au-
cune chose qu'un sang fibtenx et coagulé, revetiì d'une membrane da co té "-qui ne ro-
gardoit pomt 1 artére , et du coté qui la regardoit il s'etoit forme uue petite enfoncure
en forme de vo&te.

(m) Mero, de FAcad. R. de Chirurgie T. VI. in 8. pag. a5i.

indizio di tumore . In quaranta giorni il malato sembrò guarito , e
gli permisi di fare col braccio uu moderato esercizio . Alcuni mesi
dopo di ciò, il soggetto di cui si parla fu colpito d'apoplessia, e ne
morì. Ebbi la permissione d' esaminare il braccio . Levai di sito il
cordone de'vasi, quattro dita sopra, e sotto del luogo ove era stata
ferita l'arteria, e nel separare l'arteria dagli altri vasi, ho tenuto
conto d'un picciol nodo, che corrispondeva al luogo della cicatrice,
e che pareva formato da una stretta coesione succeduta fra 1' apo-
nevrosi de! muscolo bicipite , la cassula cellulosa dell' arteria, e
le labbra della ferita dell' arteria stessa, poiché tutto era glutinato
insieme. Avendo aperta l'arteria posteriormente, ossia di contro al
luogo della ferita, si è trovato nella sede della puntura un foro ro-
tondo, die corrispondeva al picciolo nodo, il qual foro era otturato
da un grumo di sangue indurito, il quale grumo, a guisa d'una te-
sta di chiodo, sembrava mantenere insieme unite le dette parti, e
formarvi la cicatrice. Egli è verisimile, soggiunge l'autore, dietro ciò
che ne aveva detto il Petit, che la guarigione di queste malattie si
faccia sempre nella stessa maniera, e che per conseguenza la com-
pressione continuata per lungo tempo possa guarire questa sorta di
ferite » . Passa indi il Foubert a raccontare un secondo fatto, che è
del tenor seguente. « Nel 1748 m occasione di visitare un uomo in
età di più di 75 anni, malato per ritenzione d'orina, fui pregato
d'allentargli la fascia, poiché il Chirurgo, dopo averlo salassato, e
- provata molta difficoltà nell' arrestargli il sangue, gli aveva stretto
fortemente il braccio - Esaminato il braccio, scrisse Foubert, lo tro-
vai assai gonfio dal luogo del salasso sino all'ascella . Fatto chiamare
il Chirurgo, esso mi confessò, che l'arteria era stata ferita» Levai
del tutto la fascia, applicai fortemente il pollice sull'incisione per far
uscire il sangue grumoso interposto fra le labbra della ferita, e nella
infossatura fatta dal mio pollice collocai un pezzo di carta masticata,
sopra questa delle compresse graduate ; poscia feci la fasciatura . Ma
vi esisteva nonpertanto uno stravaso assai considerevole , che si esten-
deva dal luogo del salasso sino all'ascella , dove formava un rialzo
nella direzione dell'arteria Brachiale. Ho ricoperto l'omero, ed il braccio
di pezze imbevute di spirito di vino, nel quale aveva fatto sciogliere
della canfora, e del sale ammoniaco. Il polso scomparve per alcun
tempo. Otto, o nove giorni dopo rinnovai l'apparecchio , ed ebbi mo-
tivo d' essere contento dello stato delle cose . Non crasi alzato alcun
tumore nel luogo del salasso, d'intorno al quale però compariva
dell'echimosi. Nel riapplicare l'apparecchio portai la pressione a quel
grado soltanto che giudicai bastante per completare la cura. Il brac-
cio nonostante rimaneva gonfio, ed il sangue effuso preparava un
ascesso. Biffati, circa tre settimane dopo l'accidente, fui obbligato
a fare un'incisione, dalla quale uscì un sangue nero e puzzolente.
Tutto era nel miglior stato nel luogo del salasso, quando dei nuovi
accidenti dipendenti dalla ritenzione d'orina tolsero di vita l'infermo.
Feci levare di sito il cordone de'vasi nella piegatura del gomito ad
oggetto d'esaminare ciò ch'era accaduto per rapporto alla ferita del-
l' arteria, ed ho trovato, che il tronco dell' arteria Brachiale era staio
aperto alcune linee al disopra della sua divisione ; che 1' apertura era
rotonda , e riempita da un grumo di sangue divenuto tanto duro da
far sperare che il malato avrebbe ottenuto una guarigione perfetta,
se non avesse dovuto soccombere alla violenza dell' altra malattia » .

§• 9-

Tutti questi casi, tanto per riguardo ai mezzi curativi che sono
stati impiegati , quanto per il singoiar modo col quale ho trovato nel
cadavere chiusa la ferita dell'arteria Brachiale in conseguenza di sa-
lasso, supera quello che sono ora per riferire , e dal soggetto del
quale ho tratto le Figure Vili. IX. X. XI della Tav. IX; Ja Storia
di codesto caso mi è stata comunicata dal Montecgia celebre Pro-
fessore di Chirurgia in Milano . Un uomo di 76 anni, sentendosi un
torpore nel braccio sinistro , che gli faceva temere d'apoplessia, ven-
ne salassato al braccio sinistro nella vena mediana basilica . 11 sangue
venne con molta forza, velocità, e getto saltuario, ed in fine non si
poteva fermarlo; talché vennero sopracchiamati due altri Chirurgi,
perché il primo non poteva riuscire a chiudere la vena ; e si rico-
nobbe manifestamente che l'arteria era stata ferita. Finalmente a forza

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