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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 3.1900

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Fasc. 1-4
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Schweitzer, Eugenio: La scuola pittorica cremonese (ricordo dell' esposizione d'arte sacra in cremona)
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https://doi.org/10.11588/diglit.24145#0096

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6o

EUGENIO SCHWEITZER

Al n. 28 è una piccola Assunta, esposta dalla famiglia Calciati-Crotti, di Cremona, è un
quadretto eseguito con minuzia da miniatore, e probabilmente è opera di un maestro più
tardo. Dubbia è anche un'Assunta (n. 34) della famiglia Pagliari, di Cremona, mentre è
autentico un suo disegno (n. 36) per l'affresco coli'Adultera in San Sigismondo.

A giudicare questo artista dal suo stile bisogna riconoscere che egli subì influenze tanto
dal Correggio, quanto dal Pordenone.

Giulio Campi.

Questi era artista di natura assai più robusta, Egli, figlio di Galeazzo, fu maestro e
modello ai suoi fratelli minori Antonio e Vincenzo ed al suo cugino (?) Bernardino. Fu
eclettico nel buon senso della parola e subì assai presto l'influenza del Romanino. Visse
dal 1502 al 1572. Nell'esposizione non c'era di lui che un'opera principale n. 20, la sua
pala d'altare per Sant' Abbondio. La Madonna in trono, sotto un ampio baldacchino,
sostiene il Bambino che le sta ritto sulle ginocchia. Ai lati del trono sono i Santi Nazaro
e Celso in abito guerresco ; essi si appoggiano con posa un po' sgarbata sulT elsa delle
spade. Due putti si divertono giuocando coll'elmo e gii speroni posati a terra. Questo
quadro, che un tempo ornava la chiesa dei Santi Nazaro e Celso, è firmato, e porta la data
del 1527, è quindi da porsi come primo fra i quadri conosciuti del maestro, e rivela una
forte influenza del Romanino. Caratteristica del maestro è di disegnare mani piccole con dita
lunghe. La celebrità di questo quadro deriva piuttosto dal suo colorito quasi veneziano, che
dal disegno. Il colore oscuro e caldo con quei forti riflessi metallici rammenta l'« Allegoria »
del Museo Poldi Pezzoli, che deve essere contemporanea a questo dipinto giovanile. Gio-
vanile è anche il bel ritratto della Donna con fiore, del marchese Fassati di Milano, che
potrebbe quasi essere opera del Pordenone. Nel 1530 furono pitturati gli affreschi in
Santa Maria delle Grazie a Soncino, in provincia di Cremona, ed anche la pala d'altare, già
destinata a quella chiesa, e che ora è nella Galleria di Brera, è di quel tempo. Vi è rappre-
santata Maria Vergine nella gloria angelica; alla sua destra sta sulle nuvole Santa Caterina,
a sinistra San Francesco che presenta alla Vergine il Marchese Stampa Soncino, che sta in
ginocchio. Sul dipinto è la scritta: «Julius Campus Cremonensis faciebat 1530 cito ».

Dello stesso tempo è anche un altro quadro di Brera, proveniente dalla chiesa dei
Cappuccini di Crema: Maria che adora il Bambino che giace ignudo a terra; a sinistra
San Paolo con un donatore giovane; a destra, immersi in profonda preghiera, San Fran-
cesco ed un donatore più anziano. Nello sfondo, al di sopra di un delizioso paese, si libra
un grazioso coro d'angioli che cantano. Altre opere di Giulio Campi sono: dell'anno 1535,
il ritratto di suo padre nella Galleria degli Uffizi; del 1536, l'affresco colla Madonna che
allatta il Bambino in Sant'Agata a Cremona. Del 1537 sono poi i quattro grandi affreschi
nel coro di Sant' Agata, con rappresentazioni del Martirio della santa titolare ; essi sono
firmati col nome intero e data, e mostrano di essere stati dipinti sotto l'influenza del Roma-
nino, di cui imitò il tipo del cavaliere coperto di corazza e col berretto piumato in capo.
Sul dipinto della condanna è un uomo in maniche di camicia appoggiato su di una picca,
di cui il disegno è al Louvre colla denominazione sbagliata di Tiziano.

Nell'affresco dove è Sant'Agata nella bara, è da ammirarsi sulla sinistra il bellissimo
angiolo vestito di giallo, e sulla destra due sacerdoti ufficianti.

Nel 1540 egli fece la pala d'altare per San Sigismondo, che è l'opera sua più perfetta,
e porta l'iscrizione: « Julii Campi opus 1540 ». Nel mezzo d'una luminosa gloria d'angioli
sta la Madonna col Bambino, che piega il corpo ignudo ad una mossa violenta. Nel basso,
nello sfondo d'un verde paesaggio, San Sigismondo che presenta alla Madonna Francesco
Sforza, e a destra San Girolamo che presenta Bianca Maria. I due donatori sono in profilo
 
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