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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 3.1900

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Fasc. 1-4
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Bibliografia artistica
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https://doi.org/10.11588/diglit.24145#0153

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BIBLIOGRAFIA ARTISTICA

3-

Estetica, iconografia, etnografia, fisiologia artistica, rap-
porti tra la letteratura e l'arte.

C. De Mandach: Saint Antoine de Padoue
et VArt italien. Préface de M. Eugene
Miintz. Paris, Laurens éditeur, 1899 (pa-
gine iv-368, con illustrazioni).

Siamo dinanzi ad un'opera degna delle lodi più
ampie e sincere ; opera sotto ogni riguardo definitiva
e che può veramente servir di modello a monografie
di tal genere. Essa giunge in buon punto, non solo
perchè, come osserva Eugenio Miintz nella Prefazione,
da alcuni anni a questa parte il culto per il Santo di
Padova è rifiorito singolarmente, ma anche, e ben più,
perchè proprio oggi v'è taluno, pur tra le menti più
colte e illuminate, che sembra voler negare ogni utilità
e ragion d'essere alle ricerche iconografiche.

Quest'opera del giovane scrittore svizzero è la dimo-
strazione del contrario, quale non si potrebbe deside-
rare più evidente e meglio condotta. Chi legga con
attenzione e con amore questo volume, come noi ab-
biamo fatto, avrà modo di constatare, si può dire ad
ogni passo, quali e quanti dati preziosi possano offrire
simili ricerche alla critica artistica ; egli si sentirà con-
dotto a leggere più addentro nella vita, nell'anima stessa
dell'arte, a penetrarne più da vicino il lento e pur con-
tinuo svolgimento in tempi e luoghi diversi, svolgimento
meglio osservabile in un solo ciclo di soggetti e di rap-
presentazioni. Dirò di più : anziché disconoscere e rin-
negare — come taluno pretende — quell'elemento
personale di che l'artista impronta, più o meno poten-
temente, l'opera sua, la ricerca iconografica — essa sola
forse — ci permette di discernere e di conoscere con
maggiore chiarezza e nettezza ciò che di veramente
nuovo e suo l'artefice ha messo nella creazione artistica,
rielaborando nel proprio spirito la materia comune, e,
così, di più adeguatamente apprezzare l'opera indivi-
duale nel progresso dell'arte.

Ma perchè tali ricerche conducano a risultati sif-

fatti, voglionsi conoscenza larga e profonda del mate-
riale artistico, acutezza di giudizio e, anche, molta di-
screzione nel valutare ogni singolo fatto ; qualità che
siamo lieti di riscontrare nel nostro autore.

Il quale, lo si vede bene dal suo diligente lavoro,
si è accinto all'opera dopo lunga e coscienziosa pre-
parazione. In amoroso pellegrinaggio sulle tracce del
Santo, egli ha ricercato tutta l'Italia, anco le borgate
più ignorate e remote, e si può dire che nulla gli sia
sfuggito di quanto riguardava il suo argomento, e che
di quasi tutte le opere da lui menzionate, che sono
moltissime, si sia reso conto personalmente, studian-
dole sull'originale. È a questa eccellente preparazione
che dobbiamo un buon numero di osservazioni e ap-
prezzamenti e scoperte nuove, e importanti non solo
per l'iconografia, di cui l'autore ha arricchito, cammin
facendo, l'opera sua. Non vogliam lasciare d'indicarne
qui alcune delle più notevoli.

Il Mandach, per il primo, prende in considerazione
un affresco del Caporali recentemente scoperto nella
chiesa di San Francesco a Montone presso Umbertide,
il quale varrà certo a rendere assai più favorevole il
giudizio che del pittore recano Crovve e Cavalcasene
che non conoscevano quel dipinto. 1 Così dovrà oramai
modificarsi di molto il giudizio su Lorenzo II da Sanse-
verino, di cui l'autore ha ritrovato a Pollenxa, presso Ma-
cerata, una tavola che, importantissima sotto l'aspatto
iconografico, pare anche a noi una gentilissima opera
d'arte. 1 A Pietro Lorenzetti, anziché ad Ambrogio,
assegna giustamente con criteri stilistici un bellissimo
quadretto del Museo cristiano del Vaticano ( pag. 181).
A Firenze, nell'Accademia di Belle Arti, ha ritrovato
l'opera che ispirò un'incisione indicata dal Passavant,
e di cui è una prova anche a Roma nel Gabinetto
delle Stampe: opera che se fu eseguita da Jacopo,

1 Crowe e Cavalcaselle, Storia della Fittura, IV, 378 ;
Mandach, pag. 93.

2 Era anch'essa affatto sconosciuta a Crowe e Cavalca-
selle. Il Mandach ne dà una bella illustrazione (pag. 93) e
si augura giustamente che venga presto compresa nel Cata-
logo ufficiale delle opere d'arte delle Marche.
 
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