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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 3.1900

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Fasc. 1-4
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Leonardi, Valentino: Paolo di Mariano Marmoraro, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24145#0122

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PAOLO DI MARIANO MARMORARO

ORRENDO l'anno millequattrocentòsessantadue, quarto del pontificato
di papa Pio Secondo, poi che s'eran quietate le guerre mosse nelle
campagne da Jacopo Piccinino e da quanti fuorusciti erano stati
un tempo con lui, e con il principe di Taranto, con Ghismondo
Malatesta, Averso dell'Anguillara, Tiburzio e Bonanno dagli Specchi
ambiziosi di cose nuove o sognatori delle antiche pubbliche libertà,
veniva portata in Roma dalla rocca di Narni la testa dell'Apostolo
Andrea, accolta in tutti i luoghi dall' adorazion de' fedeli con le
preci e le laudi divote, il giubilìo degli inni e delle campane, il
tripudio delle faci e dei fuochi. La levarono dalla rocca di Narni,
dove era stata conservata durante gli anni della g'uerra, il cardinale
Alessandro Oliva, chiaro per fede e per dottrina; il cardinal Bes-
sarione, carissimo ad ogni sapiente ; il cardinale da Siena, nepote al pontefice e bene amato
da lui. A Roma la reliquia giunse nella Domenica delle Palme; deposta in una di quelle torri
di cui Callisto Lerzo avea recentemente munito il ponte Milvio, durante la notte ne rimasero
a veglia l'arcivescovo di Siponto, Perotto, e quello di Benevento, Alessio.

Giovanni Gobellini ci descrive le feste di Roma. 1 Nelle case le donne e i fanciulli si
esercitavano su gli psalterii e ne' canti ; per le vie e per le piazze il suolo era cosparso di
mirto e di erbe odorifere, fumigavano i cerei su gli altari improvvisi, esalavano da' turiboli
gli aromi dell'incenso e del timo. Drappi scarlatti lambivan le mura, così ne'tugurii tur-
riti per le vie anguste e p'e' chiassuoli della città medioevale, come ne' palazzi marmorei
de' cardinali opulenti e delle famiglie patrizie ; ed i mercanti fiorentini e sanesi che tenevan
bottega presso il ponte Adriano gareggiavano neh'invenzione e nello studio de'fastigi deco-
rativi e il cardinale di Santa Prassede ostentava le meravigliose stoffe di Artois da lui por-
tate di Francia e il cardinale vicecancellario, di gran lunga superando il lusso e gli sforzi
ingegnosi di ognuno, così decorava le sue case, che esse — narra il pontefice istorico —
figuravano per la dolcezza de'suoni un lembo de' cieli, e, per la copia dell'oro, il palazzo che
Nerone sognava durante l'incendio di Roma. Poi, all' indomani, nel Lunedì Santo, il pontefice
mosse per la via Flaminia fra lungo ordine di popolo, di cavalieri e di prelati sino a quei
campi che sono presso al ponte Milvio alla destra di chi muove da Roma, e che allora
- come porta il cronista medesimo — erano fioriti ed erbosi e tanto lieti, che quasi sembra-
vano ridere. Quivi era stato levato un pulpito ampio così da contener tutto il clero, e tanto
alto che era visibile da ogni parte de'prati: quivi il pontefice ricevette nelle tremule mani
la reliquia del santo, mentre tutt' intorno s'agitavan le palme ed i labari, fiammeggiavano

1 V. Commentario, Pii II, Francoforte, 1614, li- ressante per chi ami studiare i costumi di quell'epoca
bro Vili, pag. 192-202. La descrizione è, secondo lo e sopratutto il modo col quale allo spirito religioso
stile del Piccolomini, vivissima, e sommamente inte- sapeva mescolarsi quello profano e politico.
 
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