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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 3.1900

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Fasc. 1-4
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Hermanin, Federico: Arte contemporanea, [1]: Filiberto Petiti
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https://doi.org/10.11588/diglit.24145#0143

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ARTE CONTEMPORANEA

FILIBERTO PETITI.

iliberto Petiti, dipingendo il suo quadro per l'Esposizione di
Parigi, ha pensato di comporre un'opera che fosse sincera e genuina
espressione dell'arte sua, che avesse in sè tutte le caratteristiche di
pensiero e di forma del suo autore, e valesse così a presentarne
intera e completa la personalità artistica con le sue aspirazioni e le
sue ricerche, coi suoi pregi e le sue debolezze. Ed ha fatto bene
ad operare così, senza riguardi, a presentarsi senza sottintesi e senza
concessioni, come deve fare un vero artista che abbia la forza di
poter dire : così sono, così faccio, e voglio essere giudicato per quello
che sono ; se ho sbagliato, sarà meglio che voi vi accorgiate dei miei
errori e non che vi dobbiate trovare nel caso di concedermi quelle lodi che non sapete quasi
mai negare a chi sa piegarsi secondo la moda o il gusto del giorno.

Ora il Petiti è veramente uno di quegli artisti nati, nei quali sono naturali certe sin-
golarità ed asprezze che danno alle opere loro quel carattere d'individualità che spesso non
va a genio al pubblico grosso, ma di cui si compiacciono grandemente gli amatori intelli-
genti che sanno quanto sia difficile vedersi davanti intera, tutta d'un pezzo, la figura di un
artista e dell'opera sua.

L'arte del nostro pittore ha poi questa speciale singolarità, d'essere l'arte di un soli-
tario e di un malinconico, o per meglio dire, di un uomo che non sa essere veramente
socievole e veramente lieto che fra le quattro mura di casa sua e neh' intimità della sua
famigliuola e dei suoi buoni amici. Lì il pittore delle tristi giornate d'autunno, degli alberi
spogli e delle foglie secche si rianima, e pare che quello stare bene rincantucciato coi suoi
cari lo consoli, e che allora solamente gli brilli nell'anima un giocondo raggio di sole.

Anche nell'ultimo quadro c'è tutta questa malinconia. Sembra che nella solitudine tacita
di quella palude, sulla quale passa appena un lieve alito di vento, l'anima si senta lontana
da tutto ciò che di gaio, di giocondo, di lietamente colorito c'è nel mondo. La selva folta
circonda da un lato, coll'intricato viluppo dei suoi rami spogli, da cui non pende più una
foglia, il triste specchio delle acque ferme e trasparenti. Verso lo sfondo la foresta va perden-
dosi nella sottile nebbiolina autunnale, e sulla sinistra, chi guarda immagina che le acque
morte si stendano senza fine nella bruma, riflettendo il cielo coperto di una nuvolaglia bian-
castra, che solo qua e là fa trasparire qualche lembo d'azzurro.
 
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