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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 3.1900

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Fasc. 1-4
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Schweitzer, Eugenio: La scuola pittorica cremonese (ricordo dell' esposizione d'arte sacra in cremona)
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https://doi.org/10.11588/diglit.24145#0094

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58

EUGENIO SCHIVE!TZER

enchè manchino le sue più insigni produzioni, la scuola cremonese,
dalla metà del secolo xvi sin verso lo scorcio del xvn è degnamente
rappresentata nelle sale dall'hall'/. Le tendenze eclettiche di tali maestri
appaiono qui molto più importanti ed interessanti, che generalmente
non si creda. Quanta grandiosità negli affreschi, con cui la famiglia Campi
ha nobilitato le mura ed il soffitto di San Sigismondo ! La quantità
di quadri di grandi dimensioni, che tanto i Campi, quanto Bernardino
Gatti hanno dipinti in Cremona è veramente stupefacente. Il colorito
del Tiziano, l'arditezza del Pordenone, la grazia del Correggio, il gigantesco di Giulio Romano,
ecco i loro eccelsi modelli. Gli affreschi del Romanino e del Pordenone in Duomo li esaltano
e li sollevano. Eppure anche questo passaggio da una maniera all'altra non avvenne senza che
vi fossero intermediari, e questi furono Giulio Campi e Bernardino Gatti. Quegli, che è il
figlio maggiore di Galeazzo Campi, dipinge ancora le pale d'altare secondo l'antica maniera,
ma cerca di porvi qualcosa di più passionale ; questi, che è emulo ed imitatore del Correggio,
non vuol dipingere che secondo lo stile nuovo, e finisce coll'essere un barocco. Qui bisogna
pur ricordare anche Camillo Boccaccino, figlio di seconde nozze di Boccaccio Boccaccino.
Nato nel 1501, venne nel 1522 a Parma e si allogò col Correggio, col quale restò sino
al 1524; lasciandolo, perchè cacciato dalla peste, volle andare ad assistere il padre ammalato
a Cremona. Ivi egli muore nel 1546 ed è sepolto in San Bartolomeo. Le sue pitture più
antiche sono quegli affreschi, ora imbiancati, in Sant'Agata, dipinti alla correggesca, con
gran lusso di putti e puttini. Nel 1527 egli dipinse per il convento di Santa Maria del Cistello
quella Madonna che è ora nel palazzo della Prefettura. Vi si vede la Vergine Maria seduta
sulle nuvole che porge ad una monaca, presentata da San Biagio, il Bambino perchè lo
baci, e più indietro sta San Bernardo con un guerriero armato di corazza, in ginocchio. Si
crede che il guerriero e la monaca siano Massimiliano Sforza e sua sorella Ippolita, che
fu religiosa in quel convento.

Al.n. 21 è esposta una piccola pala d'altare che era prima nella chiesa di San Dome-
nico, distrutta da non molto, ed è ora del Comune: la Vergine Maria circondata dalla gloria
d'angioli ed i Santi Michele e Domenico. Caratteristica comune nelle figure di Camillo Boc-
caccino è quella di rappresentare gli occhi collo sguardo volto in basso, secondo la maniera
del Parmigianino.

Il quadro che egli dipinse per la chiesa di San Bartolomeo di Cremona, e che adesso
è nella Galleria di Brera, porta la data del 1532: Maria nella gloria angelica; in basso, sopra
uno sfondo di paese boscoso, San Girolamo, San Bartolomeo, San Giovanni Battista e
San Lorenzo. Il quadro reca la scritta: « Camilli Boccachj opus 1532 ». Le figure sono di
grandezza un po' minore della naturale.

Nel 1537 lo troviamo occupato a lavorare in San Sigismondo, dove dipinge nel catino
dell'abside Gesù Cristo che apparisce agli Evangelisti. Il dipinto è di maniera correggesca.
Sulle pareti del coro figurò la Risurrezione di Lazzaro e l'Adultera davanti al Cristo. Di più
sui pilastri del coro putti che si provano di portare la croce, e poi trofei e frutti. Ivi è la
scritta colla data: « 1537 mensis Julii ». Le figure lunghe colle vesti turchine a piegoni gonfi
hanno grande analogia colle pitture di Bernardino Campi, che essendo più giovane certa-
mente ne restò impressionato. Nel 1537 Camillo lavora nella Cattedrale, nel 1541 lavora con
Giulio Campi ad erigere archi di trionfo per l'ingresso in Cremona di Carlo V. Il suo auto-
ritratto è nella Galleria degli Uffizi a Firenze, e vi si osserva una strana rassomiglianza col
giovane cavaliere nel quadro La salii a del Golgota del padre Boccaccio, che sta nella Gal-
leria nazionale di Londra. Questo autoritratto porta la scritta: « Camilo Bocacino Pictor Cre-
mones ipse F. ».
 
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