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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 3.1900

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Fasc. 1-4
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Leonardi, Valentino: Paolo di Mariano Marmoraro, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24145#0128

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Q2

VALENTINO LEONARDI

* * *

'arco che, a commemorare la sua trionfale entrata in Napoli, Alfonso d'Aragona
elevava all' ingresso di Castelnuovo, è uno dei più belli e ad un tempo più sin-
golari monumenti della Rinascenza italiana. Classico in tutte sue parti e disar-
monico in tante, oppresso e soffocato dalle antiche forme della diffidenza medie-
vale e delle costruzioni dell'epoca spagnuola, chiuso nell'ombra dei recinti fortifi-
cati e pur contenendo la luce, esso sembra ancor oggi figurare lo sforzo immane di quella
generazione e di quel regno, quando un principe magnanimo e bene accetto alternava, nell'ono-
rata e dotta compagnia, la lettura di Omero e della Bibbia alle arti della politica e alle fatiche
della guerra. E pare che in quell'arco gli artisti di ogni terra d'Italia si sieno dato convegno.
Ecco i lombardi accanto ai toscani, gli scultori di Abruzzo presso a quelli di Napoli e di
Roma. Lavorò Paolo all'arco? E quanto durò? E di quale natura fu il suo lavoro?
Non sarà inutile premettere un po' di storia dell'arco di Castelnuovo.

* * *

ELl'anno 1455 l'arco di Aragona era già elevato, poiché di esso parla Bar-
tolomeo Fazio nei suoi commentari De rebus gestis ab Alphonso Primo, che
appunto a quell'anno si arrestano. Ciò però non vuol dire che l'arco fosse
allora tal quale come oggi: se dobbiamo credere ai documenti, l'ornamenta-
zione scultoria non era, al tempo in cui scriveva il Fazio, peranco cominciata.
La prima notizia infatti, che accenna a maestri marmorari e a loro opere è in
una cedola di tesoreria del 1458, con la quale si retribuisce il maestro Domenico di Monte-
mignano per le fatiche da lui sostenute neh'intagliare e ritrarre dal vivo la testa del re dal
petto in su, e per far l'imagine di San Giovanni Battista, così similmente scolpita. A questo
documento altri ne seguono, sebbene non molto frequenti e mai così specificati ; i primi che
troviamo e che rammentano maestro Pietro, maestro Andrea dall'Aquila e maestro Isaia da
Pisa, non sono che del 31 gennaio 1456 e altro non dicono se non che i tre suddetti maestri
lavoravano a quel tempo al Castelnuovo di Napoli.

Nel maggio 1456 un altro pagamento vien fatto ad Isaia da Pisa per i lavori da lui
compiuti nella fabbrica del Castelnuovo, e solo in una retribuzione data ad Andrea dall'Aquila
ai 31 agosto dello stesso anno si nomina l'arco trionfale e si paga quest'artista per il lavoro
che vi ha fatto en les pedres marbres, senza dir di più. Nel 1458 seguono poi ai 31 gennaio
e ai 28 febbraio le cedole di tesoreria che riguardano Paolo di Mariano e che noi per intiero
riportiamo secondo la lezione che recentemente ne ha dato il Fabriczy:

ji gennaio 1458. Item doni [donava] a mestre Ysayes de Pisa, Antoni de Pisa, Pere de
Milana, Domjnico Lombardo, Francisco Adzara e Patito Romano mestres marmorars CC d.
los quals ios acorregtù [accolsero, ricevettero'] en la ciutat de Napols por mans de mosser
Loys Sarcola havent carrech de pagar les despeses ques fan por causa de la fabrica del Castell
11011 de Napols ab albara de scrina de rado scrii en Atella lo derrer dia del present mes de
Janer en accoriment [accoglimento, ricevimento, somma ricevuta] e paga prò rata de aquells
III.a DCCC [3800] dttc. por los quals han pres a stali [per estaglio, a cottimo] de acabar
[perficere] integrament les figures del are triumfal del dit Castell noti segon en lo dit albara
se conte que cobre CC due

28 febr. 1458. Item doni a mestre Ysayes de Pisa, Antonj de Pisa, Pere de Milana,
Domjnico Lombardo, Francesco Atzara e Paulo Romano mestres de fer figures de pedra
 
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