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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 3.1900

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Fasc. 1-4
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Hermanin, Federico: Arte contemporanea, [1]: Filiberto Petiti
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https://doi.org/10.11588/diglit.24145#0152

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ARTE CONTEMPORANEA

"3

Sul davanti l'erba è ancora verde, ma l'autunno l'ha già sparsa di fili secchi; verso lo
sfondo il terreno si solleva e la staccionata si stacca sul cielo grigio, che appena qua e là
ha qualche sprazzo turchiniccio.

In questo modo il Petiti ha saputo fare un quadro che, pur essendo romano, si adatta
al suo spirito.

Invece delle grandi linee ondulate e della fuga degli acquedotti fra i rovi e gli sterpi,
egli ha preferito di fermarsi lì tra le macchie, raccogliendo in pochi metri tutta la grandiosa
tristezza della campagna desolata.

Dopo questo quadro egli ritorna al suo paesaggio settentrionale, e in mezzo agli stagni
e ai saliceti brumosi spicca stranamente la luminosa Fontana Tempesta, dove il pittore ha
voluto mostrare la sua vigoria di colore nel raffigurare un raggio di sole caldo che illumina
la vecchia fonte racchiusa fra le macchie di elei.

Ma questo è come uno sprazzo di luce isolato; egli torna ai soggetti favoriti, ed in un
seguito di quadri diversissimi illustra i vari aspetti malinconici della campagna.

Egli ama di costruire e comporre i suoi quadri, e sa con molta abilità fondere in un
tutto organico particolari bellezze di paese raccolte di qua e "di là.

Nei Boscaiuoli, che è ora a Parigi, la composizione non è ancora perfetta, e la mae-
stria con cui sono eseguiti i particolari, non giunge a dissimulare quel certo che di lieve-
mente disarmonico che sta fra l'acqua del primo piano, i grandi alberi secchi della riva e
lo sfondo.

Fra i paesaggi di composizione del primo tempo sono notevoli la Quiete disturbata ed i
Canneti, acquistati dal Re all'Esposizione di Roma del 1885.

Nel Torrente di montagna e nel Lago della Vecchia egli ha ritratto due diversi aspetti
della montagna. Nel primo i freschi faggi dell'Appennino temperano l'orrido delle rocce;
nel secondo, che riproduce un lago alpino, fermo come una lama d'acciaio, in cui si rispecchiano
i dirupi, ogni forma mite è scomparsa, e già si scorge il fianco nudo delle vette supreme, dove
non cresce più che il lichene rossastro.

Le ultime foglie del 1890, comprato dall'Imperatore di Germania, e L'autunno in mori
lagna, anch'esso a Berlino, sono più direttamente tratti dal vero, e la composizione appa-
risce tutta chiusa e serrata fra i rami della foresta, senza alcuno di quei larghi spazi di cielo
sui quali il nostro pittore ama per solito di far spiccare i rami secchi e contorti de' suoi alberi
spogli. L'interno del castagneto e del faggeto, ingialliti, dove pascolano le mucche, ha riflessi
di verde ancora vivo, e qua e là sono effetti mirabili per l'intonazione delle tinte e per la luce
che scende temperata fra le foglie ingiallite.

Il motivo del Renaiolo, ma più fresco, ritrovasi in due squisiti paesaggi recenti, nelle
Acque morte e ne\YAuhtnno, esposti nel 1898.

Il soggetto è quasi uguale : pioppi e salici in riva a stagni ; ma nelle Acque morte il
pensiero di chi guarda resta lì fermo, compiacendosi di quel paesaggio intimo e modesto,
mentre nel!'Autunno la grande cortina dei pioppi che campeggia sul cielo pallido e l'acqua
stagnante e lumeggiata a grandi riflessi dorati e argentini hanno in sè qualcosa di altamente
poetico, quasi come un ultimo saluto della luce prima della tristezza invernale.

Volontieri continuerei a discorrere degli altri quadri principali del Petiti; ma il conti-
nuare in questa rassegna della sua opera così vasta e varia, sarebbe cosa molto lunga ed
inutile, perchè con le parole non riuscirei che a darne un' idea pallida e scolorita.

Ho tentato di descrivere l'animo dell'artista ed il suo pensiero ; spero di avere con ciò
fatto cosa grata ai molti che lo amano.

Roma, marzo 1900.

Federico Hermanin.

L'Arte. Ili, 15.
 
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