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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 3.1900

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Fasc. 1-4
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Toschi, G. B.: Lelio Orsi da novellara pittore es architetto (1511 - 1587)
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https://doi.org/10.11588/diglit.24145#0055

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Fregio di Lelio Orsi. Canonica della chiesa di Querzola (provincia di Reggio Emilia)

vi mostra pure la solita vigoria d'esecuzione, che qui si manifesta con altro mezzo, cioè
con la matita su carta granulosa, ottenendo un effetto magistrale.^

Nell'ornamentazione del Rinascimento tali fantastici intrecci di fogliami, d'uomini, di
animali e mostri, che s'innestano e si trasformano in mille modi, è usuale; ma nelle opere
dell' Orsi acquistano un carattere nuovo e personale corrispondente all' indole artistica di lui
che, cresciuto in mezzo alle opere del Correggio, invece di cedere in tutto al fascino di quel
mago della pittura, s'era lasciato maggiormente attrarre dalla rude energia di Giulio Romano
dapprima, poscia di Michelangelo : l'eleganza, la raffinatezza, l'idealità avevano poca presa
sul suo animo portato ad ammirare la vigoria delle membra e la manifestazione della vita
fisica in rappresentazioni bizzarre, nelle quali il soggetto, quando soggetto v'era, non aveva
importanza per sè, ma diventava un semplice motivo pittorico.

Questi caratteri ci fanno proporre l'ipotesi che sia dell'Orsi un'opera fin qui affatto
sconosciuta e del cui autore manca qualsiasi notizia. E il fregio esistente sull'alto delle pareti
d'una sala nella canonica del Castello di Querciola, provincia di Reggio Emilia, comune di
Viano. Venne eseguito ad affresco ed a monocromato giallognolo con energiche lumeggiature
bianche. Su d'ogni lato della stanza è diviso in quattro parti da tre stemmi posti entro dischi
circolari: gli stemmi hanno le pure sagome del Rinascimento, men:> uno aggiunto nel secolo
scorso, coprendone un altro degli antichi. Essi furono probabilmente la sola parte da ese-
guirsi che il committente indicò al pittore : pel resto questi sarà stato libero di sbizzarrirsi
a sua posta e se ne valse ! Tutti i dischi cogli stemmi sono sostenuti da due figure : genietti
ignudi, uomini seminudi sghignazzanti o addolorati, vecchi guerrieri, giovani incoronati di
lauro, sirene variamente acconce, figure umane che alla cintola si trasformano in volute a
fogliami, senza alcun significato relativo agli stemmi che sostengono. Non meno variate sono
le composizioni negli spazi interposti fra gli stemmi. Qui è un cavallo nell'atto di saltar giù
dal fregio entro la sala, due altri cavalli balzano all'opposto verso il muro, mostrando ormai
solo le parti posteriori colla coda svolazzante, per la quale un guerriero vestito alla romana
cerca trattenerne uno : dietro spunta la testa digrignante d'una belva, e sotto un altro guer-
riero s'affaccia tranquillamente col busto, posando le mani nella cornice del fregio. Altrove
donne scarmigliate e fauni si divincolano senza azione bene spiegata ; in un angolo, mentre
da un lato dello stemma un guerriero sta per infilare colla spada l'avversario caduto riverso
a terra, dall'altro una giovane seduta e nuda abbraccia e bacia un uomo pure nudo seduto
a lei in grembo. In altra parte dei fauni abbeverano degli esseri dal capo umano e col resto
della persona di mostruosità indescrivibile.

L'analogia colle opere ornamentali dell' Orsi risultò dalla bizzarria delle invenzioni senza
concetto determinato, dall'assenza d'ogni nota gentile ed elevata, dalla preferenza per le
membra muscolose ed asciutte anche nelle donne e nei bambini, dalla forma di qualche
animale fantastico, dal motivo delle bende che fasciano più d'una testa, da due mascheroni
 
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