GIOVANNI PISANO
E LE LUPE-DOCCIONI DEL PALAZZO PUBBLICO DI SIENA
Chi entri nel vasto salone terreno di Palazzo comunale a Siena, scorge, vaga nel-
l'ombra calata dalle nude volte, una forma di belva (fig. i) scagliarsi, dal moderno
piedistallo di pietra, contro l'invisibile preda, ululando, e involontariamente arretra
davanti a quell'espressione potente della feroce anima medieva nel simbolo romano del
Fig. i. — Giovanni Pisano: Lupa-doccione ne] Palazzo pubblico di Siena.
Comune di Siena. Ed ecco scatenarsi, a riscontro, dalle lontananze del salone grigio,
un'altra belva (fig. 2), sbarrate le fauci dall'urlo ferino: a riscontro, le due lupe giganti
s'appostan nella penombra, custodi bieche del palazzo, vive imprese di Siena.
La dantesca visione della lupa famelica è scolpita, dal grande artefice dugentesco,
nei due blocchi di pietra corrosi dalle intemperie, a cui furon per secoli esposte: sulle
zampe puntellate al suolo, il corpo agile, contornato fra l'addome e la coscia da una
rapida curva, schiacciato nella sagoma acuta degli omeri, si tende, profilando, ora sul
fondo cupo delle muraglie, un tempo sul cristallino aere di Siena, l'arco del.collo, lun-
ghissimo in una delle due fiere, lancinante, nell'acutezza del suo contorno, come l'ululo
che squarcia le fauci.
E LE LUPE-DOCCIONI DEL PALAZZO PUBBLICO DI SIENA
Chi entri nel vasto salone terreno di Palazzo comunale a Siena, scorge, vaga nel-
l'ombra calata dalle nude volte, una forma di belva (fig. i) scagliarsi, dal moderno
piedistallo di pietra, contro l'invisibile preda, ululando, e involontariamente arretra
davanti a quell'espressione potente della feroce anima medieva nel simbolo romano del
Fig. i. — Giovanni Pisano: Lupa-doccione ne] Palazzo pubblico di Siena.
Comune di Siena. Ed ecco scatenarsi, a riscontro, dalle lontananze del salone grigio,
un'altra belva (fig. 2), sbarrate le fauci dall'urlo ferino: a riscontro, le due lupe giganti
s'appostan nella penombra, custodi bieche del palazzo, vive imprese di Siena.
La dantesca visione della lupa famelica è scolpita, dal grande artefice dugentesco,
nei due blocchi di pietra corrosi dalle intemperie, a cui furon per secoli esposte: sulle
zampe puntellate al suolo, il corpo agile, contornato fra l'addome e la coscia da una
rapida curva, schiacciato nella sagoma acuta degli omeri, si tende, profilando, ora sul
fondo cupo delle muraglie, un tempo sul cristallino aere di Siena, l'arco del.collo, lun-
ghissimo in una delle due fiere, lancinante, nell'acutezza del suo contorno, come l'ululo
che squarcia le fauci.