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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 3.1900

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Fasc. 1-4
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Schweitzer, Eugenio: La scuola pittorica cremonese (ricordo dell' esposizione d'arte sacra in cremona)
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https://doi.org/10.11588/diglit.24145#0100

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EUGENIO SCHWEITZER

Certamente egli dovette venire assai presto a Cremona, perchè l'affresco gigantesco
dipinto sulla parete interna della facciata del Duomo rappresentante la Resurrezione è
del 1529; il disegno si trova nell'Albertina a Vienna. E raro che un artista cominci ad ope-
rare con tanto impeto nelle opere giovanili, per poi ammansarsi tanto; ma la cosa si spiega
se pensiamo che furono le figure gigantesche degli affreschi del Pordenone che lo spinsero
così violentemente a lavorare di maniera. In seguito deve essere stato a Parma ed avervi
assorbito la poesia delle opere del Correggio, perchè la sua pala d'altare dipinta nel 1531
per il Duomo di Pavia è quieta e modesta, ed in ciò ben diversa dal suo affresco della
Risurrezione. In questa pala d'altare di Pavia il maestro ci mostra ciò che egli sa fare di
meglio. Fra le nubi si vede la Vergine col Bambino e due angioli che librandosi sulle
ali le pongono sul capo la corona. Nel piano inferiore stanno inginocchiati San Domenico
e Sant'Alessandro, giovane guerriero coperto di piastra e maglia e colla spada. Tutt'intorno
all' Incoronazione sono quattordici piccoli compartimenti coi misteri della Vergine, dall'Annun-
ciazione sino all'Assunzione. In queste piccole storie è tutto il profondo sentimento dell'artista
che imitava il Correggio ed il giovane Giulio Campi.

Evidentemente il nostro artista si trattenne a lungo a Parma, poiché dipinse per il
Duomo una pala d'altare colla Crocifissione e per Santa Maria Maddalena una Deposizione
con figure al naturale.

Forse, in seguito allo scoppiare della peste, nel 1549 abbandona Parma e va a Cremona,
dove dipinge quel refettorio di San Pietro; nel 1552 il gigantesco affresco colla Moltiplica-
zione dei pani.

E naturale che oggi non vi sia più chi s'entusiasmi per un affresco colossale dove cen-
tinaia di figure s'accumulano nelle più svariate posizioni. Tutta l'abilità nella composizione
non basta a farci dimenticare la mancanza di sentimento e di pensiero ; ma i gruppi di
donne coi loro bambini e i due grandi angioli alati, che, vestiti di bianco e di rosso, si
librano nell'alto del dipinto sono ammirevoli. Nel 1553 egli dipinge nella chiesa di San Si-
gismondo la grandiosa Ascensione di Nostro Signore sul soffitto, dove sono belli i due grandi
angioli bianchi e la Risurrezione.

Al n. 7 dell'Esposizione è una sua Assunzione dipinta in stile correggesco. Nello stesso
anno 1553 egli dipinge gli affreschi in Santa Maria di Campagna a Piacenza, continuando
le pitture del Pordenone e rappresentandovi la Vita di Maria e San Giorgio in lotta col
drago ; poi in Sant'Anna un affresco colla Risurrezione.

Per lungo tempo lo occuparono gli affreschi per la chiesa della Steccata a Parma, e
difatti esiste ancora un contratto e consta che egli lavorava tuttora nel 1566.

Dello stesso anno v'è nell'Esposizione, al n. 4, nella sala G, il quadro al quale già
abbiamo accennato, coli'Adorazione del Bambino, dipinto per la chiesa di San Pietro. Questo
quadro è dipinto alla correggesca con grande cura ed amore.

A sinistra della mangiatoia, presentato da San Pietro, sta ginocchioni il canonico Colom-
bino Ripari, che fu abate di San Pietro dal 1549 al 1570; a destra i pastori s'inchinano
pietosamente dinanzi al Bambino sorretto dalla Madonna.

Presso ad una rovina d'antico tempio volano alcuni angioli graziosi.

Il quadro è composto con pacatezza quasi classica e segna il culmine dell'attività del-
l'artista.

Fra il 1568 ed il 1572 egli dipinse, insieme con Lattanzio Gambara, gli affreschi sugli archi
alla navata maggiore del Duomo di Parma e nel 1572 anche il quadro colla Crocifissione
per l'aitar maggiore della chiesa di Chiaravalle, per il quale lavoro esiste ancora il contratto
steso appunto in quell'anno. Vi si vedono i Santi Benedetto e Bernardino, che, circondati
da un coro d'angioli, adorano la Madonna.

L'ultimo dei suoi quadri coli'Assunzione di Maria, cominciato nel 1573 e non condotto
a termine, orna l'aitar maggiore della Cattedrale di Cremona ed è, come tante altre sue opere,
correggesco.
 
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