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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 3.1900

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Fasc. 10-12
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Hermanin, Federico: Le miniature ferraresi della Biblioteca Vaticana
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https://doi.org/10.11588/diglit.24145#0386

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LE MINIATURE FERRARESI

DELLA BIBLIOTECA VATICANA

EDERIGO di Montefeltro nell'adornare quel suo castello d'Urbino, che
dai contemporanei fu stimato bellissimo fra i più belli d'Italia, volle
raccogliervi quanto di più eletto avevano prodotto in ogni tempo le
arti e le scienze. Al giovane signore, che da Vittorino da Feltro era
stato educato all'amore d'ogni cosa bella e buona, parve che nulla
potesse, meglio d'una biblioteca eccellente, che raccogliesse il pensiero
dei filosofi, dei poeti e degli storici, essere d'ornamento alla casa
d'un principe.

Ciò che facevano Sisto IV, i Medici e Mattia Corvino, egli volle
farlo sullo scoglio d'Urbino, e raccolse con magnificenza le opere
degli antichi e dei contemporanei, dai libri della sapienza antica, dalla Bibbia e dall'Iliade,
sino alle opere del Petrarca, alla Divina Commedia ed agli scritti di Enea Silvio, e sulle
cornici degli scaffali della libreria magnifica fece scrivere:

Bibliotheca parata est,

lussa loqui facunda nimis, vel iussa tacere,
Et prò desse potens, et delectare legentem.
Tempora lapsa docet, venturaque 'plurima pandit,
Explicat et cunctos caeli terraeque labores. 1

Porcellio Pandone, che aveva già cantato le geste di Niccolò Piccinino, stupefatto della
munificenza del duca e specialmente maravigliato di vederlo così pronto ad occuparsi d'ogni
sorta di cose, oggi capitano in guerra e domani pacifico signore delle arti e delle lettere,
lo cantò nella sua Feltrìa, uguagliandolo ai grandi eroi dell'antichità, chiamandolo nuovo ram-
pollo di quel sangue latino che aveva colla sua nobiltà sbigottito gli uomini e gli dei. Ma egli
soprattutto esaltò la sua cura posta nel raccogliere la biblioteca, e scrisse di lui:

« Noscere philosophos rerumque inquirere causas — cogere mille novos veterumque
volumina mille, — picturam admirari, simul indulgere poétis, — haec est cura ducis, haec
otia caesaris, arces — et fundare novas cingere moenibus urbes».2

La libreria, benché in parte dispersa, pure è rimasta il monumento più durevole della
gloria del principe, ed i volumi del fondo urbinate, che è fra i più copiosi della Biblioteca
Vaticana, mostrano quale cura e quanto amore il principe ponesse nel conservarli e adornarli.

1 Bernardino Baldi, Descrizione del palazzo du- 2 Feltrìa, Biblioteca Vaticana, cod. urbin. lat. 373,
cale d'Urbino, in appendice al Cortigiano di Baldas- fol. 94.
sare Castiglione. Firenze, Barbèra, 1S89, pag. 30S.

L'Arte. Ili,

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