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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 3.1900

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Fasc. 1-4
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Toschi, G. B.: Lelio Orsi da novellara pittore es architetto (1511 - 1587)
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https://doi.org/10.11588/diglit.24145#0064

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G. B. TOSCHI

aveva ancora immaginati. E una gaia fantasia da bizzarro artista della metà del cinquecento,
non destinata, così com'era, all'esecuzione.

Un progetto da potersi realmente eseguire, ma non meno ricco e fantastico, è disegnato
in un foglio ora esposto a Parigi in una sala della Scuola di Belle Arti. Esso porta scritto
al basso Lelio da Novellarci (forma dialettale di Novellara) cogl'identici caratteri già notati
in altri disegni. Ivi architettura, pittura, scoltura, si danno la mano per formare il suntuoso
ingresso ad una chiesa sotto l'arco d'un porticato. Non c'indugeremo a descriverlo, bastando
l'unita riproduzione a darne un'adeguata idea: diremo solo che qui l'artista ha saputo frenare
la fantasia per rimanere severo e pratico, mostrandosi sicuro e valente in tutte e tre le
maggiori manifestazioni dell'arte, quale degno figlio del suo secolo. Il largo partito di pieghe
e la grandiosità delle statue di San Pietro e San Paolo schizzati ai fianchi della porta ci
fanno ricordare di nuovo il quadro di San Matteo dell'Orsi esistente nella chiesa di San Gio-
vanni della Fossa presso Novellara, nel quale, per le pessime condizioni in cui si trova,
solo si scorge più la grandiosità dell'insieme.

In questo disegno di Parigi sta la maggiore testimonianza del valore di Lelio come
architetto, giacché degli edifici che egli eresse a Novellara rimane solo in piedi la chiesa
di Santo Stefano e all' interno anche questa venne rinnovata. Nell'esterno, in laterizio, la fac-
ciata, divisa da quattro piedritti o larghe lesene con alto zoccolo, che reggono la cornice e
il frontone triangolare, ha nel mezzo un'ampia finestra trifora, col vano centrale arcuato e
i due laterali a rettangolo; la porta coll'architrave sorretti da piedritti e frontone triangolare
come l'intera facciata; il tutto semplice e grandioso, ma che non si scosta dalle forme allora
usate in molte chiese della regione, tanto anteriori quanto posteriori alla chiesa di Novellara.

* * *

,ON tutta l'attività artistica di Lelio Orsi si spieg'ò nei lavori che abbiamo
enumerati fin qui: come voleva il suo ingegno versatile e la felice condizione
dei tempi, risulta che egli fu incaricato del disegno per un giardino, della
decorazione interna d'un teatro, del progetto per un tabernacolo nella catte-
LJ drale di Reggio, del disegno per un vaso d'argento che gii anziani di Reggio
volevano regalare al duca Alfonso d'Este, e tre disegni attribuiti a lui nella Gallerìa di
Firenze dovevano servire, due per una culla, l'altro per un ventaglio !

I disegni a matita rossa per la culla, se mancano dei segni materiali che quasi equi-
valgono ad una firma in altri disegni di lui, mostrano però il suo spirito e la sua fantasia
che anche per una culla non lo portò a pensare a qualcosa di gentile nell'invenzione e di
castigato nelle forme, ma ad uno strano aggrovigiiamento di mascheroni grotteschi, di termini
e sirene poppute, di caproni mostruosi, il tutto ad angoli e sporgenze che povero il bambino
che vi batteva sopra il capo! Il manico pel ventaglio, che secondo l'annotazione unita al
disegno doveva eseguirsi in oro, è costituito dall'aggruppamento di due aquile che colle
ali spiegate e stilizzate ne formavano le sommità, colle teste e i petti arcuati ne formavano
i profili laterali, mentre una figura di giovane posta fra di esse, allargando le braccia nude
fin contro al loro collo, tiene un festoncino di foglie e frutta che colla sua curva lo nasconde
a mezza vita: contro al petto delle aquile ed a mezzo del festone andava incastonata una
gemma. Le gambe delle aquile sporgendo rigide da un cespo di foglie ornamentali tengono
cogli artigli una sfera, da cui pende un anello, col quale termina il manico. Esso può parere
un po' massiccio e pesante, ma corrisponde ad una forma di ventaglio allora usata, quale
si vede anche in un ritratto di signora attribuito a Sebastiano del Piombo, ora esistente a
Francoforte sul Meno.

Questo disegno e la notizia dell'incarico dato all'Orsi dagli anziani di Reggio d'un altro
disegno per vaso d'argento ci suggeriscono un'ipotesi che sottoponiamo al giudizio dei
 
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