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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 3.1900

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Fasc. 1-4
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Frizzoni, Gustavo: Nuovi Acquisti della R. Pinacoteca in Monaco in Baviera
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https://doi.org/10.11588/diglit.24145#0116

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8o

GUSTAVO FRI ZZO NI

ricerche nell'Archivio di Stato gli venne fatto di scoprire che detta tavola si trovava nel
Palazzo ducale e precisamente nella camera chiamata Vantisecreta, la quale non era altro che
il locale precedente l'archivio segreto del doge. Vi si entrava per la porta di fronte a quella
che serve d'ingresso ora alla cosidetta Antichiesetta, dove si mostrano tuttora al visitatore
diversi quadri appesi alle pareti. Quella di Monaco invece proviene da un privato di Padova
e corrisponde, secondo ogni probabilità, a quella citata da Marco Boschini nella sua Carta
del navegar pittoresco, come appartenente ad un membro della nobile famiglia dei Tassis.
Di questi infatti egli fa menzione nell'opera citata, stampata a Venezia nel 1660, a pag. 320
del vento quinto, dicendo:

L'è il Tassis nobilissimo baron....

E poco stante, a pag". 324, accenna al suo quadro, rammentandolo nei termini seguenti:

Diria che d'Antonelo da Messina
Ghè una Madona con un libro avanti
Che de sto mondo i studi tuti quanti
No 'i ghà certo una cosa cusì fina.

La finezza ch'egli vi riscontra si può applicare in modo particolare al libro che si vede
esposto sul parapetto, un accessorio condotto anch'esso con una nitidezza a tutta prova,
secondo la consuetudine dell'autore, e da rammentare analoghi motivi che ricorrono sul
mirabile S. Girolamo nel suo studio, già illustrato nell'Archivio Storico dell'Arte, in proposito
delle novità pervenute alcuni anni or sono nella insigne Galleria Nazionale di Londra. Del
quadro di Monaco infine ci rimane a dire che trovasi in discreto stato di conservazione, per
quanto abbia subito, forse pel passato, gli effetti di qualche pulitura imprudente, quale si
rileva massime nella parte corrispondente alla radice del naso.

IL

LTRI due buoni acquisti fatti dalla Pinacoteca di Monaco furono quelli
di un tondo del Sig'norelli e di un quadro di Liberale da Verona. Il
primo (fig. 5a) proviene dal palazzo Ginori di Firenze, dove fu venduto
nel 1894 per 30,000 marchi. E un'opera nella quale l'austero artista
ben si rivela di primo acchito con tutte le sue peculiarità personali. Fra
le quali è notevole quella della sua propensione ad esercitarsi nella rap-
presentazione del nudo, propensione provata in modo analogo in un
altro tondo della Galleria degli Uffizi e vie più nel suo magistrale
cappellone del duomo di Orvieto, dove il soggetto del Giudizio Universale si prestava
eminentemente alla rappresentazione del corpo umano nei più svariati atteggiamenti.

Nel tondo di Monaco sorprende non solo la completa nudità del Bambino in una posi-
zione, rispetto alla devota Madre, eh'è una trovata affatto nuova, ma anche quella dell'adole-
scente che vedesi nel fondo, in atto di togliersi i sandali. Essendo seduto in prossimità di
un'acqua, c'è da supporre che sia inteso raffigurare uno dei neofiti pronti a scendere nelle
onde del Giordano per ricevere il battesimo di San Giovanni. Non è ultimo pregio di
quest'opera, poi, l'essere racchiusa entro bella cornice a frutti, del tempo, quali si solevano
fare con tanta opportunità di forme e di proporzioni dagli artefici toscani.

La Direzione della Pinacoteca potè servirsene a proposito facendone fare una copia, ad
uso del bel tondo di Lorenzo di Credi, già da tempo posseduto, e messo ora a riscontro di
quello del Signorelli.

Intercede, terzo fra cotanto senno, sulla stessa parete, nella grande sala dedicata tutta
agli autori italiani del secolo d'oro, la Pietà di Liberale da Verona (fig. 6:'). Pittura altamente
 
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