Fregio di Lelio Orsi. Canonica della chiesa di Querzola (provincia di Reggio Emilia)
dovevano lasciare una così forte traccia nella sua maniera ; allora egli avrà specialmente
ammirato le opere del Correggio numerose e smaglianti di freschezza a Novellara, Reggio,
Modena, Parma, come pure quelle di Giulio Romano che empiva del suo nome e stava
rinnovando la vicina Mantova; una copia della Madonna di quest'ultimo, così detta della
Gatta, ora nella Galleria di Napoli, esiste ancora in una soffitta della chiesa di Santo Stefano
a Novellara, a prova che quel pittore era in quei luoghi conosciuto e stimato. Questo
spiega come nel fregio di Querciola non siano comparse ancora le esagerazioni michelan-
giolesche che abbiamo notato in altre opere dell' Orsi ; ma vi domina solo la gagliardia un
po' rude di Giulio Romano che s'attagliava così bene all' indole del nostro artista. S'ag-
giunga che 1' Orsi, secondo una testimonianza citata dal Malagoli, dipinse, in un tempo non
determinato, in un monastero di Mantova.
Del disegno per un altro fregio sconosciuto dell' Orsi possiamo dar notizia al lettore.
Esso è posseduto dal signor Pietro Foresti di Carpi, insieme col disegno che doveva servire
pel soffitto della medesima sala. Fino a pochi anni fa quei disegni trovavansi ancora nella
patria dell' Orsi, ed uno porta sul rovescio il nome di Lelio scritto a penna, come abbiamo
già detto. Sono disegnati a penna e finiti ad acquerello, finiti con gran cura in ogni loro
particolare e nullameno eseguiti colla franchezza di consumato artista. Il fregio è diviso in
grandi riquadri circondati da ricche cornici; sopra il fregio gira una fila d'archetti, che doveva
unire le pareti al soffitto. Uno dei riquadri è tutto a volute di fogliami e mascheroni di
vecchi sogghignanti che circondano un tondo, nel quale è rappresentato un combattimento
di fanti e cavalieri. Degli altri due riquadri, compresi solo in parte nel disegno, uno rap-
presenta un intarsio di marmi variamente chiazzati, l'altro un paesaggio. Nelle cornici sono
fogliami, borchie, maschere e cartocci; i mascheroni colle bende e i cartocci colle volute
come vedemmo altrove. Altri motivi usati già dall' Orsi trovansi nelle cornici orizzontali che
corrono sopra e sotto i riquadri, cioè volute di fogliami che si trasformano in figure umane
e mostri colle bizzarrie che già conosciamo, comprese le volute passanti per le bocche spa-
lancate dei mascheroni. Nelle quattro lunette elei piccoli archi, tre presentano dei paesaggi
schizzati lestamente di maniera, perfettamente analoghi ai paesaggi che vedremo ancora
esistenti a Novellara e a quelli di due disegni attribuiti all' Orsi in Firenze, che pure vedremo ;
la quarta lunetta rappresenta una deità seduta su d'una biga tirata da cavalli che fanno un
ardito scarto a sinistra. Nei pennacchi fra una lunetta e l'altra sono abilmente schizzati dei
genietti ignudi che colle mani tengono piegati dei rami d'alghe attorno all'arco delle lunette,
motivo che si vede ripetuto in un fregio ancora esistente a Novellara e che fu suggerito dalla
natura di quei luoghi di bassa pianura ove le alghe abbondano. Il disegno pel soffitto a
cassettoni ha molti ed evidenti richiami coi motivi ornamentali del fregio, così pei fogliami
e le cornici, come per le figurette ignude.
Questi disegni ci conducono a parlare dell'ornamentazione di quattro stanze della Rocca
di Novellara che ora servono per le scuole elementari. Nella prima, posta a pian terreno
dovevano lasciare una così forte traccia nella sua maniera ; allora egli avrà specialmente
ammirato le opere del Correggio numerose e smaglianti di freschezza a Novellara, Reggio,
Modena, Parma, come pure quelle di Giulio Romano che empiva del suo nome e stava
rinnovando la vicina Mantova; una copia della Madonna di quest'ultimo, così detta della
Gatta, ora nella Galleria di Napoli, esiste ancora in una soffitta della chiesa di Santo Stefano
a Novellara, a prova che quel pittore era in quei luoghi conosciuto e stimato. Questo
spiega come nel fregio di Querciola non siano comparse ancora le esagerazioni michelan-
giolesche che abbiamo notato in altre opere dell' Orsi ; ma vi domina solo la gagliardia un
po' rude di Giulio Romano che s'attagliava così bene all' indole del nostro artista. S'ag-
giunga che 1' Orsi, secondo una testimonianza citata dal Malagoli, dipinse, in un tempo non
determinato, in un monastero di Mantova.
Del disegno per un altro fregio sconosciuto dell' Orsi possiamo dar notizia al lettore.
Esso è posseduto dal signor Pietro Foresti di Carpi, insieme col disegno che doveva servire
pel soffitto della medesima sala. Fino a pochi anni fa quei disegni trovavansi ancora nella
patria dell' Orsi, ed uno porta sul rovescio il nome di Lelio scritto a penna, come abbiamo
già detto. Sono disegnati a penna e finiti ad acquerello, finiti con gran cura in ogni loro
particolare e nullameno eseguiti colla franchezza di consumato artista. Il fregio è diviso in
grandi riquadri circondati da ricche cornici; sopra il fregio gira una fila d'archetti, che doveva
unire le pareti al soffitto. Uno dei riquadri è tutto a volute di fogliami e mascheroni di
vecchi sogghignanti che circondano un tondo, nel quale è rappresentato un combattimento
di fanti e cavalieri. Degli altri due riquadri, compresi solo in parte nel disegno, uno rap-
presenta un intarsio di marmi variamente chiazzati, l'altro un paesaggio. Nelle cornici sono
fogliami, borchie, maschere e cartocci; i mascheroni colle bende e i cartocci colle volute
come vedemmo altrove. Altri motivi usati già dall' Orsi trovansi nelle cornici orizzontali che
corrono sopra e sotto i riquadri, cioè volute di fogliami che si trasformano in figure umane
e mostri colle bizzarrie che già conosciamo, comprese le volute passanti per le bocche spa-
lancate dei mascheroni. Nelle quattro lunette elei piccoli archi, tre presentano dei paesaggi
schizzati lestamente di maniera, perfettamente analoghi ai paesaggi che vedremo ancora
esistenti a Novellara e a quelli di due disegni attribuiti all' Orsi in Firenze, che pure vedremo ;
la quarta lunetta rappresenta una deità seduta su d'una biga tirata da cavalli che fanno un
ardito scarto a sinistra. Nei pennacchi fra una lunetta e l'altra sono abilmente schizzati dei
genietti ignudi che colle mani tengono piegati dei rami d'alghe attorno all'arco delle lunette,
motivo che si vede ripetuto in un fregio ancora esistente a Novellara e che fu suggerito dalla
natura di quei luoghi di bassa pianura ove le alghe abbondano. Il disegno pel soffitto a
cassettoni ha molti ed evidenti richiami coi motivi ornamentali del fregio, così pei fogliami
e le cornici, come per le figurette ignude.
Questi disegni ci conducono a parlare dell'ornamentazione di quattro stanze della Rocca
di Novellara che ora servono per le scuole elementari. Nella prima, posta a pian terreno