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Bullettino archeologico Napoletano — N.S.5.1856-1857

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Nr. 102 (Ottobre 1856)
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https://doi.org/10.11588/diglit.12304#0038
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— 30 —

P VIBIVS • P • L

vi DONATVS
V • F • S1BI ET
P • VIEIO • P • L • GEMELLO
ET • GEMELLAE ' SOR • EIV

S

IA.

ET ÀNINIAE • C • L • PROTOG* (sic)
ET • HERENNIAE PROTOGE
SORORI GEMELI NIA

La lapide è alla due palmi e due once , larga due
palmi. Annunzia il Sig. Cherubini che insieme con
essa furono trovate quattro monete imperiali in bronzo
di mezzana grandezza , una lucerna coli' epigrafe
OGTAVI, e molti frammenti di terra cotta.Non saprei
che cosa vogliano signiGcarele lettere VI nella secon-
da linea ; quando non voglia supporsi che il lapicida
scrivesse dapprima il V. F che incider dovevasi nella
terza linea , e poscia avvedutosi immantinenti del
fallo correggesse lo sbaglio. La presente iscrizione
appartiene alla classe delle sepolcrali memorie messe
da un vivente, come raccogliesi dalle note sigle Vi-
rus Yecil. Preparata in tal modo la lapida si andarono
aggiungendo i nomi man mano secondo che la neces-
sità richiedea : in guisa che per lasciare spazio suffi-
ciente , si fece che la memoria di un individuo della
famiglia non occupasse più di una sola riga. A questo
appunto è dovuto 1! essersi collocato 1' S di EIVS in
sito inferiore , e V IA di PROTOGENIA in sito supe-
riore. E qui osservo che forse in questa parola sono
svaniti i due monogrammi di GE ed AE : sicché ora
apparisce PROTOGNIA invece di PROTOGENIAE.
Lo stesso va detto per 1' ultima voce della penultima
riga , ove dee leggersi egualmente PROTOGENIAE.
Non è nuovo nè raro nelle iscrizioni la soppressione
di una delle liquide, come nella parola GEMELI in
luogo di GEMELLI ; e perciò crediamo inutile ripor-
tarne gli esempli. Abbiamo da questa iscrizione che
P. Vibio Donato , essendo ancor vivo , preparò il se-
polcro per se e pe' suoi ; e che vi furono collocati in
seguito P. Vibio Gemello, Vibia Gemella , Aninia
Protogenia, ed Erennia Protogenia, le quali tutte

due appartener dovettero alla slessa famiglia , non
ostante i differenti nomi di Aninia , ed Erennia che
lor trovansi dati; e ciò si fa chiaro dalla avvertenza
della iscrizione medesima, quando si nota che Eren-
nia era pur sorella di Gemello. Un' ultima osserva-
zione voglio qui aggiugnere, ed è che il ritrovamento
delle quattro monete di bronzo corrisponde al nu-
mero di quattro individui, che furono in quella tom-
ba sepolti ; giacché non è sicuro che Vibio altresì fos-
sevi collocato. Quelle monete erano certamente messe
fra' denti de' cadaveri , siccome frequentemente fu
daio di osservare , ovvero fralle ceneri ove si fosse
verificata la ustione: la qual cosa non rileviamo dalla
relazione del sig. Cherubini. Sul quale uso delle me-
daglie in unione co' morti veggasi pure il Raoul-Ro-
chelte nella sua terza memoria sulle antichità delle
catacombe pag. 224, s.

2. Ci venne fornita la notizia della seguente iscri-
zione segnata nella faccia esteriore di una urna di a-
labastro ornata di spire tortuose ed obblique , e con
due manichi e coverehio. Fu questa rinvenuta in A-
quino in provincia di Terra di Lavoro : e vedevasi
ancora ripiena dalle ceneri, che vi furono anticamente
riposte.

Ecco la epigrafe

D • M
POMP • FLORID
ANIMIS • MARCE
LIN CONI • IN
CONPARAQVE VI
XIT • ANNI • XVII

Un Pomponio, o piuttosto Pompeio Florido pone
questa memoria alla sua giovine moglie Marccllina ,
che con la soppressione pocanzi notata della liquida
viene appellata Marcdina. Mi sembra notabile la e-
spressione ANIMIS MÀRCELINoe invece di animae.
E questa particolarità accoppiata a certe insolite ab-
breviazioni , ed alla mancanza del dittongo nel que
della quarta riga , mi fa pensare che il monumento
debba trasportarsi ad un' epoca posteriore.

3. Nella parte anteriore di una piccola urna ret-
 
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